Dopo la disastrosa gestione della ZTL, ‘bocciata’ dal TAR Sicilia, il sindaco di Palermo – che si vuole a tutti i costi ricandidare il prossimo anno alla guida della città – non ha molta speranza di prendere i voti dei 250-300 mila palermitani che vivono o ‘orbitano’ nel ‘rettangolo della borghesia’ (leggere il perimetro della Ei fu ZTL). Così punta sulle periferie. Nella foga, tra ZEL e improbabili risanamenti delle coste, si dimentica dei cani del canile municipale, abbandonati tra fogne e scarafaggi…
Palermo, città dai mille volti. Dove la forma, alla fine, ha quasi sempre la meglio sulla sostanza. Dove apparire è quasi sempre meglio che essere. Dove chi governa alterna bastone e carota. E dove le contraddizioni esplodono una dietro l’altra. Dove non capisci mai se l’attenzione che le pubbliche istituzioni rivolgono improvvisamente verso realtà abbandonate sia frutto di sincero interesse o, al contrario, speculazione politica ed elettorale bell’e buona.
Due notizie, in queste ore, corrono e si rincorrono a Palermo.
Da una parte c’è l’annuncio dell’Amministrazione comunale che avrebbe intenzione di “ripulire lo ZEN”, quartiere che è diventato emblema del degrado non tanto per i cittadini che vivono da quelle parti, ma per il disinteresse storico degli amministratori comunali.
La seconda notizia – che poi non è una notizia, ma ordinaria cattiva amministrazione – è l’abbandono del canile municipale.
Sono due notizie che, messe insieme, danno la misura del pressappochismo nella gestione della cosa pubblica a Palermo.
Già, a Palermo. Dove il sindaco della città, Leoluca Orlando, deve assolutamente recuperare credibilità dopo lo scivolone della ZTL.
Il primo cittadino ha provato a ‘pelare’ circa 250 mila palermitani che vivono o orbitano dentro il perimetro di quella che avrebbe dovuto essere la Zona a Traffico Limitato. Famiglie e imprese (soprattutto commercianti, ma non solo), che avrebbero dovuto rimettere in sesto i traballanti bilanci delle società che fanno capo al Comune (AMAT in testa, ma non solo).
Il balzello proposto dal sindaco è naufragato. ‘Bocciato’ dai giudici del TAR Sicilia. Con il sindaco che, umiliato e offeso, non ha trovato di meglio che definire “selvaggi” i palermitani che si sono rifiutati di foraggiare il Comune di Palermo e le sue clientele chiamate anche società collegate.
Ma Orlando vorrebbe essere rieletto. Il prossimo anno si vota. Dove trovare i voti? Non certo nel ‘rettangolo’ della borghesia panormita che lui, il sindaco, ha cercato di ‘tosare’ con la ZTL. E che, come già ricordato, ha definito “selvaggi”.
Che fare? Non resta che andarsi a cercare i voti nelle periferie. Non in tutte le periferie, però. Perché ci sono le periferie di Palermo che l’Amministrazione comunale ha dovuto abbandonare quando, lo scorso Gennaio, ha fatto partire il Tram. Abbandonare nel senso che sono state lasciate prive del servizio di trasporto delle persone.
Insomma, la già citata AMAT – società comunale che gestisce il trasporto delle persone – per occuparsi del Tram ha dovuto eliminare alcune linee: penalizzando le periferie.
Beh, in queste periferie è meglio che l’Amministrazione comunale non si faccia vedere.
Ma ce ne sono di altre, di periferie, dove qualcosa si può ‘strumintiare’: lo ZEN (quartiere che era stato ribattezzato San Filippo il Moro), Sferracavallo, la costa orientale della città.
Che stranezze, però: il Comune non aveva soldi, doveva a tutti i costi incassare il balzello della ZTL e, dopo che la stessa ZTL è stata ‘inchiummata’ dal TAR Sicilia, lo stesso Comune annuncia interventi massicci lungo le coste e, in generale, nelle periferie della città.
Da qui la domanda: ma ‘sti soldi c’erano o non c’erano? Insomma: se ci sono i soldi per intervenire nelle periferie com’è che, appena quindici giorni fa, il Comune era senza soldi e aveva bisogno degli introiti della ZTL?
Ma la contraddizione ancora più brutta riguarda l’abbandono del canile municipale. Il racconto di quanto succede in questo luogo fa accapponare la pelle:
“Il canile municipale è stato trasformato in un vero e proprio lager. Nei giorni scorsi, ho effettuato una visita ispettiva nei locali del Comune di via Macello, che sono stati trasformati in gabbie per circa 250 cani randagi, costretti a vivere in condizioni vergognose. Questi locali, non avendo l’autorizzazione sanitaria in quanto i liquami vengono riversati direttamente a cielo aperto nel vicino fiume Oreto, sono totalmente abusivi per ospitare gli animali”.
Insomma, a quanto racconta il consigliere comunale Angelo Figuccia, 250 cani vivono in mezzo ai liquami. Rimarranno lì, tra fogna e topi – oltre a non vivere nelle periferie sembra che i cani non votino – oppure verranno trattati come ‘cristiani’ e tolti dal contatto con l’immondizia?
“Subito dopo, mi sono recato dal dirigente del settore, Gabriele Marchese – racconta sempre Figuccia – il quale mi ha sostanzialmente confermato che i locali di via Macello non hanno l’autorizzazione sanitaria, ma esisterebbe un’ordinanza del sindaco Orlando che concederebbe una proroga in deroga per ospitare gli animali in quei locali”.
Insomma, l’autorizzazione sanitaria non c’è: ma trattandosi di cani, beh, possono pure tirare a campare tra scarafaggi e topi…
Così scopriamo che i cani imprigionati nel canile municipale di Palermo rischiano di passare a miglior vita. Del resto, da questa parte della vita – cioè da vivi – oltre che a contatto delle fogne, “sono costretti a vivere in pochi metri quadrati – racconta sempre il consigliere comunale Figuccia – resi così rabbiosi dalla cattività, tanto che in questi giorni sarebbero stati registrati casi di animali che hanno azzannato altri quadrupedi”.
Facciamo una ZTL anche per i cani? Magari non da 100 Euro a testa – ché ‘sti soldi, tra le famiglie della città non ci sono più – ma una colletta per i cani, per non farli vivere in questo modo indegno. Poi, però, scopriamo che il Comune, per i cani, dovrebbe avere a disposizione circa un milione e mezzo di Euro. Che fine hanno fatto questi soldi?
Il solito Figuccia, puntuto, ha scoperto un’altra magagna: “Il Comune spende soldi per spedire alcuni animali in centri della provincia dove ci sono altri canili pubblici, come ad esempio Isnello, che ospita 96 cani, Casteldaccia, dove ci sono 100 animali, o addirittura San Prospero, in provincia di Reggio Emilia, che ospita, a carico delle nostre ‘casse’ comunali, 70 quadrupedi”.
Insomma ‘esportiamo’ cani. E’ per questo, per ‘l’export canino’ che sono spariti i cani randagi del Parco della Favorita?
La nostra, ovviamente, è solo una domanda.
Foto tratta da dipalermo.it
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