Renzi sta piombando nel Sud (verrà anche a Palermo) per prendere in giro gli elettori

26 aprile 2016

In termini tecnico-politici questa si chiama “offensiva di pace”. Il capo del Governo, Renzi, dopo aver depredato il Mezzogiorno, sta per catapultarsi dalle nostre parti perché ci sono le elezioni comunali alle porte. ieri, a Napoli, è stato accolto con proteste e fischi. Prepariamoci anche noi Siciliani a ‘festeggiare’ questi signore e i politici e i sindaci ‘ascari’ che gli reggono il gioco. Il ‘caso’ Palermo, dove un Leoluca Orlando ormai al capolinea ci propinerà un’altra ‘scorpacciata’ di appalti ferroviari

 

Dopo aver scientificamente derubato il Sud Italia – e soprattutto la Regione siciliana, dove le categorie lasciate senza risorse finanziarie ormai non si contano più, – qui un quadro, ndr– il Governo Renzi e il PD hanno deciso di avviare “l’offensiva di pace” verso il Mezzogiorno. Hanno cominciato ieri a Napoli, con un incontro che il sindaco di questa città, Luigi De Magistris, ha definito non a caso “vergognoso”.

Il solito Renzi – che ormai, nel nostro Paese, ovunque vada, raccoglie fischi e proteste – si è presentato nei locali della Prefettura napoletana scortato da centinaia di agenti in tenuta antisommossa per presentare il ‘Patto per la Campania’. Mentre la gente fuori protestava, tenuta a bada dai militari, il capo del Governo si cimentava nelle suo solite promesse e nella sua solita demagogia.

L’aspetto grave – che il sindaco di Napoli, De Magistris ha sottolineato con forza – è che Renzi, nella sua squallida visita napoletana, si è portato dietro, in Prefettura, la candidata del PD a sindaco di Napoli, Valeria Valente.

Eh sì, ormai questi signori del Partito Democratico non hanno più ritegno: non solo derubano il Mezzogiorno, dove il degrado sociale e la povertà toccano ormai livelli inimmaginabili, ma con una sfacciataggine che è pari solo alla loro strafottenza verso il Meridione, organizzano convegni per continuare a vendere fumo.

Il ‘Patto per la Campania’, infatti, non è altro che un’altra !”una truffa politica in piena campagna elettorale”, se è vero che “dentro non c’è nulla”, come ha sottolineato il sindaco De Magistris.

Il primo cittadino di Napoli, contrariamente alle promesse elettorali annunciate da Renzi, ha illustrato, carte alla mano, che il ‘Patto per il Sud toglie alla Campania tre miliardi di Euro”. E non c’è da stupirsi. Nel 2015 il Governo ha tolto al Sud circa 12 miliardi di fondi PAC (Piano di Azione e Coesione) per foraggiare le imprese con il Jobs Act (il 90% di queste imprese, questo va da sé, ha sede nel Centro Nord Italia).

Prima del furto con il fallimentare Jobs Act, lo stesso Governo Renzi aveva scippato al Mezzogiorno i fondi per gli investimenti ferroviari (ad eccezione di Palermo dove il centrosinistra si è fatto letteralmente i ‘bagni’ con i lavori ferroviari, con l’immancabile presenza di un gruppo finito inquisito per mafia). Mentre per quest’anno, con la legge di stabilità 2016, per il Sud, dall’esecutivo nazionale è arrivato il nulla mescolato con il niente (solo sgravi fiscali per le aziende che ancora non hanno chiuso i battenti).

Va da sé che “l’offensiva di pace” del Governo Renzi per continuare a prendere in giro il Sud proseguirà nelle altre Regioni del Mezzogiorno. In Sicilia si voterà in alcuni Comuni, a Giugno. E, soprattutto, si voterà a Palermo nella primavera del prossimo anno. Nella nostra isola la partita, per Renzi e compagni, si annuncia difficile. Proviamo a raccontare il perché.

Intanto c’è Rosario Crocetta, il presidente della Regione che non sembra avere alcuna intenzione di arrivare al 2018 nel ruolo di cappone a Natale. Rosario da Gela, che ha accettato di svolgere il ruolo di presidente non al servizio dei Siciliani, ma al servizio di Renzi, chiede garanzie.

Crocetta – tanto per ricordare alcune sue ‘ascarate’ – ha firmato, nel Giugno del 2014, il ‘fatidico’ ‘Patto scelerato’, regalando a Renzi circa 5 miliardi di Euro tolti dalle tasche di 5 milioni di Siciliani; e, ovviamente, lui e il PD hanno votato no alla mozione con cui si chiede di rivedere quel patto:  poi non si è opposto all’arrivo delle trivelle nei mari della nostra Isola, appoggiato, in questa vergogna, dagli ‘ascari’ del PD siciliano e dell’ANCI Sicilia, Associazione, quest’ultima, che ha finto di appoggiare il Referendum del 17 Aprile, ma che in realtà l’ha affossato.

A Crocetta il PD non può garantire nulla. Anzi, il sottosegretario renziano, Davide Faraone, ha illustrato quale sarà la strategia del PD siciliano per provare a prendere in giro i Siciliani alle elezioni regionali del 2018: mettere in lista un candidato presidente che deve presentarsi come ‘alternativo’ a Crocetta, sperando che i Siciliani abbocchino.

Ovviamente, Crocetta, che in tre anni e mezzo ha distrutto la Sicilia, sia per propria incapacità, sia perché a consentito a Renzi di impoverirla, non ci sta a fare la parte del cappone. Così si prepara non a scendere in campo, ma a mettere in pista iniziative per ‘ricattare’ politicamente il PD.

In questo scenario, tra due mesi, si voterà in alcuni Comuni dell’Isola, in attesa del voto al Comune di Palermo, previsto per il prossimo anno.

Il PD e, in generale, il centrosinistra siciliano è nel panico. I danni che hanno fatto alla Sicilia e ai Siciliani Crocetta e compagni sono così tanti e così eclatanti che non sanno cosa dire. Non possono nemmeno contare sullo schifo che i Siciliani, ormai in massa, provano verso le politiche del Governo: le schifezze, si sa, allontanano la gente dalle urne, agevolando il voto del centrosinistra, che in Sicilia, ormai, non ha nulla di ideale, ma è quasi tutto voto controllato con le clientele, con metodi che sono ben peggiori di quelli che utilizzavano i vecchi democristiani.

Il problema è che, alle elezioni comunali, la gente a votare ci va. E loro, i signori del centrosinistra, se la dovranno vedere con un centrodestra in fase di riorganizzazione e con un Movimento 5 Stelle che lavora in silenzio, sotto traccia, con il contatto giornaliero con la gente.

Il centrosinistra parte avvantaggiato, perché, in Sicilia, esprime la stragrande maggioranza dei sindaci. Solo che i Siciliani hanno cominciato a intuire la vera natura dei sindaci siciliani di centrosinistra. Lo stanno capendo gli agricoltori, abbandonati da una politica imbelle, tenuti fino ad oggi a freno proprio dai sindaci del PD, con le solite promesse che non verranno mantenute.

(A vendere fumo agli agricoltori sta pensando l’assessore regionale, Antonello Cracolici, che promette a tutti fondi del PSR 2020: anche se, adesso, hanno il problema di sbarazzarsi della dirigente generale dell’assessorato, Rosaria ‘Sara’ Barresi, diventata troppo ‘ingombrante’).

Il tradimento dei sindaci siciliani di centrosinistra – che in massa hanno affossato il Referendum anti-trivelle del 17 Aprile – per loro somma sfortuna, si va chiarendo in queste ore con le immagini del mare della Liguria inquinato dal petrolio. Con lo spettro di qualche possibile incidente anche in Sicilia, se è vero che il Canale di Sicilia è ormai disseminato di trivelle.

Le trivelle renziane non hanno risparmiato nemmeno Pantelleria, grazie al sindaco di questa meravigliosa isola, Salvatore Gabriele, che prima si è ‘consegnato’, armi e bagagli al PD di Crocetta e del senatore Giuseppe Lumia, e adesso si lamenta delle trivelle renziane. Altra forma di ipocrisia politica mista a sfacciataggine!

Un’importante partita si giocherà a Palermo. Qui il centrosinistra, fino al Dicembre dello scorso anno, pensava di avere ‘il porco dentro’. Poi la sinistra ‘stoccami in quattro’ con la quale il sindaco Leoluca Orlando governa la città si è incaponita su una ZTL ‘pirandelliana’: ovvero consentire ai palermitani di inquinare con le automobili pagando un abolo di 100 Euro ad automobile al Comune. Per consentire alla stessa Amministrazione comunale di foraggiare le società comunali, quasi tutte in perdita perché quasi tutte utilizzate non per fornire servizi ai cittadini, ma per alimentare i voti del centrosinistra.

Purtroppo, per Orlando e per la sinistra ‘stoccami in quattro’ di Rifondazione comunista, l’operazione ZTL è andata a farsi benedire. I giudici del TAR Sicilia l’hanno ‘accappottata’, come si usa dire a Palermo. E Orlando e la sua Giunta comunale sono rimasti, sempre per usare una frase molto gettonata dalle nostre parti, cu l’occhi chini e i manu vacanti…

La vicenda ZTL ha svelato il vero volto tassaiuolo e clientelare di Orlando e della sua Amministrazione: ma ha rivelato, in tutta la sua drammaticità, anche una città abbandonata, impoverita, sporca, con servizi pessimi (da quattro mesi l’AMAT – l’Azienda che si occupa del trasporto ha sostanzialmente abbandonato alcuni quartieri), con lavori pubblici lasciati a metà, tra strade piene di buche o chiuse al traffico, trincee e altri disastri.

Il centrosinistra, per il prossimo anno, pensa di ricandidare un Orlando ormai stanco, nervoso (ha persino attaccato frontalmente i giudici del TAR Sicilia per la vicenda delle ZTL!).

Proprio in funzione di questo improbabile obiettivo il PD cittadino, fino ad oggi in polemica con Orlando, sta provando a ricompattarsi con l’Amministrazione comunale (il capogruppo del PD, Rosario Filoramo, un professionista dei cambi repentini linea politica in funzione di ‘grandi obiettivi’…) è già ripassato, armi e bagagli, con Orlando e i suoi assessori (ammesso che da queste clientele si sia mai dissociato).

E’ probabile, insomma, che Renzi lanci la sua “offensiva di pace” anche in Sicilia. A Palermo per annunciare altri appalti e altre promesse vacue e fatue; in altri Comuni della Sicilia pe rcontinuare la presa in giro.

Le uniche cose che i Siciliani vedranno, però, al netto delle promesse del PD, sarà un aumento delle tasse locali. Come scriviamo da tempo, in tutti i Comuni della nostra Isola ci sarà un’esplosione della TARI, sia perché la Regione ha introdotto un truffaldino raddoppio della tassa ecologica, sia perché il Governo Renzi, con un decreto dello scorso anno, ha deciso di scaricare sui cittadini che hanno pagato la TARI il costo delle bollette dei cittadini siciliani che, invece, non hanno mai pagato la TARI.

Insomma, chi ha pagato la Tassa per l’immondizia pagherà anche per chi non ha mai pagato e non la paga (magari perché è veramente povero e non la può pagare). Così ha stabilito il Governo Renzi. Questo però verrà formalizzato dopo le elezioni comunali di giugno, per dare modo al PD e al centrosinistra in generale di prendere per i fondelli i cittadini, per carpirgli il voto.

Per i palermitani la sorpresa sarà doppia: aumento della TARI e aumento della bolletta dell’acqua, perché l’AMAP si dovrà caricare i dipendenti di APS fallita gestendo una parte dei Comuni della provincia di Palermo. Un nuovo papocchio amministrativo ed economico che incasinerà tutta la gestione idrica di Palermo e provincia.

 

 

 

 

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