Cresce di giorno in giorno l’adesione dei Siciliani alla grande manifestazione del prossimo 30 Marzo a Palermo. Nata spontaneamente per difendere il mare siciliano dall’assalto delle trivelle, in vista del referendum del 17 Aprile, l’appuntamento si sta trasformando in una manifestazione in difesa della Sicilia. In difesa della Sicilia contro il MUOS e contro la guerra in Libia nella quale il governo Renzi ci sta trascinando. In difesa della Sicilia contro il Governo Crocetta che ha distrutto la Regione. L’adesione “convinta” dell’ANCI Sicilia. Il risveglio di un’intesa Isola
Cresce di giorno in giorno il numero dei siciliani che prenderanno parte, il prossimo 30 Marzo, alla grande manifestazione popolare di Palermo. Ricordiamo che questa manifestazione è stata pensate per difendere la Sicilia, anzi il mare della Sicilia, dalle trivelle. ‘U mari ‘un si spirtusa, questo lo slogan che, già da qualche anno, si ripete in tutte le contrade della nostra Isola. Parole ripetute all’infinito contro un governo regionale, quello di Rosario Crocetta, che non ne ha voluto sapere di opporsi alle trivelle sponsorizzate dal solito Governo Renzi.
Solo la Sicilia di Crocetta poteva cimentarsi in una prova di vergogna oltre ogni limite. Dieci Regioni italiane – Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise – hanno presentato ricorso presso la Corte Costituzionale per provare a fermare le trivelle dei petrolieri. Crocetta e i partiti che l’appoggiano hanno preferito tacere.
Senza ritegno.
Hanno preso la scusa dell’accordo tra Regione ed ENI del 2014: un accordo per una mezza raffineria verde, della quale si sono perse le tracce. Come se une mezza raffineria verde da realizzare a Gela possa giustificare il “Sì” alle trivelle nel Canale di Sicilia, a Pantelleria e, in generale, in tutto il mare che circonda la nostra Isola. Ridicoli!
Sarebbe stato più serio – da parte di Crocetta, da parte dei dirigenti del PD siciliano e degli altri partiti che appoggiano il Governo regionale – se avessero avuto il coraggio di dire: “No, noi non ce la sentiamo di metterci contro Renzi. A noi della Sicilia e del suo mare non ce ne può fregare di meno. Noi dobbiamo tutelare le nostre poltrone. Perché è Renzi che ormai decide tutto. Decide quanti soldi debbono andare alla Sicilia calpestando lo Statuto. Decide quali fondi assegnare e a chi. Guardate Palermo. Leoluca Orlando e la sua Giunta comunale ormai dipendono dal Ministro Delrio per il Tram. E noi che dobbiamo fare? Renzi decide chi va in lista alle elezioni nazionali e regionali. Si comporta come un Duce. Se non obbediamo, ci massacra. E noi non ce la sentiamo di sacrificarci nel nome della Sicilia. Ma che affondi pure, la Sicilia!”.
Ecco, se Crocetta, se i parlamentari nazionali e regionali del PD, e i dirigenti e i parlamentari degli altri partiti di centrosinistra avessero avuto il coraggio di pronunciare queste parole, certo, sarebbero stati lo stesso pessimi, ma almeno sarebbero stati sinceri: almeno avrebbero detto la verità.
Invece hanno cercato la scusa, hanno provato a prendere in giro i siciliani: hanno messo in mezzo il balordo accordo con l’ENI – accordo che fa ridere: forse mille posti di lavoro – in cambio delle trivelle. Che schifo, ragazzi! Che mancanza di verità e di dignità politica! ‘Ascari’ fino al midollo.
E’ per questo che, in Sicilia, spontaneamente – in tutti gli angoli della nostra Isola – è maturata la voglia di protestare: di protestare contro un governo siciliano che, unico caso nell’Italia interessata dalle trivelle, non ha presentato ricorso presso la Corte Costituzionale. Per protestare contro un Governo regionale – il solito Governo Crocetta – che è un esempio di vergogna politica, economica, sociale e istituzionale.
Una protesta corale in vista del referendum del 17 Aprile prossimo per bloccare le trivelle.
Così la protesta del 30 Marzo prossimo – nata per difendere la Sicilia dalle trivelle – si sta piano piano trasformando in una protesta corale contro i disastri provocati dal governo Crocetta e contro i partiti che sostengono questo pessimo governo.
Sì, la Sicilia piano piano si va svegliando. Tutti i comitati No Triv lavorano per un unico coordinamento: i centri di Siracusano (Noto, Avola e via continuando) si coordinano con i comitati No Triv di Ragusa. Idem per i centri dell’Agrigentino, da Licata a Sciacca. E poi il Trapanese, con Marsala e Petrosino. E poi Pantelleria. E poi Caltagirone, Piazza Armerina. Insomma in tutta la Sicilia cresce la voglia di dire basta alle trivelle.
Difesa della Sicilia, quindi. E quando si parla di difendere la Sicilia e i Siciliani non possiamo dimenticare il MUOS di Niscemi. Per fermare il quale la politica vigliacca non ha fatto nulla. A difendere i siciliani – la salute di 5 milioni di siciliani – dalle tempeste elettromagnetiche del MUOS sta pensando la magistratura. Ma è importante sapere che, alla manifestazione del 30 Marzo,a Palermo, ci saranno anche i No MUOS.
E che dire degli inceneritori dei rifiuti? E’ una delle tante vergogne del Governo Renzi. Che vuole realizzare due inceneritori di rifiuti in Sicilia. E pazienza se la nostra isola subirà ulteriori forme do inquinamento dell’ambiente.
Perché due inceneritori in Sicilia, Matteo? Non per l’emergenza rifiuti, ma per l’emergenza piccioli: perché quando si costruiscono gli inceneritori di rifiuti i soldi sono tanti, tantissimi. E poiché, per realizzare gli inceneritori, ci vogliono da 5 a 10 anni, due campagne elettorali per la Sicilia sono assicurate…
Ovviamente la manifestazione del 30 Marzo prossimo servirà anche per dire “No” a queste schifezze
Ma – come abbiamo già accennato – i problemi creati alla Sicilia dal governo Crocetta, appiattito sul governo Renzi, sono tanti, tantissimi. Così la Sicilia si va svegliando.E scopre, piano piano, che l’agricoltura è in ginocchio. Che dal 2008 ad oggi sono stati spesi – o forse sono stati in parte spesi, o forse sono stati in parte spese e in parte fatti sparire – 5 miliardi di Euro tra PSR 2007-2013 e Fears. I soldi non ci sono più. Qualcuno si sarà arricchito. Ma l’agricoltura siciliana è con le gomme a terra.
Provate a immaginare che cosa succederebbe se gli agricoltori siciliani in crisi decidessero di aderire alla manifestazione del 30 Marzo? Già immaginiamo la scena di queste ore, con i politici governativi impegnati a raccomandare ai dirigenti di CIA, Coldiretti e Confagricoltura: teneteli a casa, ditegli che è una manifestazione di scapestrati, mi raccomando, mi raccomando, mi raccomando…
Pensate che cosa succederebbe il 30 Marzo se i Forconi – i piccoli agricoltori della Sicilia che nel Gennaio del 2011 bloccarono la Sicilia – si dovessero risvegliare dal torpore? Niente più paura dei Prefetti del Ministro Alfano e tutti in piazza, a Palermo e nel resto della Sicilia. Alè!
Lo stesso discorso vale per l’artigianato. Lo stesso discorso vale per le altre attività economiche dell’Isola oggi in ginocchio.
Lo stesso discorso vale per i Comuni. L’ANCI Sicilia – l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – ha già dichiarato la propria “adesione convinta” alla manifestazione del prossimo 30 Marzo. Questo in una Sicilia dove la maggior parte dei Comuni sono stati sì massacrati dal Governo Renzi e dal Governo Crocetta, ma dove la stragrande maggioranza dei sindaci fa capo al PD o comunque al centrosinistra. Con i sindaci messi alle strette: partecipare in massa, con i gonfaloni, alla manifestazione del 30 Marzo, in pratica difendere gli interessi dei propri cittadini, con il rischio di mettersi contro il despota-Renzi, o ‘inginocchiarsi’ alla prepotenza del PD che li vorrebbe tappati in casa?
La risposta a questa domanda la potremo avere solo il 30 Marzo.
Lo stesso discorso vale per i 6 mila e 500 dipendenti delle ex Province siciliane abbandonate dalla politica. Con la Finanziaria 2016 dell’assessore Alessandro Baccei gli hanno dato a malapena i soldi per pagare a questo personale lo stipendio di Gennaio. Poi, il nulla. Queste persone non sanno nemmeno se e dove verranno trasferite. Nulla di nulla di nulla. Riusciranno il Governo Crocetta e il PD a prenderli ancora in giro, convincendoli a non partecipare alla manifestazione del 30 Marzo?
L’elenco continua con tutte le aree di disperazione economica e sociale create dal Governo Crocetta. Immaginate che succederebbe se i circa 24 mila operai della Forestale siciliana – ai quali l’assessore Baccei ha bloccato la progressione di carriera per far risparmiare alla Regione 5 milioni di Euro all’anno e all’INPS una barca di soldi, tutti sulla loro pelle – pensate se questi operai della Forestale decidessero, il 30 Marzo, di piombare tutti a Palermo, con bandiere e striscioni?
E che dire degli 8 mila lavoratori della Formazione professionale calpestati, umiliati e in buona parte licenziati?
E che dire degli autonomisti, dei sicilianisti, degli indipendentisti? Anche loro potrebbero scendere per le strade di Palermo, con bandiere e striscioni, per dire “No” alle trivelle e “No” al Governo Crocetta.
E che dire della guerra nella quale la solita Unione Europea ci sta trascinando? Francesi e inglesi hanno incasinato la Libia. A morire, lì, non sono solo i libici. Già sono morti due meridionali del nostro Paese. Così hanno chiamato l’Italia. E Renzi ha risposto “Sì”. Così la manifestazione del 30 Marzo diventa anche una manifestazione contro la guerra in Libia.
Pensate un po’ che succederebbe se i sindacalisti di CGIL, CISL e UIL della Sicilia decidessero, dal 30 Marzo in poi, di tornare a difendere gli interessi dei siciliani?
Pensate che succederebbe se anche le altre sigle sindacali decidessero di aderire alla manifestazione?
E che dire di questi, e che dire di quelli, e che dire di quegli altri ancora?
Ragazzi, se la Sicilia si sveglia…
P.S.
Ieri abbiamo sentito i rappresentanti della Valle del Mela. E’ l’area del Messinese che una politica di ladri e mafiosi ha venduto ai ‘Signori dell’inquinamento’. Gli abbiamo chiesto se parteciperanno alla manifestazione del 30 Marzo a Palermo. All’inizio pensavano si trattasse della loro manifestazione che hanno organizzato contro l’inceneritore il 13 Marzo. Gli abbiamo raccontato della grande manifestazione del 30 Marzo. Si stanno organizzando.
Aggiornamento: Domenica 6 Marzo, ore 09.05
Perché sono ideologicamente contrario alle trivellazioni
di Lillo Massimiliano Musso, presidente del Centro Studi sul Socialismo Cristiano
Quando si muore per annegamento, l’acqua da preziosa risorsa si tramuta in spettro di morte. Tuttavia, nonostante gli annegamenti, l’acqua rimane una preziosa risorsa. Alla stessa maniera, nonostante gli storici annegamenti dei cervelli nell’ideologie, l’ideologia rimane ancor oggi una preziosa risorsa per l’essere umano. Del resto, l’ideologia altro non è che un complesso di idee, un sistema di interpretazione e di concetti, che aiuta la persona ad orientarsi nel mare magnum della conoscenza, vittima sempre più della manipolazione.
Per vendere più sigarette, ad esempio, in un recente passato la conoscenza è stata manipolata al punto da orientare parte della “scienza” a sostenere che il fumo non facesse un gran male, con l’ausilio spettacolare di artisti di ogni genere, impegnati come testimonial delle più rinomate marche di cicche. Poi, ad un certo punto del tempo, le malattie e i morti hanno preso il sopravvento e quella parte marcia di “scienza” è stata travolta dalla storia, senza più lasciarne traccia.
L’ideologia è stata fonte stessa di manipolazione, eppure oggi solo l’ideologia può impedire che la manipolazione della percezione della realtà possa prevalere anche con riferimento alle trivellazioni nel Mediterraneo. Ideologicamente, infatti, occorre affermare un sistema di idee per cui l’estrazione del petrolio è causa di dolore e di morte, in modo da offrire alla popolazione, presto chiamata alle urne per il referendum contro le trivellazioni, la chiave di lettura più immediata che esista e che riconduce al suo diretto interesse personale.
In poco più di un mese i comitati per il SI, quindi CONTRO LE TRIVELLE, non hanno tempo di dibattere sulle strategie, ma devono concentrare le proprie poche risorse sul concetto TRIVELLE=SCHIAVITU’. Evidentemente, il supporto a tale concetto viene proprio dalla “ideologia”, secondo questo semplice schema: ovunque vi sia estrazione di petrolio le persone sono povere, malate, persino ridotte alla fame; i governi sono corrotti, non sono tutelati i diritti fondamentali, la popolazione è in perenne guerra civile o sotto bombe umanitarie. Chi può obiettare che quanto ho appena affermato non sia la verità?
Ecco, quindi, perché sono ideologicamente contrario alle trivellazioni, perché nel mio sistema di idee dove c’è petrolio c’è un “estrattore”, una “compagnia”, un “sucamele”, a cui corrisponde una popolazione ridotta in schiavitù. Siccome io sono contro la schiavitù, mi oppongo alle trivellazioni, perché laddove si dovesse rinvenire effettivamente l’oro nero, si creerebbero nuove sacche di povertà assoluta e di schiavitù. Vi pare poco?
Aggiornamento 7 Marzo 2016, ore 13,35
Anche Siciliani Liberi alla Marcia del 30 Marzo: “In piazza non solo contro Crocetta ma per la libertà della nostra terra”
“Siciliani liberi, in questo momento drammatico per la nostra Patria, stretta tra il colonialismo e il commissariamento italiano da un lato e dall’altro un governo-fantoccio, quello di Crocetta, completamente inadeguato, ritiene che le ragioni per cui associazioni e movimenti di ogni tipo hanno dato iniziativa a una marcia contro il Governo Crocetta per il prossimo 30 marzo, a Palermo, siano tutte condivisibili”.
Così il professor Massimo Costa, leader di Siciliani Liberi, annuncia la partecipazione del suo movimento alla grande manifestazione del 30 Marzo a Palermo (raduno alle 15 in Piazza Massimo).
“Gli indipendentisti – aggiunge Costa- non possono stare a guardare quando il Popolo Siciliano scende in piazza. Gli indipendentisti, anzi, devono essere il “sale” di questa manifestazione, perché la Questione Siciliana è essenzialmente una Questione Politica e nella mancanza di libertà e indipendenza della Sicilia è da cercare l’origine di quasi tutti i nostri mali”.
E ancora:
“Quello che ci convince di questa manifestazione è che non vediamo, tra gli organizzatori, partiti e sindacati ITALIANI. Se e quando li vedessimo alla manifestazione, promettiamo di fischiarli. E per noi questa non è solo una manifestazione “contro”, contro Crocetta, ormai nullità istituzionale, ma sarà una manifestazione “per”, per la Sicilia che vogliamo: ricca, libera, indipendente, finalmente terra normale e non più sfruttata da comitati d’affari interni ed esterni.
Il 30 marzo 2016 è il 734° anniversario del Vespro. Per noi quindi questa è la “Marcia del Vespro”. Che, come allora, il Popolo Siciliano possa finalmente ritrovare la propria unità e sconfiggere tanto lo “straniero” quanto i “collaborazionisti”.
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