Vive nel torinese la bestia rintracciata dalla Procura di Siracusa che ha gioito per la morte di un giovane siracusano. Vive nei pressi di quella città, Torino, che sfoggia il Museo Lombroso, inno al razzismo contro i meridionali. A proposito, a quando un gemellaggio con il Museo del Risorgimento – alias dei Nazisti ante litteram- di Palermo?
Riporta l’agenzia di stampa Agi che la Procura della Repubblica di Siracusa ha denunciato per diffamazione aggravata da odio razziale un uomo di 40 anni, residente nel torinese. Il tipo, infatti, poco dopo la morte de giovane siracusano di 17 anni, Stefano Pulvirenti, vittima di un tragico incidente stradale avvenuto 3 mesi fa a Siracusa, ha scritto il seguente post su Facebook: “Sono felicissimo, un terrone in meno da mantenere. Quando vedo queste immagini e so che nella bara c’e’ un terrone ignorante, godo tantissimo. Peccato che ero al nord, altrimenti avrei cagato su quella bara bianca. Buonasera terroni merdosi. Non e’ morto nessun altro di voi oggi?”.
Va da sé che trattasi di cretino acefalo e che è una buona notizia che sia stato rintracciato dagli investigatori del Nucleo investigativo telematico della Procura, quindi denunciato.
Però c’è da notare che la bestia in questione vive nei pressi di una città,Torino, che trova normale esporre i crani dei meridionali nel famigerato Museo Lombroso, dedicato a quell’altra bestia che considerava la gente del Sud una razza inferiore.
Questo museo, di per sé, fomenta l’odio razziale ed è una vergogna che le istituzioni lo tengano ancora in piedi.
Ricordiamo che, contro questo emblema dell’inciviltà culturale e storica, da tempo si sono schierati molti meridionali. Non solo sui social, ma anche con petizioni online sul sito “Change.org” che hanno raccolto migliaia di firme per chiederne la chiusura. E che tutti dovremmo sostenere.
Ricordiamo inoltre che è stato pubblicato un libro “Cento Città contro il Museo Cesare Lombroso” in cui il comitato tecnico-scientifico No Lombroso espone tutte le ragioni dell’iniziativa che ha condotto ben più di cento amministrazioni comunali ad aderire alla proposta di ridare «dignità alle centinaia di resti umani, esposti insensatamente al pubblico, già razziati da Cesare Lombroso nella sua mistificante carriera di scienziato, poi trasferiti senza titolo alcuno al museo di Antropologia criminale di Torino».
Ribadiamo anche che è una vergogna che a Palermo sia stato riaperto il Museo del Risorgimento, da noi ribattezzato Museo dei Nazisti ante litteram, alias degli assassini dei meridionali. E che, a quanto apprendiamo, anche da noi si sta preparando una petizione online per chiederne la chiusura.
Vi terremo aggiornati.
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