La ‘botta’, per i ‘pubblicani’ di Palazzo delle Aquile, è stata forte. ma questi non demordono. Anche se Orlando e compagni sono un po’ ‘quartiati’: hanno capito che i “selvaggi” (così il sindaco ha dipinto i palermitani che si sono opposti alla ZTL ‘pirandelliana’), il prossimo anno, potrebbero non votarli. Per non pensarci se ne sono andati a Terrasini a mangiare e bere. E a riconfermare l’assessore Giusto Catania per i ‘grandi successi di pubblico’ che ha ottenuto fino ad oggi…
Da qualche giorno sulla rete – e anche su alcuni giornali – è iniziata una campagna di disinformazione sulle disavventure della ZTL e dell’Amministrazione comunale di Palermo che ha patrocinato un fallimento politico e amministrativo sanzionato dal TAR Sicilia. Scienziati, o presunti tali, intellettuali, o presunti tali, e chi più ne ha più ne metta, in queste ore, si affannano a blaterare su un’inesistente Piano per la mobilità sostenibile della città di Palermo che sarebbe stato bloccato da “selvaggi” (questa è la definizione che dei palermitani contrari alla Zona a Traffico Limitato (ZTL) ha dato il sindaco Leoluca Orlando) e dai giudici del Tribunale Amministrativo Regionale.
La realtà è ben diversa. I cittadini di Palermo – famiglie e imprese – si sono difesi dal tentativo, portato avanti dall’Amministrazione guidata da Leoluca Orlando, di fare ‘cassa’ con la scusa della mobilità sostenibile. Ora proveremo a ricostruire questa storia facendo chiarezza – con l’ausilio di fatti oggettivi – sulla ZTL, sul Tram, sull’AMAT e, in generale, sulle società controllate dal Comune di Palermo.
Cominciamo col dire che la delibera sull’istituzione della ZTL è stata portata in Consiglio comunale, alla fine dello scorso Dicembre, in frett’e furia, allegata al contratto tra Comune e AMAT, la società controllata dallo stesso Comune di Palermo che gestisce il servizio per il trasporto pubblico delle persone. In questa delibera, oltre al contratto tra Comune e AMAT (contratto che affida alla stessa AMAT la gestione delle tre o quattro linea di Tram), viene anche prevista l’istituzione della ZTL.
Una delibera che avrebbe dovuto essere studiata e discussa con grande attenzione, visto che affronta il tema della salute dei cittadini (la ZTL, per definizione, si istituisce per limitare il traffico di autoveicoli), è stata invece approvata in fretta. Ricordiamo che 24 consiglieri comunali (i cui nomi potete leggere qui) hanno votato in favore della ZTL pur sapendo che il Piano Generale del Traffico Urbano (PTGU) era scaduto.
Non si tratta di un fatto secondario, ma di un elemento centrale: tant’è vero che è stato uno degli oggetti del ricorso al TAR Sicilia presentato dalle associazioni Bispensiero, Vivo Civile e Comitato Salviamo il Cuore di Palermo e da 200 cittadini assistiti dagli avvocati Alessandro Dagnino e Giovanni Scimone (e dalla vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta – che nella vita da l’avvocato – che si è assunta, in quasi solitudine, la responsabilità politica di questa battaglia contro l’attuale Amministrazione comunale).
Questo elemento è importante e centrale, perché dai rilievi delle centraline è venuto fuori che alcune delle aree della città dove l’inquinamento dell’aria è maggiore sono rimaste fuori dal perimetro della ZTL che era stato individuato dall’Amministrazione comunale.
Dal dibattito andato in scena lo scorso Dicembre a Sala delle Lapidi – sede del Consiglio comunale di Palermo – è venuto fuori, con chiarezza, che la ZTL non avrebbe dovuto essere istituita per tutelare l’aria e, quindi, la salute dei cittadini, ma per fare ‘cassa’.
In altre parole, è stato affermato a chiare lettere che la ZTL, o meglio, che gli introiti della ZTL sarebbero serviti a finanziaria le linea di Tram. Tant’è vero che oggi i sindacalisti di COBAS e UGL accusano l’Amministrazione comunale di aver “legato Tram e ZTL” (come potete leggere qui).
Già lo scorso Dicembre, insomma, erano chiare la contraddizioni di questo provvedimento amministrativo.
Prima contraddizione: la ZTL, che avrebbe dovuto tutelare la salute dei cittadini, in realtà avrebbe consentito agli stessi cittadini di entrare nel perimetro della ZTL inquinando!
Seconda contraddizione: il Tram – peraltro costato un ‘botto’ di soldi: oltre 320 milioni di Euro per una quindicina di chilometri di strada ferrata cittadina, senza gallerie – dovrebbe convincere i cittadini a lasciare l’auto a casa: ma se lasciano l’auto a casa e prendono il Tram fanno venire meno le risorse finanziarie per sostenere il Tram!
Non a caso questo blog ha più volte scritto di una ZTL ‘pirandelliana’…
Queste ed altre contraddizioni sono state segnalate nei già citati risorsi al TAR. Ma l’Amministrazione comunale è andava avanti lo stesso. E l’ha fatto all’insegna della confusione, assegnando all’AMAT le entrate della ZTL, rafforzando il legame tra ZTL e Tram.
Legame che prima è stato smentito in parte dall’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, che ha provato a dimostrare che la ZTL impediva l’accesso ad alcune automobili (in realtà, solo alle più vecchie, che sono une percentuale irrisoria).
A smentire i legami tra ZTL e Tram ha provato nei giorni precedenti il pronunciamento del TAR lo stesso sindaco Orlando, che ha provato a rivoltare la ‘frittata’ dicendo che lui, in quanto primo cittadino, sarebbe stato ben felice se i palermitani non avessero acquistato il pass, perché sarebbe diminuito l’inquinamento.
Precisazione tardiva, che non ha incantato i giudici del TAR, che si sono limitati a ‘bocciare’ un provvedimento amministrativo sbagliato e illegittimo.
Ricordiamo che i giudici amministrativi prima hanno interrotto la vendita dei pass per l’accesso alla ZTL (bloccando anche gli aumenti dei parcheggi sulle strisce blu che l’Amministrazione comunale, inopinatamente, ha applicato sbagliando: come segnalato tempestivamente da Massimo Merighi che il nostro blog ha ripreso in tempo reale, come potete leggere qui) e poi accogliendo la richiesta di sospensiva della ZTL, rinviando a Novembre la trattazione del merito.
In Comune di Palermo, nel frattempo, ha perseverato nei propri errori.
Ha stabilito – non si capisce in base a quali parametri – che i cittadini avrebbero dovuto pagare 100 Euro per automobile all’anno. Il tutto senza distinguere tra famiglie abbienti e meno abbienti: eppure a Palermo i poveri non mancano: e delle ragioni di questi poveri avrebbe dovuto farsi carico soprattutto l’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, di Rifondazione comunista: non dovrebbe essere un partito che si dice di sinistra a tutelare i più deboli?
Ma questo partito – oggettivamente composto da radical chic – in questa storia, invece di prendere le difese del meno abbienti, ha preso le difese dell’assessore Catania, che ancora ieri si è accreditato esponente di non abbiamo ancora capito quale sinistra…
Dunque 100 Euro ad automobile all’anno per i cittadini che vivono fuori dalla ZTL e 90 Euro all’anno ad automobile per chi risiede dentro la ZTL (che già paga per il parcheggio).
Di fatto, il Comune aveva creato una disparità di trattamento tra cittadini che vivono al di fuori della ZTL e cittadini che vivono dentro il perimetro della ZTL. I primi avrebbero potuto scegliere di non pagare il pass e, di conseguenza, di non entrare nel perimetro della ZTL nelle ore in cui la stessa ZTL è attiva. I secondi, solo perché abitano dentro il perimetro della ZTL avrebbero dovuto pagare con un’agevolazione di appena 10 Euro in meno.
Che dire, poi, del caos creato dall’Amministrazione comunale con la vendita dei pass? Due società comunali impegnate – AMAT e SISPI – che non sono riuscite ad assicurare un servizio decente, imponendo ai cittadini (ai cittadini costretti a file di ore ed ore) per acquistare il pass.
La scorrettezza dell’Amministrazione comunale, nella vendita dei pass, è stata senza limiti. Il Comune è riuscito a piazzare appena 20 mila pass su una previsione di 250 mila per proprie carenze. E avrebbe appioppato le contravvenzioni ai ‘ritardatari’ se i giudici del TAR non avessero bloccato una manfrina indecente!
Insomma, se non fosse intervenuto il TAR avremmo potuto assistere a cittadini multati perché senza pass, quando la responsabilità dei pass non venduti era legata ai disservizi di AMAT e SISPI.
A proposito della SISPI – la società che dovrebbe informatizzare gli uffici del Comune di Palermo – va detto che costa 13 milioni di Euro all’anno (come potete leggere qui). Soldi spesi ‘bene’, se è vero che i tecnici di questa società non sono riusciti a organizzare un efficiente servizio di vendita on line dei pass…
Dopo tutto quello che Orlando, Catania e compagnia bella hanno combinato, spuntano alcuni ‘Solini’ e iniziano a pontificare. Provando a raccontare fatti che o non conoscono, o che raccontano in malafede.
E’ il caso del professore Gianni Silvestrini, uno tecnico che, nel giro di pochi mesi, sul Tram di Palermo, è riuscito ad affermate tutto e il contrario di tutto. Prima ha detto che a Palermo, sul Tram, “hanno sbagliato tutto” (come potete leggere qui). Questo lo diceva il 25 marzo dello scorso anno. Sei mesi dopo ha affermato l’esatto contrario (come potete leggere qui).
Qualche giorno fa il professore Silvestrini ha ritenuto opportuno intervenire sulla ZTL della discordia:
“Sentenza del TAR che blocca la ZTL a Palermo perché ‘troppo grande’ perché ‘non tutela la qualità dell’aria’… e così via. Ma come si permettono? Hanno utilizzato dei modelli di simulazione del traffico? E’ assurdo che una Amministrazione non possa definire una propria politica della mobilità! L’unica strada da percorrere è quella seguita dal Comune di Milano che ha effettuato un Referendum per verificare l’interesse dei cittadini all’introduzione di un sistema di Road Pricing ottenendo una larghissima maggioranza a favore. Tra l’altro, a Palermo si propone di far pagare 0,35 €/giorno, mentre a Milano l’accesso costa oltre dieci volte di più. Risultato: nella capitale lombarda si sono avute 38.000 auto in meno in circolazione e una riduzione del 38% delle concentrazioni di polveri fini nel giro di quattro anni. Vogliamo far rinascere Palermo, allargare le zone pedonalizzate, rendere più veloci e frequenti i mezzi pubblici, valorizzare il car e bike sharing? Chiediamo un referendum sulla mobilità sostenibile!”.
A parte l’attacco ai giudici del TAR Sicilia, che il professore Silvestrini si poteva pure risparmiare, chiediamo: il professore conosce la differenza di reddito pro capite tra Milano e Palermo? Sa che l’Amministrazione comunale ha provato a introdurre una ZTL – come abbiamo ricordato – con il PGTU scaduto? Prima di fare il ‘tifo’ – o la propaganda – non sarebbe corretto informarsi bene sul come stanno le cose?
La vogliamo raccontare la verità, professore Silvestrini? Le tre o quattro linee di Tram – i 15 chilometri circa di strada ferrata realizzata a tempo di record in città costati un ‘botto’ di soldi – sono state realizzate per giustificare i veri lavori ferroviari bloccati.
Ci riferiamo al Passante ferroviario, che è già costato 800 milioni di Euro, ha cagionato danni enormi alla città – danni economici e danni ecologici – ed è bloccato. Tutto fermo per problemi tecnici insorti durante l’esecuzione dei lavori.
Per non parlare dell’altra opera ferroviaria – la chiusura dell’anello ferroviario (che poi non è affatto un anello) – con i lavori bloccati perché l’impresa che stava realizzando tale opera è rimasta infognata in un’inchiesta giudiziaria grave. Un’altra opera da circa 100 milioni di Euro che ha creato enormi danni alla città ed enormi disagi ai cittadini (gli alberi di Piazza Politeama tagliati, la stessa Piazza centrale di Palermo sfregiata dai cantieri, via Emerico Amari chiusa al traffico, via Sicilia chiusa al traffico, viale Lazio chiusa al traffico) per ottenere il nulla di fatto.
Davanti a questo sfascio l’Amministrazione Orlando aveva l’esigenza di esibire un ‘pupo’ qualunque esso fosse. Da qui la realizzazione e l’apertura di queste tre o quattro linea di Tram in tempi ristrettissimi (e con pesanti ombre sui costi: basti pensare ai rilievi mossi dall’Autorità Nazionale Anticorruzione nell’Autunno del 2014: rilievi sui quali si dovrà pronunciare la Corte dei Conti che, almeno questo, è un’istituzioni che non fa ‘sconti’ a nessuno).
Il ‘pupo’ che Orlando esibisce – per cercare di nascondere tre anni di appalti ferroviari che hanno solo reso caotica la mobilità – è il Tram. Ma è un ‘pupo’ costoso.
Tutta la storia della ZTL, alla fine, è nata per trovare i soldi per il Tram. Che costa – così si dice – 22 milioni di Euro all’anno considerando il personale, circa 15 milioni all’anno ‘mansi’, considerato che i costi dello stesso personale sono a carico dell’AMAT. A noi ‘sti conti non convincono, ma diamoli per buoni.
Colpisce, ad esempio, il costo di 10 milioni di Euro all’anno per la manutenzione delle carrozze. Cosa sarebbe successo se, nella Prima Repubblica, qualcuno avesse affermato che la manutenzione di 17 carrozze, o giù di lì, costava quasi 20 miliardi di vecchie lire all’anno? Probabilmente qualcuno sarebbe finito internato in un manicomio.
Oggi invece si dà per buono che la manutenzione debba costare circa 10 milioni di Euro all’anno. Del resto, un’opera costata circa 20 milioni di Euro al chilometro…
La verità è che, adesso, al ‘buco’ dell’AMAT che sfiora i 7 milioni di Euro all’anno si aggiungeranno anche i ‘buchi’ del Tram.
Gli sprechi dell’AMAT sono noti (li potete leggere qui dove, in buona parte, sono elencati): la manutenzione dei mezzi affidata a soggetti esterni, incarichi affidati a soggetti esterni e via continuando.
Per non parlare degli sprechi di altre società controllate dal Comune di Palermo (che potete leggere qui).
Insomma, prima di pensare a tassare i cittadini l’Amministrazione comunale potrebbe ridurre gli sprechi. Ma non può farlo, perché gli sprechi delle società collegate danno consenso agli attuali amministratori comunali. Che, non sapendo dove trovare i soldi per tenere in piedi tutto questo ambaradan, non trova di meglio che mettere le mani nelle tasche dei cittadini (delle famiglie e anche delle imprese, perché la ZTL avrebbe penalizzato in modo pesante le attività commerciali che operano dentro il perimetro della ZTL).
E oggi? Dopo la batosta, Orlando, i consiglieri comunali fedeli e gli altri protagonisti di questa disastrosa esperienza amministrativa se ne sono andati a Terrasini a mangiare e bere e a ‘leccarsi’ le ferite. Gli sarà servita la lezione? A nostro avviso, no. Tant’è vero che Orlando ha detto che i cittadini palermitani sarebbero dei “selvaggi” (come potete leggere qui).
Simpatico, il sindaco di Palermo: chi non gli paga l’obolo per mantenere in piedi il sui circo equestre di clientele è un “selvaggio”. I palermitani cari al primo cittadino sono quelli che sorridono e pagano. Quelli che rifiutano di fare la parte del bancomat del Comune a lui non piacciono.
Eh già, perché questi signori del Comune di Palermo sono come i ‘vampiri’: solo che, al posto del sangue, cercano di succhiare i soldi dei palermitani.
Ci riproveranno? Secondo noi, sì, a breve. ‘Strumentieranno’ qualche altra cosa per arraffare risorse finanziarie togliendoli dalle tasche dei cittadini. Noi non escludiamo che l’Amministrazione si rivolga al CGA, sigla che sta per Consiglio di Giustizia Amministrativa, in Sicilia organi di appello del TAR.
Ultima considerazione politica. Il Comune di Palermo paga anche il taglio delle entrate statali e regionali. Ma il sindaco non se la prende con Renzi e con Crocetta. Ma cerca, di fatto, di attenersi alle indicazioni del Governo Renzi: ‘pelare’ i cittadini fino all’inverosimile.
Tasse, tasse tasse: ed è quello che ha fatto l’Amministrazione Orlando in questi quasi quattro anni di governo della città: tant’è vero che la povertà aumenta, i consumi diminuiscono, la disoccupazione impazza e gli esercizi commerciali chiudono.
E come possono resistere gli esercizi commerciali se l’Amministrazione comunale si prende i soldi che i cittadini dovrebbero utilizzare per acquistare vestiti, per andare nei ristoranti, nei cinema e nei bar?
In tutto questo, sempre a Terrasini, tra una mangiata e una bevuta, il sindaco ha deciso che l’assessore Catania – quello che voleva fare pagare la ZTL anche ai poveri – resta al suo posto. Insieme all’assessore Catania inamovibile Orlando prepara la sua ricandidatura con la ‘sinistra’. Signori, c’è da ridere.