Proviamo a illustrare i punti ‘caldi’ del ricorso. La ‘filosofia’ di un provvedimento che non convince. La polemica sulle tariffe. L’incognita sulla gestione degli introiti. La legge regionale che l’Amministrazione Orlando ha ignorato. Lo sfascio ormai acclarato di AMAT e SISPI. La polemica sul ricorso a una banca. E i tre possibili scenari
Oggi il TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale) si pronuncerà sul ricorso contro l’istituzione, voluta dall’Amministrazione comunale di Palermo, di una Zona a Traffico Limitato (ZTL) che, in verità – vista la grande estensione – somiglia tanto a una tassa di circolazione automobilistica aggiuntiva.
L’appuntamento è molto sentito, perché contro questa strana ZTL si sono già espressi non soltanto i promotori del ricorso, ma anche anche gli imprenditori della città – con in testa i commercianti – e gli ordini professionali. Insomma, nel complesso, le famiglie e le imprese non sono affatto d’accordo su questo nuovo balzello.
Proviamo adesso a descrivere quali sono gli elementi di questo ricorso sul quale si dovranno pronunciare i giudici amministrativi.
La ‘filosofia’. La ZTL, per definizione, punta a ridurre l’inquinamento provocato dagli scarichi delle automobili. Il principio è semplice: chi inquina paga, chi non inquina non paga. Con la ZTL messa su dall’attuale Amministrazione comunale di Palermo quasi tutti possono inquinare: l’importante è che paghino (il traffico è interdetto solo alle automobili ‘del tempo che fu’, che sono un’esigua minoranza). A questo punto la domanda è d’obbligo: dov’è il disincentivo all’uso dell’automobile?
I residenti e la disparità di trattamento. Chi vive fuori dal perimetro della ZTL può scegliere di non pagare il pass (che costa 100 Euro all’anno) e non entrare nella Zona a Traffico Limitato (nelle ore in cui il divieto di transito è in vigore). Chi vive dentro la ZTL è costretto a pagare il pass (90 Euro all’anno con uno scontro di 10 Euro). Da qui una disparità di trattamento tra i cittadini.
Le tariffe. Il disincentivo all’utilizzazione dell’automobile deve essere parametrato alla presenza di inquinamento. Il problema è che, molte delle centraline che dovrebbero registrare i livelli d’inquinamento dell’aria non funzionano. E quelle che funzionano segnalano una situazione paradossale: ovvero la presenza di alti livelli d’inquinamento in alcune aree della città che sono al di fuori del perimetro della ZTL. E’ il caso di via Evangelista Di Blasi – area cittadina che sta fuori dalla ZTL – dove i livelli d’inquinamento sono elevatissimi (in realtà, a Palermo, la zona più inquinata è sempre stata la lunga striscia della Circonvallazione).
Chi gestirà gli introiti? Sulle entrate della ZTL – e soprattutto sulla gestione di queste somme – la confusione è totale. Nel Dicembre dello scorso anno il provvedimento è stato presentato dalla Giunta comunale come un mezzo per sostenere le spese del Tram. Non a caso, con una forzatura amministrativa, ad incassare gli introiti della ZTL è stata delegata l’AMAT, l’Azienda per il trasporto pubblico delle persone. Già questo è un passaggio che è stato subito contestato. Perché una ZTL – come già ricordato – non serve per fare ‘cassa’, ma per disincentivare l’uso dell’automobile.
Questa scelta ha creato confusione. E una contraddizione: perché se il Tram vede la luce in alternativa all’automobile non può essere sostenuto da chi paga per entrare nella ZTL con la stessa automobile!
Il sindaco Orlando solo negli ultimi giorni ha capito che, su questo punto, la sua Amministrazione è finita in un tunnel senza uscita. Oggi il primo cittadino afferma che la ZTL non viene istituita per fare ‘cassa’, ma solo per disincentivare l’uso dell’automobile. Ma lo dice dopo che la sua amministrazione – con la già ricordata forzatura amministrativa – ha delegato all’AMAT la riscossione degli introiti della ZTL.
Con le attuali dichiarazioni – che smentiscono la tesi, sostenuta nei mesi scorsi, di una ZTL istituita per sostenere il Tram – il sindaco ha aumentato la confusione. Perché adesso non si capisce dove finiranno gli introiti della ZTL e per quali finalità dovranno essere utilizzate. Si è creato un ulteriore paradosso: gli introiti delle ZTL non possono finire nelle ‘casse’ dell’AMAT (contrariamente a quanto è stato detto e scritto lo scorso Dicembre), ma non possono nemmeno finire nel Bilancio del Comune perché questo non è previsto.
Il risultato è che, per queste somme, manca il vincolo di destinazione.
La legge regionale. Una norma della legge regionale di stabilità 2016 sostiene che la competenza su tale materia è del Consiglio comunale. L’Amministrazione comunale sostiene che la competenza è della Giunta. Ma in questo momento la legge è in vigore. E non può essere ignorata.
In ogni caso, a monte di una ZTL ci dovrebbero essere gli studi accurati: ovvero un Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) aggiornato. Il PGTU del Comune di Palermo è stato programmato nel 2010, approvato nel 2013 e scaduto lo scorso anno. Andrebbe aggiornato.
La ‘censura’ del TAR al Comune di Palermo – Poi ci sono gli ultimi atti. Agli osservatori attenti non sfugge un elemento: e cioè che su un aspetto della ZTL – peraltro centrale – il TAR Sicilia si è già pronunciato, di fatto censurando l’operato del Comune di Palermo. Sono stati i giudici amministrativi – e non l’Amministrazione comunale – a bloccare l’entrata in vigore della stessa ZTL.
Perché i giudici del TAR hanno bloccato l’entrata in vigore della ZTL? Perché il Comune di Palermo, che non è stato in grado di assicurare i pass ai cittadini che ne hanno fatto richiesta, aveva previsto sanzioni per gli stessi cittadini (in questo caso il riferimento è soprattutto ai residenti e a chi è costretto per lavoro ad entrare nel perimetro della ZTL) rimasti senza pass.
In parole più semplici, il Comune aveva creato una situazione per la quale avrebbe fatto pagare ai cittadini le proprie inefficienze e la propria disorganizzazione. Infatti, ben due società controllate dallo stesso Comune di Palermo – AMAT e SISPI – non sono state in grado di mettere i cittadini nelle condizioni di acquistare il pass.
Il giudici del TAR sono intervenuti per evitare che il Comune di Palermo traesse ingiusto profitto sulla pelle dei cittadini obbligati ad acquistare il pass, ma rimasti senza pass per le già citate inefficienze dell’Amministrazione comunale.
Un’altra vicenda incredibile – e questa è recente – è il ricorso, da parte del Comune, a una banca per la vendita dei pass. Il Comune ha preso atto che due suo società – AMAT e SISPI – non sono in grado di rilasciare i 300 mila pass previsti. E si è rivolto ad una banca. Ma come ha scritto in un comunicato la vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta (come potete leggere qui), l’ha fatto senza ricorrere all’evidenza pubblica.
“Qual è l’urgenza che dovrebbe giustificare il mancato ricorso all’evidenza pubblica nell’individuazione di una banca?”, fa notare Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato.
Insomma, in questa storia gli inghippi e il caos amministrativo trionfano.
Cosa faranno i giudici del TAR?
Gli scenari potrebbero essere tre.
Primo scenario: daranno ragione al Comune di Palermo. Smentendo, di fatto, un pronunciamento di qualche anno fa, quando hanno ‘bocciato’ la ZTL dell’ex sindaco, Diego Cammarata.
Secondo scenario: daranno ragione ai protagonisti del ricorso.
Terzo scenario: cercheranno di salvare capre e cavoli, ovvero un compromesso per non fare perdere totalmente la faccia a un’Amministrazione comunale che ha creato solo caos su un argomento delicato.
Il secondo scenario riporterebbe la calma in città.
Il primo scenario darebbe il via a una stagione di polemiche, perché gli imprenditori – commercianti in testa – e gli ordini professionali darebbero battaglia.
Con il terzo scenario si potrebbe tentare – o forse imporre al Comune – la ragionevolezza che la politica, fino ad oggi, non è riuscita a trovare da sé.
Foto tratta da tp24.it
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