Lo strano caso della parlamentare regionale del PD, Concetta Raia, eletta nel collegio dl PD, in quota CGIL, che, avendo subito uno ‘sdoppiamento’ (insomma ci sono momenti in cui non è più deputata dell’Ars e dirigente del PD, ma semplice cittadina), non sa che i soldi del Teatro Stabile di Catania se li è presi il Governo Renzi. Forse, nei momenti di ‘sdoppiamento’, Concetta non sa nemmeno chi è Alessandro Baccei, quello che ha svuotato le ‘casse’ della Regione per conto di Renzi e del PD
Da quale pianeta arriva Concetta Raia, parlamentare regionale del PD eletta a Catania in quota CGIL? Se lo chiedono in tanti, in queste ore, dopo aver letto il suo comunicato.
La parlamentare – che si presenta come “la presidente della Commissione Ue all’Ars” (vi sembrerà strano, ma all’Assemblea regionale siciliana è stata istituita persino una commissione legislativa che si occupa dell’Unione europea…) – ha scoperto che il Teatro Stabile di Catania è senza soldi. Come mai? Come può una Regione ‘ricca’ come la Sicilia lasciare senza soldi il più importante Teatro di prosa dell’Isola?
L’intrepida deputata non si pone questa vacua e fatua domanda, ma va subito al cuore della vicenda:
“Voglio esprimere la mia più totale solidarietà ai lavoratori del Teatro Stabile di Catania – dice l’onorevole Concetta Raia – che hanno avviato uno sciopero ad oltranza, nella speranza che le istituzioni trovino immediatamente la soluzione che scongiuri la chiusura dell’importantissimo ente culturale”.
Qui la Nostra si ‘sdoppia’: ora non è più la parlamentare di Sala d’Ercole eletta nel PD, cioè nel partito che governa l’Italia, la Regione siciliana e il Comune di Catania, ma una persona ‘mondata’ dai ‘vestimenti’ politici che interroga la politica della quale, meta-psicanaliticamente, non fa più parte.
Così, tornata semplice cittadina, forse persino di Catania, Concetta si sente addirittura “vicina ai lavoratori del teatro etneo e più che mai in questo drammatico momento, in cui sono a rischio non solo posti di lavoro, ma una fondamentale offerta culturale, di cui una città come Catania non può fare a meno”.
A questo punto – non sappiamo se tornata parlamentare di Sala del PD eletta nel PD nel collegio di Catania in quota CGIL, o se ancora meta-psicanaliticamente sdoppiata in cittadina che osserva la politica dall’alto – Concetta Raia si rivolge, non ci crederete, a Rosario Crocetta e al sindaco della città Etnea, Enzo Bianco:
“Lancio un appello al Presidente della Regione e al sindaco di Catania – si legge nel suo melanconico comunicato – perché istituiscano un tavolo tecnico di confronto con i vertici dell’ente e si trovino strategie di uscita dall’impasse in cui versa il teatro, tanto definitive quanto ormai improrogabili”.
Come potete notare, con un volo lessicale la Nostra trasforma la volgare parola “soldi” in “strategie di uscita dall’impasse”. Notevole, no?
“Il pagamento degli stipendi, in arretrato da mesi e una programmazione a lungo termine – conclude Concetta – non sono fattori su cui ancora tergiversare”.
Questa è, forse, la parte sensazionale del comunicato dell’onorevole Raia, eletta nel PD, nel collegio di Catania, in quota CGIL: a differenza del Presidente del Consiglio, Renzi, e della sua lunga mano che ha spedito in Sicilia, l’assessore-commissario della Regione, Alessandro Baccei – i quali pensano che i Siciliani possano vivere di sola aria (non a caso hanno ‘svaligiato’ del ‘casse’ della Regione siciliana, svuotandole del tutto) – Concetta pensa invece che anche i dipendenti del Teatro Stabile di Catania vivano mangiando la mattina, a mezzogiorno e finanche la sera…
Chissà se la Nostra è al corrente che il Governo Renzi non ha ancora erogato alla Regione siciliana 550 milioni di Euro: lo sa, o anche al momento dell’approvazione della manovra economica e finanziaria regionale 2016 Concetta era ‘sdoppiata’?