Sono i soldi che il Governo Renzi si è impegnato a versare nelle ‘casse’ regionali con la garanzia dell’assessore-commissario, Alessandro Baccei. Solo che questi soldi non sono ancora arrivati. E se non dovessero arrivare? Partendo da una nota su facebook del sindacalista dei Cobas regionali, Benedetto Mineo, ricostruiamo come, nel silenzio generale, i siciliani hanno già pagato un miliardo e 500 milioni di Euro (tra minori servizi e tagli di indennità a carico di tante categorie sociali). E come, con molta probabilità, pagheranno anche i 500 milioni di Euro che il Governo Renzi potrebbe non erogare
Scrive su facebook Benedetto Mineo, sindacalista dei Cobas della Regione:
“La Giunta di governo ha approvato nel pomeriggio di ieri la ripartizione delle risorse economiche nei capitoli di Bilancio. Scongiurato, almeno per il momento, il pericolo di un ritardo nell’erogazione degli stipendi che oggi mercoledì sono già in Ragioneria e nelle prossime ore saranno inviati alla cassa regionale”.
Da quello che si capisce non ci dovrebbero essere ritardi nell’erogazione degli stipendi dei dipendenti regionali. I dubbi nascevano dal fatto che la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione con oltre 15 giorni di ritardo avrebbe potuto creare ritardi. Problema che, a quanto dice Mineo, sarebbe stato scongiurato.
Insomma, il Governo di Rosario Crocetta, che in tre anni è riuscito a creare problemi a tutta la Sicilia, questa volta non è ‘riuscito’ a dare la mala-Pasqua ai dipendenti e ai pensionati della Regione siciliana.
“I problemi, purtroppo – sottolinea ancora il sindacalista dei Cobas della Regione – non sono stati definitivamente risolti e potrebbero ripresentarsi tra qualche mese. Infatti, ‘per rendere immediatamente operativi i dipartimenti – si legge in una nota di Palazzo d’Orleans – su alcuni capitoli è stato inserito uno stanziamento del 50%, in considerazione del fatto che occorre chiudere l’accordo con il governo nazionale in materia di entrate della Regione, accordo che dovrebbe concludersi entro due mesi”.
Mineo dice quello che questo blog sottolinea da quando la manovra economica e finanziaria 2016 è approdata all’Assemblea regionale siciliana: e cioè che mancano risorse finanziarie.
Lo scenario è il seguente. Prima che il ‘Bozzone’ arrivasse all’Ars il ‘buco’ finanziario sul 2016 era parti a circa 3 miliardi Euro (per la precisione, a 2,9 miliardi di Euro). Quando lo stesso ‘Bozzone’ è arrivato all’Ars il ‘buco’ era pari a 2 miliardi di Euro. Un miracolo? Non esattamente. Il miliardo di Euro di ‘buco’ non è sparito, ma è stato ripartito tra tanti capitoli della legge di stabilità regionale.
A questo punto restava un ‘buco’ di 2 miliardi di Euro circa. Il Governo Renzi – che lo scorso anno ha scippato dalle ‘casse’ della Regione non sappiamo più quanti soldi (parliamo di svariati miliardi di Euro ogni anno tra mancate erogazioni e entrate di pertinenza regionale che Roma si trattiene) – ha annunciato che avrebbe erogato un miliardo e 400 milioni di Euro. In cambio ha chiesto al Governo e all’Ars di tagliare altri 500 milioni di Euro di spese.
Il garante di quest’operazione è stato l’assessore-commissario della Sicilia, Alessandro Baccei, che Renzi ha imposto alla guida dell’assessorato all’Economia (imposizione accettata dal ‘rivoluzionario’ Crocetta e dal PD siciliano, partito “Autonomista”, come l’ha definito il segretario regionale, Fausto Raciti…).
In effetti, per una parte dell’accordo, Baccei è stato un buon garante: da Roma sono arrivati subito 900 milioni di Euro. Gli altri 500 milioni, ha detto sempre Baccei, sarebbero arrivati al completamento della manovra.
Insomma: il ‘buco’ del conti della Regione – dopo la ‘spalmatura’ del miliardo di Euro con i tagli effettuati in buona parte dei capitoli di spesa della legge di stabilità regionale 2016 – ammontava a un miliardo e 900 milioni di Euro circa. Un miliardo e 400 milioni di Euro li avrebbe approntati il Governo Renzi, 500 milioni avrebbero dovuto essere tagliati da Governo e Ars e, oplà!, i conti sarebbero tornati a posto (sulla pelle di 5 milioni di siciliani ai quali hanno tagliato un miliardo e mezzo di spese).
L’Ars, su proposta del Governo Crocetta, ha approvato la manovra 2016 con altri 400 milioni di tagli, lasciando le Province siciliane senza soldi, i Comuni senza soldi, gli studenti disabili senza mezzi di trasporto per andare a scuola, le scuole superiori senza manutenzioni, le strade provinciali abbandonate, i circa 24 mila operai della Forestale con la progressione di carriera bloccata eccetera, eccetera, eccetera.
A questo punto si aspettavano i 500 milioni da Roma. Ma qui arriva la sorpresa: i soldi non ci sono. Mineo, come già accennato, scrive di un accordo con il Governo nazionale “che dovrebbe concludersi entro due mesi”.
A nostro avviso, il sindacalista dei Cobas è ottimista. Dà per scontato che il Governo Renzi onori gli impegni assunti. Dimenticando che l’attuale capo del Governo italiano è noto per la facilità con la quale si rimangia la parola data. A Letta aveva detto di stare “sereno” e poi l’ha sbattuto fuori da Palazzo Chigi. Aveva detto che mai e poi mai sarebbe andato al Governo senza l’investitura elettorale: e si è rimangiato anche questa solenne promessa.
Per non parlare della tasse, che avrebbero dovuto essere ridotte e che invece sono aumentate.
Che vogliamo dire? Che, a nostro avviso, non è detto che il Governo Renzi mantenga gli impegni che ha assunto con la Sicilia.
Finora, su 3 miliardi di Euro di ‘buco’ provocati dal Governo Renzi, Roma ha ‘sganciato’ solo 900 milioni di Euro. La Regione ha effettuato tagli pesantissimi per un miliardo e mezzo di Euro. E, dopo l’approvazione della manovra 2016, si ritrova con capitoli di spesa finanziati solo sulla carta.
E questo il motivo per il quale, come scrive giustamente Mineo, i problemi potrebbero riproporsi nei prossimi mesi. Perché nonostante i tagli per un miliardo e mezzo di Euro, i siciliani potrebbero ritrovarsi con capitoli di spesa finanziati con soldi che non ci sono. Questo spiega perché certi capitoli hanno subito la decurtazione del 50%. Ma quello che Mineo non considera è che questi tagli potrebbero restare tali perché, a nostro modesto avviso, il Governo Renzi potrebbe non erogare alla Regione i 500 milioni di Euro che ha promesso.
Da Roma, ormai, ci si deve aspettare tutto.
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