E’passato quasi un anno da quando è stata presentata. Chiede a Palazzo d’Orléans di disdire l’accordo con cui sono stati regalati 5 miliardi al Governo Renzi. Soldi oggi più che mai necessari se si pensa che pure i ragazzi disabili sono stati abbandonati. Ma i nostri cari deputati non la vedono. Anzi, la vedono e scappano. Come fossero dinnanzi ad un corpo etereo…
E’ stata presentata a Maggio dell’anno scorso. Da alcuni mesi viene puntualmente inserita nell’ordine del giorno delle sedute dell’Assemblea regionale siciliana. Così pure ieri. Ma nel momento in cui si dovrebbe passare ai fatti, si volatilizza. Si trasforma in una sorta di corpo etereo, impalpabile. Come un fantasma che aleggia tra gli scranni di Sala d’Ercole. Un fantasma che tutti vedono e da cui tutti scappano.
Parliamo della mozione n 439 del Maggio 2015- primo firmatario Toti Lombardo (Mpa)- con la quale si chiede al Governo siciliano di disdire l’accordo con cui il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, in sintonia con il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha rinunciato ai soldi che la Sicilia avrebbe potuto incassare incassare grazie ai pronunciamenti favorevoli della Corte Costituzionale nell’ambito dei contenziosi con lo Stato.
Un accordo capestro firmato in gran segreto nel Giugno del 2014 da Crocetta che, così facendo, ha regalato a Roma circa 5 miliardi di euro. Soldi che appartenevano ai cittadini siciliani.
Una rinuncia contro la quale in pochi hanno protestato e che il governatore ha confermato nella controversa deliberazione della Giunta n. 286 “Rapporti finanziari Stato-Regione’ del 20 Novembre scorso (ve ne parliamo qui).
Va da sé che in un momento tragico per la Sicilia, in cui pure gli alunni disabili sono stati abbandonati al loro destino perché non ci sono soldi per garantire loro il trasporto scolastico, quelle risorse potrebbero fare la differenza. Per loro, come per tanti altri soggetti lasciati in mezzo ad una strada da una finanziaria, l’ultima, fatta di lacrime e sangue.
Se a questo regalo di Crocetta al Governo Renzi aggiungiamo pure le entrate tributarie che spetterebbero alla Sicilia e che l’Agenzia delle entrate trattiene illegittimamente e unilateralmente (così come denunciato dalla Corte dei Conti che sottolinea le difficoltà degli enti locali ai quali potrebbero essere destinati questi tributi), si comprende facilmente la disastrosa situazione dei conti regionali.
Ma torniamo all’Ars e ai suoi fantasmi. C’è una mozione che, se sostenuta da un’ampia maggioranza, potrebbe ridare speranza a molti siciliani. La speranza di potere contare su risorse finanziarie con cui risolvere molte emergenze.
Invece neanche ne parlano. Gli uffici, evidentemente, si limitano a copiare quel punto dell’ordine del giorno ad ogni seduta, ma tutti la ignorano. Come mai? Come mai i deputati si battono il petto per le condizioni in cui versa la nostra regione (ieri molti interventi in Aula sono stati dedicati ai ragazzi disabili: commoventi), ma nessuno pensa alla mozione che potrebbe offrire una soluzione, oltre a sanare una palese ingiustizia?
Siamo costretti ad essere maliziosi, o semplicemente, se preferite, ad esercitare il nostro diritto di critica: evidentemente nessuno vuole fare questo ‘sgarbo’ al Governo Renzi. Meglio farlo ai Siciliani, questo con gli altri.
Evidentemente all’Ars, al di là delle sigle ufficiali dei partiti, sono tutti renziani. Non Siciliani. Non eletti dai Siciliani. E nel nome del re(nzismo), i cittadini, inclusi i ragazzi disabili, possono anche andare a farsi benedire.
Che dire poi del Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone? Non essendo un perito chimico, ma – udite udite- un avvocato, come mai non gli è venuto il sospetto che quell’accordo possa contenere profili di illegittimità? Il Parlamento non ne sapeva niente. Come mai, da esponente di un partito che dovrebbe avere a cuore la dottrina sociale cattolica, non gli è mai venuto in mente che quella mozione potrebbe essere risolutiva per i più deboli ? Perché non si impegna a farla discutere? Possibile che sia attento solo alle cravatte? Certo, le sue acrobazie (pro-Governo) sul regolamento dell’Ars durante il dibattito sulla finanziaria (di cui vi abbiamo parlato qua) non fanno ben sperare.
E non fa ben sperare il collaborazionismo dei deputati che in Aula urlano e si agitano, ma che poi non fanno nulla per risolvere i problemi se questo significa battere i pugni sui tavoli romani.