Lo dice una sentenza della Cassazione che ci lascia attoniti. Una sentenza razzista che promuove un libro che il professor Massimo Costa definisce “lombrosiano”. E che ci autorizza a dare la stessa definizione ad uno Stato coinvolto nelle stragi e che ospita mafiosi nelle sue Tv. L’appello ai docenti siciliani a boicottare questa casa editrice per non infarcire la testa dei ragazzi delle menzogne della cultura ufficiale che vuole la Sicilia
Se poi qualcuno continua a dire che la Sicilia non ha nessuna speranza di riscatto finché farà parte dello Stato italiano non meravigliatevi più di tanto. Non c’è solo l’economia a suggerire questa ipotesi (con una Sicilia soffocata da politiche nordiste sin dall’indomani dell’Unità d’Italia come hanno dimostrato i più grandi studiosi del tema) ma anche la cultura ufficiale che ci ha regalato l’ennesima perla di saggezza.
Ci riferiamo alla sentenza della Corte di Cassazione che, in buona sostanza, ha detto che definire ‘mafiosa’ la Sicilia sui libri è lecito.
Il pronunciamento nasce da un ricorso del Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che, in un più unico che raro sussulto di orgoglio, aveva denunciato la casa editrice Principato e gli autori del libro ‘Geo Italia, per avere pubblicato i soliti giudizi superficiali e diffamatori sulla Sicilia.
In primo grado, la casa editrice era stata condannata a risarcire la regione con 50 mila euro e a non ristampare i passi offensivi. La Corte di Cassazione, invece, ha ribaltato tutto confermando la sentenza d’appello.
«Corrisponde al legittimo esercizio del diritto di libertà di insegnamento, – scrive la Cassazione- garantito dall’art. 33 della Costituzione, l’impiego, in un libro di testo destinato a studenti di scuola media inferiore e quindi ad essere adottato da un docente e studiato sotto la sua direzione, di espressioni e di giudizi generali nel loro complesso perentoriamente negativi sulle condizioni e sulla complessiva realtà socioeconomica di una intera Regione, se articolati nel rispetto della correttezza formale e con sufficiente richiamo ai contesti storici e di cronaca anche recente, non esigendosi dagli autori di quello, neppure in considerazione dei destinatari dell’opera, alcuna autolimitazione o modalità particolari di formulazione, quali la moderazione o la misurazione delle espressioni o la modificazione dei toni dei giudizi, purchè appunto le une e gli altri oggettivamente corretti e rispondenti almeno in linea di massima a fatti storicamente veri».
Quindi i ragazzi continueranno a studiare che «Il potere mafioso ha stabilito sull’isola un clima di violenza che avvelena i rapporti tra la gente, dissangua ogni attività economica e impedisce di governare per il bene della collettività». E così via.
Domanda: visto che ormai pure i ciottoli delle spiagge sanno che la mafia si è infiltrata nelle istituzioni italiane tanto che ormai le stragi più violente- da Capaci a via D’Amelio- si definiscono ‘stragi di Stato’, vuol dire che si può scrivere nei libri che lo Stato italiano è mafioso? Per coerenza, la risposta dovrebbe essere affermativa. Anche considerando il fatto che ormai lo Stato, attraverso la sua televisione, i mafiosi li ha sdoganati (ci riferiamo all’intervista a Porta a Porta del figlio del bosso Totò Riina che ha offeso le famiglia delle vittime di mafia e indignato la Sicilia). Quindi, se due più due fa quattro, ci aspettiamo di leggere sui prossimi libri di testo le stesse conclusioni ritenute lecite quando si parla di Sicilia.
Sul caso, obiettivamente scandaloso, interviene il professor Massimo Costa di Siciliani Liberi che definisce il libro ‘lombrosiano’ e lancia un appello a tutti i docenti siciliani a non adottare più i testi di questa casa editrice:
“La mafia c’è e c’è stata certo, ma dipingere l’intera società come dominata e avvelenata dai rapporti mafiosi è semplicemente un’indecenza razzista, che fra l’altro farebbe comodo solo agli stessi mafiosi. Non è per caso per lo stesso motivo che la TV italiana invita i figli degli stragisti mafiosi nei suoi salotti buoni? E’ così che ci vuole l’Italia. L’Italia ci vuole mafiosi. Ma sappiano che per noi è l’Italia che è mafiosa.E’ così che ci vuole l’Italia. L’Italia ci vuole mafiosi. Ma sappiano che per noi è l’Italia che è mafiosa- si legge su un post pubblicato sul sito di Siciliani Liberi- Come pensate che cresceranno i nostri ragazzi leggendo questa affermazione? Che idea pensate si faranno i ragazzi italiani della Sicilia e dei suoi abitanti”?
“Il fatto è gravissimo, e la Corte di Cassazione si è macchiata di una sentenza degna di un tribunale razziale”.
“Il libro- prosegue Costa sul post- dice agli studenti chiaro e tondo che la Sicilia è mafiosa, che è governata dalla mafia. E ciò è semplicemente falso. La mafia c’è come in tutta l’Italia, meno che in molte altre regioni, anche del Nord. In questo modo invece si accredita un’immagine di una mafia dominante e invincibile, oltre che un’irredimibile mafiosità della Sicilia”.
E ancora, a proposito dell’affermazione contenuta nel testo secondo cui ‘La Sicilia è una regione che riceve dallo Stato più di quello che dà, e consuma più di quello che produce’, fa notare il leader di Siciliani Liberi che “ a parte il fatto che l’affermazione, soprattutto nella sua prima parte, è semplicemente falsa. Ed è facilmente argomentabile con statistiche economiche alla mano. L’affermazione è però nel suo complesso volutamente discriminatoria. La volontà di chi ha scritto il libro non è quella apparente di parlare di economia, ma di additare a pubblico ludibrio, come fanno ogni giorno tutte le TV e i giornali nazionali, la Sicilia come una “MANTENUTA”. Cioè, la finalità complessiva è quella di continuare sui banchi di scuola quello che è oggi l’insostenibile e continuo linciaggio mediatico, per fare diventare la Sicilia il capro espiatorio di tutti i mali nazionali. Il fine vero, e semplicemente evidente da queste affermazione, è quello di dipingere i Siciliani, nella realtà spogliati e vessati di tutto, come un popolo di parassiti. E, verso i parassiti, si scatena naturalmente l’odio collettivo. E’ questo il fine del libro di testo, non altro, in queste lapidarie ed errate informazioni di carattere economico.
Perché – si chiede il prof Costa- non dice il testo qual è lo sfruttamento energetico della Sicilia, lo sfruttamento economico, i tagli a scuola e università, la slealtà dello Stato, certificata dalla Corte dei Conti, che impone alla sola Sicilia il sacrificio più alto d’Italia per il “risanamento della finanza pubblica statale”? Nulla di tutto questo. Solo l’insulto, gratuito e razzista”.
Insomma, si tratta di una vergogna dinnanzi alla quale non si può tacere.