La domanda è legittima perché sulla rete, da settimane, leggiamo le lamentele di centinaia e centinaia di ragazzi che hanno effettuato i tirocini formativi – nello scorso anno e nei primi mesi di quest’anno – ma che ancora oggi non sono stati pagati. Così abbiamo deciso di fare un approfondimento. E abbiamo scoperto tante, forse troppo cose interessanti… Il ruolo dei privati e il ruolo dei Centri per l’impiego
Sulla rete si parla molto dei tirocini formativi avviati dalla Regione siciliana. Nella grande maggioranza dei casi non se ne parla bene. Così abbiamo deciso di approfondire questo tema che riguarda circa 48 mila giovani siciliani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Ce ne occupiamo perché molti di questi ragazzi, dopo aver lavorato, dicono di non essere stati pagati. Proviamo a capire cosa è successo e cosa sta succedendo.
Cominciamo col dire che i tirocini formativi rientrano nel Programma Garanzia Giovani. Si tratta di un’iniziativa che è stata voluta dal Parlamento Europeo con uno stanziamento di un bel po’ di quattrini. All’Italia sono stati assegnati un miliardo e 200 milioni di Euro.
Di questi, alla Sicilia sono andati 178 milioni di Euro.
In Sicilia i tirocini formativi non hanno avuto molta fortuna. Tutti ricordano, qualche anno fa, la bagarre tra l’ex assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e l’ex dirigente generale dei dipartimenti Formazione professionale e Lavoro della Regione, Anna Rosa Corsello.
Allora venne scelta la modalità on line per mettere in contatto i ragazzi con le aziende che avrebbero dovuto ospitarli per sei mesi (tanto dura il tirocinio). La scelta della rete si è rivelata disastrosa non soltanto perché sono stati registrati problemi di collegamento, ma anche perché – cosa non certo secondaria – non tutti i Neet (sigla che sta per Not (engaged) in Education, Employment or Training, in italiano anche né-né, per indicare giovani, come già accennato, non impegnati nello studio, né nel lavoro) ‘smanettano’ sulla rete.
Di quello che è successo qualche anno fa non si è saputo più nulla (eppure ci sono responsabilità gravi). Ma, a quanto pare, quello che è stato fatto dopo – da allora fino ai nostri giorni – non sembra aver risolto tutti i problemi. Anzi.
Eppure il tirocinio, di per sé, non dovrebbe essere qualcosa di complicato: si tratta soltanto di mettere in contatto le aziende in cerca di tirocinanti con i ragazzi. Ogni giovane deve lavorare sei mesi per un compenso pari a 3 mila Euro lordi (500 Euro al mese lordi).
Il problema è che, in Sicilia, ogni qualvolta si parla di denaro pubblico che serve per remunerare i cittadini, bisogna fare i conti non due ‘imbuti’: la Pubblica amministrazione che, di solito, non lascia passare un flusso di denaro senza ‘strumintiare’ qualcosa; e la politica che cerca sempre di trasformare questo passaggio di denaro pubblico in consenso elettorale.
Questi due ‘imbuti’, con molta probabilità, sono alla base dei problemi che si stanno registrando nella gestione dei tirocini formativi. Vediamo di raccontare il perché.
Come abbiamo già sottolineato, per la Sicilia lo stanziamento del Programma Garanzia Giovani ammonta a 178 milioni di Euro. Questo Programma si articola in tante misure, che dovrebbero servire per i giovani Neet della Sicilia. Anche se c’è il dubbio che una parte di questi fondi sia stata utilizzata per questioni che hanno poco o punto a che vedere con i giovani che non studiano e non lavorano della nostra Isola.
Per i tirocini formativi sono stati stanziati 35 milioni di Euro più 10 milioni di Euro per pagare i soggetti promotori. Con questi 35 milioni di Euro (presi, lo ricordiamo ancora una volta, dai 178 milioni di Euro del Programma Garanzia Giovani) si sarebbero dovuti avviare ai tirocini formativi 14 mila giovani.
Invece ne sono stati avviati 148 mila! Cioè un po’ più del triplo. Ciò significa che, solo per pagare i giovani tirocinanti servono poco più di 110 milioni di Euro.
Per coprire la differenza sono stati reperiti altri 45 milioni di Euro circa dal Decreto legislativo n. 76 del 2013 e altri 20 milioni di Euro dallo stesso Programma Garanzia Giovani.
Se togliamo le risorse che dovrebbero servire per pagare i soggetti promotori (altri 20 milioni di Euro), per pagare i giovani siciliani che hanno effettuato i tirocini sono stati reperiti circa 90 milioni di Euro: 20 milioni di Euro in meno, stando ai nostri calcoli, rispetto al reale fabbisogno finanziario.
Siamo arrivati alla domanda centrale: questi soldi ci sono? Ci riferiamo ai 90 milioni di Euro che dovrebbero servire per pagare i ragazzi che hanno effettuato i tirocini e ai 30 milioni che dovrebbero servire per pagare i soggetti promotori.
Molti ragazzi che hanno lavorato effettuato i tirocini formativi sostengono di non essere stati pagati. Non tutti, in verità, ma una buona parte sì. Basta andare a legge quello che scrivono su facebook.
E lo scrivono su questa pagina (che potete consultare qui)
e su quast’altra pagina (che potete consultare qui).
Per la cronaca, i giovani vengono avviati presso le aziende da soggetti promotori privati e da soggetti promotori pubblici.
I soggetti privati sono le agenzia del lavoro private. I soggetti pubblici sono i Centri per l’impiego (Cpi) e, adesso, anche le Università e i Comuni della Sicilia.
Abbiamo chiesto ‘lumi’ al titolare di un’agenzia privata: Santo Milici, che opera con un’agenzia che si chiama APIMIC. Gli abbiamo chiesto se le agenzia private sono state pagate.
“A noi non risulta che siano state pagate – ci dice Milici -. E risulta che i pagamenti ai ragazzi siano avvenuti a macchia di leopardo. Ci sono ragazzi che sono stati pagati e ragazzi che non sono ancora stati pagati. A Palermo, ad esempio, tanti ragazzi che hanno effettuato i tirocini formativi non sono stati ancora pagati”.
Abbiamo anche chiesto ‘lumi’ agli uffici della Regione, dipartimento Lavoro. E ci hanno risposto che l’INPS ha praticamente esitato tutte le pratiche di pagamento. Ma siccome sulle pagine facebook leggiamo sì di ragazzi che sono stati pagati, ma anche tante lamentele di ragazzi che non sono stati pagati, beh, i conti non tornano.
Gli uffici della Regione ci spiegano che è solo una questione di tempo. Noi chiediamo il perché i tirocinanti, da un bando di 35 milioni di Euro (più i 10 milioni di Euro per i soggetti promotori), che prevedeva tirocini per 14 mila ragazzi, è diventato un bando per 48 mila giovani. Ci rispondono che queste non sono scelte che adotta la burocrazia, ma la politica.
C’è un altro problema: gira voce che a guadagnarci, in questa storia, potrebbero essere anche soggetti che operano presso la pubblica amministrazione. Voce che viene smentita dagli uffici del dipartimento Lavoro della Regione. Anche in questo caso, è bene capire come stanno le cose.
Abbiamo detto che i soggetti promotori di questi tirocini possono essere pubblici o privati. Ai soggetti privati viene riconosciuta una certa somma che oscilla tra 200 Euro e 500 Euro per ogni giovane avviato al tirocinio formativo. Soldi che, come ci ha detto Santo Milici, titolare dell’agenzia per il lavoro privata APIMIC, non sono ancora stati pagati.
Mentre i dipendenti che operano presso la pubblica amministrazione (per esempio, i dipendenti dei Centri per l’impiego, che fanno capo al dipartimento Lavoro della Regione siciliana) – come ci hanno riferito gli stessi uffici del dipartimento Lavoro della Regione – non hanno diritto a retribuzione.
Dunque la voce che gira, in base alla quale i dipendenti pubblici – coinvolti in qualità di soggetti promotori nei tirocini formativi – starebbero guadagnando soldi in più oltre al proprio stipendio non è vera.
E le missioni che i dipendenti pubblici effettuano nelle aziende private per verificare il buon andamento dei tirocini formativi? O sono gratuite, o sono pagate con i fondi della Regione. In questo secondo caso, sarebbe un fatto strano: una Regione che ha lasciato senza retribuzione migliaia di persone trova i soldi per pagare il lavoro straordinario a un certo numero di dipendenti nel settore dei tirocini formativi?
Davanti a questo scenario che abbiamo per sommi capi descritto non possiamo che rimanere perplessi. Tante, troppe cose, in questa storia, non ci convincono. Ricordiamo che, nel 2013, una parte dei fondi di Garanzia Giovani destinati alla Sicilia è stata utilizzata per fini che avevano poco a che vedere con i giovani siciliani che non studiano e non lavorano. Cosa, questa, che ci viene confermata dall’economista Daniele Fano, che ha seguito e segue, passo dopo passo, l’applicazione di Garanzia Giovani nel nostro Paese:
“Purtroppo in alcune Regioni del Sud Italia lo spirito di Garanzia Giovani è stato bellamente disatteso. In alcune realtà italiane questo Programma voluto dal Parlamento Europeo ha funzionato. Mentre in alcune aree del Mezzogiorno, spiace dirlo, siamo davanti a una farsa”.
Per caso, in questa farsa, è coinvolta la Sicilia?
Chiediamo a Fano se è corretto che, con Garanzia Giovani, ci guadagnino i dipendenti pubblici, magari accaparrandosi i soldi che dovrebbero andare ai giovani: “Se è avvenuta una cosa del genere saremmo davanti a un fatto gravissimo”, di spiega l’economista.
Che dire alla fine del nostro ‘viaggio’ nel complicato mondo dei tirocini formativi della Sicilia? Che questa storia non ci convince affatto. Non ci convince l’esplosione di tirocini formativi, passati, come già ricordato, da 14 mila a 48 mila. Non ci convince il fatto che i soggetti promotori privati non siano stati pagati. Non ci convince ‘l’attivismo’ dei Centri per l’impiego.
E non ci convincono, soprattutto, i ritardi nei pagamenti ai ragazzi che hanno lavorato.
Così invitiamo i ragazzi che hanno effettuato i tirocini formativi e che ancora oggi non sono stati pagati a segnalarci la propria situazione. Possono farlo contattandoci alla seguente E-mail:
inuovivespri@gmail.com