Le Province siciliane alla ‘canna del gas’? Tranquilli, ora arriveranno Delrio, Faraone e Baccei a ‘salvarle’…

7 marzo 2016

Per ora è una tragedia: minori disabili senza servizio per il trasporto a scuola, altri disabili con i centri di assistenza chiusi, edifici scolastici (leggere scuole superiori) senza manutenzione, strade provinciali abbandonate. E i dipendenti delle ex Province senza stipendi. Ma tra un po’ la tragedia si trasformerà in una farsa democristiana dal sapore doroteo. Con i renziani che si presenteranno a salvare le nove ex Province che loro stessi hanno prima affossato. Trasformando quelli che sono diritti dei cittadini in ‘concessioni’ del PD di Renzi

Dieci giorni fa, a Sala d’Ercole, sede del Parlamento siciliano, l’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei – in pratica, il vero presidente della Regione siciliana imposto ‘democraticamente’ da Renzi – ha affermato che stanziare 19 milioni di Euro per le ex Province siciliane, commissariate in attesa del completamento della riforma, sarebbe stato inutile. Per la prima volta, da quando questo freddo e grigio burocrate renziano è in Sicilia, abbiamo sentito pronunciare da questo signore parole sagge.

Per pagare gli stipendi ai circa 6 mila e 500 dipendenti delle nove ex Province dell’Isola, infatti, ci vogliono 180 milioni di Euro all’anno. E’ chiaro che i 19 milioni di Euro sarebbero serviti, sì e no, a pagare una parte delle mensilità arretrate (ci sono Amministrazioni provinciali dove i dipendenti non percepiscono gli stipendi da tre mesi).

Sempre a Sala d’Ercole Baccei ha aggiunto che sarebbe stata sua cura recarsi a Roma per risolvere il problema. L’ha risolto? Fino ad oggi no, se è vero che, proprio da oggi, le nove ex Province siciliane – ribattezzate pomposamente Consorzi di Comuni (a cui si sommano le tre città-metropolitane ‘fantasma’ di Palermo, Catania e Messina) – non erogano più servizi (come potete leggere qui).

Da oggi gli studenti disabili sono privati dei servizi di trasporto per recarsi a scuola (in realtà, in alcune realtà, è così già da qualche settimana). Da oggi le ex Province chiuderanno i certi per disabili. Da oggi la manutenzione nelle scuole superiori – da sempre di competenza delle Province – è interrotta. Da oggi le strade provinciali della Sicilia sono ufficialmente abbandonate.

In realtà, già da qualche anno, molte strade provinciali della nostra Isola sono scassate e molte anche non più percorribili. Ma da oggi, lo ribadiamo, l’abbandono è ufficiale.

Del resto, le Province siciliane sono senza soldi. In alcuni casi i commissari – che sono dirigenti e funzionari – hanno già abbandonato le ‘navi che affondano’. Allora ci dobbiamo preoccupare? Sì e no, perché, per dirla con Ennio Flaiano, “la situazione è grave, ma non seria”.

La situazione è grave perché ci sono minori disabili che non possono recarsi a scuola; è grave perché i disabili, in generale, sono rimasti privi di servizi; è grave perché non si farà manutenzione negli edifici scolastici (leggere scuole superiori); è grave perché 6 mila e 500 famiglie – i dipendenti delle ex Province siciliane – sono rimaste senza stipendio.

Ma la situazione è anche non seria. Per un motivo semplice: perché di mezzo ci sono il Governo Renzi e il Governo Crocetta che non sono affatto entità politiche serie. Così, da un momento all’altro, da un giorno all’altro, magari da una settimana all’altra l’attuale tragedia si deve trasformare in una farsa: in una farsa dal sapore democristiano-doroteo.

Vedrete: tra un po’ i renziani – non sappiamo se il Ministro Graziano Delrio, il sottosegretario Davide Faraone, o l’assessore-commissario Baccei, o tutt’e assieme, magari in una conferenza stampa – annunceranno che il Governo Renzi, con la “grande sensibilità sociale che lo contraddistingue”, interverrà con un fondo speciale per risolvere il problema.

Così quelli che sono diritti – il diritto dei minori disabili a usufruire di un servizio di trasporto per recarsi a scuola; i diritti dei disabili, in generale, all’assistenza; i diritti degli studenti delle scuole superiori alla sicurezza degli edifici; il diritto dei siciliani a poter percorrere le strade – si trasformeranno in ‘concessioni’ del governo Renzi!

Avanti, Ministro Delrio, avanti onorevole Faraone, avanti assessore-commissario Baccei, vi stiamo aspettando: quand’è che indosserete i panni dei ‘salvatori’ delle ex Province siciliane? Quand’è che sui giornali, in tv, o in una conferenza stampa direte che a Roma il Governo Renzi ha trovato i soldi per i ragazzi disabili della Sicilia che non possono recarsi a scuola? Quand’è che ci comunicherete che avete trovato i soldi per effettuare la manutenzione negli edifici scolastici della nostra Isola? Quand’è che ci comunicherete che sono anche pronti i soldi per pagare gli stipendi ai circa 6 mila e 500 dipendenti delle ex Province siciliane?

Che facce di bronzo che avete, Ministro Delrio, sottosegretario Faraone e assessore- commissario Baccei. Che fa la raccontiamo la verità?

La prima verità i lettori del nostro blog la conoscono ormai a menadito: il governo Renzi, negli ultimi due anni, ha svaligiato – credeteci: non troviamo un termine più adatto – le ‘casse’ della Regione. Così la Regione non ha più i soldi da erogare a Comuni e Province.

Sulle Province siciliane Renzi e i suoi degni compari hanno fatto di più: lo scorso anno, oltre a tagliare tutti i trasferimenti finanziari, si sono pure presi il 70 per cento della RC auto (una tassa che, da sola, sarebbe bastata a pagare le retribuzioni ai citati 6 mila e 500 dipendenti); quest’anno si sono presi anche il restante 30 per cento. Così le Province siciliane sono ormai alla bancarotta.

C’è un fondo nazionale di quasi 460 milioni di Euro. Ma alle Province siciliane la quota parte di questi fondi non spetta. Motivo: la Sicilia è una Regione ‘Autonoma’. In questo caso, per Renzi e i suoi compari, l’Autonomia siciliana va ‘rispettata’. Mentre per l’IRPEF e l’IVA, che Roma trattiene abusivamente, l’Autonomia siciliana va calpestata. Idem per gli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto.

Insomma, per Renzi e per il PD l’Autonomia siciliana funziona a convenienza: non si applica se c’è da fregare la Regione; e si applica – come nel caso dei fondi nazionali per le ex Province – sempre per fregare la stessa Regione siciliana.

Come finirà l’abbiamo già anticipato: tra qualche giorno, o tra qualche settimana (lasciare i minori disabili e, in generale, i disabili senza assistenza per qualche settimana magari li temprerà…) Faraone e Baccei – magari in compagnia del Ministro Delrio – si autoproclameranno “salvatori” delle ex Province siciliane. Magari pretenderanno che il Parlamento siciliano si trasformi in ‘scendiletto’ per approvare ‘liberamente’ la riforma delle Province voluta da Delrio (che, detto per inciso, è un mezzo fallimento in tutta l’Italia, visto che i cittadini lamentano la carenza di servizi). E po daranno i soldi a tipo ‘mance’.

Il ‘quadro’ si potrebbe chiudere – ma non ne siamo sicuri – con tv e giornali nazionali che torneranno a parlare della Sicilia come solo ‘loro’ sanno fare: cioè raccontando menzogne. Raccontando che le Province siciliane sono fallite perché male amministrate; e che lo Stato – cioè il governo Renzi – sta intervenendo per ‘salvarle’. Il tutto a spese degli italiani che non ne possono più di questa Sicilia che fallisce sempre: cosa che il leghista di turno farà notare (magari senza esagerare, visto che la Lega di Salvini vuole prendere i voti anche nel Sud). E via continuando con le bugie.

Del resto, non è che si può pretendere dai grandi giornali – interi o ‘fusi’ – e dalle tv di Stato e di Berlusconi la verità sui conti della Regione siciliana, sulle ruberie del governo Renzi ai danni del Bilancio regionale, sulle ex Province e sui Comuni dell’Isola. Ci mancherebbe…

P.S.

Ah, dimenticavamo: una volta arrivati i soldi da Roma – ovviamente una minima parte dei soldi che hanno rubato alla Regione siciliana – gli amici del PD ‘sistemeranno’ pure le elezioni dei Consorzi di Comuni e delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Scommettiamo che i vertici saranno tutti o quasi del PD. Potenza dei piccioli…

 

 

 

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