Nuova misura interdittiva a carico di Anna Rosa Corsello, già dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale della Regione siciliana. L’accusa: si sarebbe appropriata di somme in qualità di liquidatore di due società regionali. La replica: “Il compenso mi è stato attribuito dall’assemblea dei soci, cioè dalla Regione siciliana”
Nuovi guai giudiziari per Anna Rosa Corsello, già dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale della Regione siciliana. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo le hanno notificato una nuova ordinanza interdittiva dai pubblici uffici. Un atto che porta la firma del Giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Palermo che, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto la sospensione, per sei mesi, della dottoressa Corsello dalle funzioni di liquidatore di due società che fanno capo alla Regione: Biosfera spa e Multiservizi spa. Disposto anche il sequestro preventivo di oltre 140 mila Euro.
Le indagini sono coordinate dal Procuratore Aggiunto, Dino Petralia, e dal Sostituto Procuratore, Luca Battineri. Tutto parte da un’inchiesta della Corte dei Conti, che ha già emesso nei confronti della dottoressa Corsello l’atto di citazione in giudizio. La magistratura è chiamata a verificare l’eventuale esistenza di responsabilità penali.
Il reato ipotizzato è il peculato per una presunta, indebita autoliquidazione di compensi in qualità di liquidatore delle due società regionali (carica che la dottoressa Corsello ricopre dal 2011).
“Quest’ultima, in particolare, violando il principio in base al quale il trattamento retributivo dei dirigenti pubblici è onnicomprensivo – scrive la Guardia di Finanza – si sarebbe appropriata di compensi relativi ad incarichi aggiuntivi che dovevano essere obbligatoriamente versati alla propria Amministrazione e confluire nelle risorse destinate al trattamento economico accessorio della dirigenza”.
La replica della dottoressa Corsello sulla propria pagina facebook:
“Ancora una volta sono destinataria di una misura interdittiva disposta nei miei confronti, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo. Ancora una volta vengo accusata di reati che non ho mai commesso, stante che il compenso, per il lavoro da me svolto come commissario liquidatore di due società, mi è stato attribuito dall’assemblea dei soci, ossia dalla Regione siciliana e non costituisce incarico aggiuntivo, cui si riferisce il principio dell’onnicomprensività. Ciò nonostante, mi viene irrogata una misura interdittiva a fronte della restituzione delle somme percepite nelle more del giudizio civile, con cui ho ritenuto di tutelare i miei diritti, già avviata da ben un anno. Dov’è l’esigenza cautelare che giustifica e deve supportare l’adozione della misura?”.
“Ancora una volta – aggiunge sempre Anna Rosa Corsello – presenterò ricorso al Tribunale del riesame avverso l’ingiusto provvedimento di cui sono vittima. Sono certa che un giorno, quando finalmente la giustizia, in cui fermamente credo, riconoscerà la correttezza del mio operato, qualcuno dovrà pagare per i danni che mi sono giornalmente arrecati anche, e forse soprattutto, sotto il profilo dell’immagine e della onorabilità che difenderò e tutelerò con le unghia e con i denti”.
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