Conoscere i personaggi che danno i nomi alle vie delle città della nostra Isola è importante: perché senza memoria storica non si può costruire il futuro. Ma ancora più importante è riflettere su chi ha dato la vita per la propria terra: questo ci fa capire quanto fanno schifo gli ascari – purtroppo oggi presenti ed ‘attivi’ – che svendono la Sicilia per un piatto di lenticchie
A Palermo, tra la Piazza Sant’Oliva e la Piazza Goffredo Mameli, si apre una strada elegante e silenziosa, intitolata a Nicolò Garzilli, patriota, siciliano d’adozione, trucidato dalla polizia borbonica all‘età di soli 20 anni.
Allievo del gesuita Benedetto D’Acquisto, partecipò alla rivoluzione scoppiata il 12 gennaio 1848, a seguito della quale la Sicilia proclamò la sua indipendenza da Napoli.
Domata nel sangue la rivoluzione, Garzilli fu poi arrestato. Tornato in libertà, organizzò una rivolta in piazza della Fieravecchia il giorno 27 gennaio 1850, ma anche lui, come accadrà agli insorti del 4 aprile 1860, fu tradito. Venne arrestato e fucilato il giorno dopo insieme ad altri cinque patrioti.
Onore a lui e ai suoi compagni Rosario Aiello, Giuseppe Caldara, Giuseppe Garofalo, Vincenzo Mondini e Paolo de Luca. Eterno ludibrio al traditore Santamarina e a tutti i siciliani che come lui hanno venduto e vendono la Sicilia per un piatto di lenticchie.