La storia, il senatore Corradino Mineo, la racconta in un’intervista al Fatto quotidiano. L’allora segretario nazionale del PD, Bersani, l’aveva voluto in lista in Sicilia, al Senato. A lui si presentò subito una “tesoriera siciliana” e gli disse: “Poiché sei stato messo in lista in un posto utile ci devi 25 mila Euro”. Della serie: verrai eletto, quindi paga… “Una vergogna legata al Porcellum e all’Italicum, due leggi antidemocratiche”. Ma chi era questa “tesoriera siciliana”?
“Poiché sei stato messo in lista in un posto utile ci devi 25 mila Euro”.
La frase è incredibile. Eppure a raccontare un fatto avvenuto in Sicilia in occasione delle elezioni politiche nazionali è Corradino Mineo (come potete leggere e ascoltare qui) al Fatto quotidiano. Per la cronaca, Mineo è stato candidato ed eletto nel PD in Sicilia. Oggi i senatore Corradino Mineo non è più in questo partito. Ma vediamo di ricostruire una storia che, lo ribadiamo, sembra incredibile.
“Non trovo nulla di strano su fatto che, una volta eletti, si contribuisca alla vita del partito nei territori – racconta Mineo -. E infatti pagavo con assoluta consapevolezza mille e 500 Euro al mese. Ripeto: mi sembra giusto. Però…”.
Però il senatore Mineo ricorda un episodio spiacevole: “Dopo essere stato invitato da Bersani (Pier Luigi Bersani, che all’epoca era ancora il segretario nazionale del PD ndr) a fare il capolista in Sicilia, nella lista per il Senato, si presenta al mio cospetto una tesoriera. E’ lei che mi consegna una strana lettera. Nella quale si dice che, poiché sono stato messo in lista in un posto utile devo versare in anticipo 25 mila Euro”.
Corradino Mineo ricorda la scena infervorandosi. E non ha tutti i torti: è stato invitato ad entrare in lista e, con quella lettera, sembra che si stesse comprando la candidatura e quindi il seggio al Senato. Il bello è, racconta sempre Mineo, che questa strana tesoriera siciliana ne faceva una questione di principio.
La reazione di Mineo fu furibonda: “Questa lettera la fate scomparire. Perché è una vergogna”.
Il senatore racconta anche che questa storia, allora, non venne ripresa da nessuno: “Dissero che io non volevo pagare. Non era vero. Perché poi, come ho già ricordato, non ho avuto alcun problema a corrispondere mille e 500 Euro al mese al partito”.
Mineo, insomma, contestò la lettera:
“Una vergogna – conclude il senatore – che ha a che fare con il Porcellum e con l’Italicum, che sono due leggi antidemocratiche”.
Ma chi era questa “tesoriera siciliana”? Non sarebbe il caso di far conoscere il suo nome?
Foto tratta da lettera43.it
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