Il ‘caso’ dell’Ufficio regionale di Garanzia dei diritti dei detenuti: Lino Buscemi scagionato da tutte le accuse

1 marzo 2016

La vicenda giudiziaria era iniziata cinque anni fa. Una lunga storia che ha visto contrapposti Lino Buscemi e l’ex parlamentare nazionale e regionale, Salvo Fleres. Il racconto di una vicenda tormentata. Sullo sfondo un Ufficio che si dovrebbe occupare dei detenuti nelle carceri siciliane

Il Giudice di Pace di Palermo, dottor Antonino Cutaia, ha emesso sentenza di assoluzione nei confronti di Lino Buscemi, già dirigente, difeso dall’avvocato Fabrizio Biondo. Il processo, durato complessivamente circa tre anni e mezzo, era stato avviato in seguito alla denuncia-querela presentata dall’ex senatore di Grande Sud ed ex Garante dei diritti dei detenuti (nominato dall’ex presidente della regione, Salvatore Cuffaro), Salvo Fleres.

Fleres si era sentito offeso “nell’onore e nella reputazione” dalle frasi contenute in una lettera del 7.12.2011, a firma di Buscemi, ed indirizzata, oltre che allo stesso Fleres, anche, per conoscenza, al Presidente della Regione e al Dipartimento regionale della Funzione pubblica.

Lino Buscemi ha così commentato l’assoluzione che lo riguarda: “Sono soddisfatto. Giustizia è fatta. Crolla definitivamente il castello di menzogne costruite artatamente contro di me. Quando, con buona pace dei causidici che si accreditano come garantisti, si sollevano inutili e dannosi polveroni, alla fine la verità viene sempre a galla e la giustizia trionfa. Resta l’amarezza per le tante sofferenze e i tanti disagi, psicologici ed economici, che si è costretti a sopportare per difendersi dalle pianificate aggressioni da parte di soggetti che praticano l’inqualificabile sport di lanciare accuse, ingiuste e prive di fondamento, con lo scopo (non riuscito) di infangare le persone perbene ed oneste anche intellettualmente”.

“Dedico la recente assoluzione – prosegue Buscemi – ai nove onestissimi ex dipendenti dell’ufficio che ho avuto l’onore e l’onere di dirigere, sottoposti ad una dura prova (sono sicuro che ne  usciranno tutti a testa alta!) per effetto di una denuncia costruita ad arte con il solo scopo di danneggiare lavoratori seri e competenti colpevoli di non essere servili e ligi ai voleri del potente di turno. Oggi i suddetti dipendenti sono chiamati a risarcire ‘danni’ singolarmente assai modesti (ciascuno di loro, in presenza di una condanna di primo grado e, dunque, non definitiva, dovrebbe rifondere l’Erario per poche centinaia di euro!). E devono subire, inoltre, l’onta mediatica di essere assimilati ai cosiddetti fannulloni. E’ giusto tutto ciò? E, soprattutto, quando si smetterà d’inseguire le ininfluenti ‘pagliuzze‘? Lo chiedo a quanti fanno finta di non vedere le ‘travi’, ossia le gigantesche problematiche che rendono irredimibile e inqualificabile il potere politico: un potete politico impegnato, ormai, solo a distribuire  posti, incarichi, consulenze e lauti compensi ad amici e sodali. Ovviamente, tranne in rari casi, con la certezza dell’impunità e di farla franca, perché, tanto nessuno chiederà il conto pur in presenza di fatti truffaldini a forte evidenza pubblica”.

I fatti. Nella missiva del 7.12.2011 (ma anche in tante altre, inviate ad autorità varie) Lino Buscemi evidenziava un fatto notorio e cioè che l’ex garante, Fleres, brillava per assenza e, quando qualche volta frequentava la sede di Palermo, anziché occuparsi delle drammatiche problematiche dei detenuti, interferiva, “immiserendo il suo ruolo”, scrive sempre Buscemi, con ripetitive quanto provocatorie e vessatorie “letterine”, sulle legittime ed autonome attività gestionali di competenza, per legge, del dirigente e sui legittimi diritti contrattuali del medesimo. Formulando, al tempo stesso, “improbabili quanto claudicanti, sul piano giuridico, osservazioni che mirano soltanto a reiterare atti e comportamenti aggressivi, ostili e denigratori che continuano ad assumere, ormai in maniera abnorme, forme di violenza morale e psicologica”.

Sulla medesima denuncia-querela, per i profili relativi alle “assenze” del Garante e alla “presunta rinuncia” del lauto compenso (complessivamente l’ex senatore Fleres, da ottobre 2006 al I° trimestre 2011 ha percepito Euro 425.000,00!), si erano già pronunciati 2 P.M. e 2 GIP (procedimenti n.17753/12 e n.25125/12). Le posizioni di Lino Buscemi e del direttore di Siciliainformazioni, Salvatore Parlagreco (entrambi indagati per il reato di diffamazione a mezzo stampa ed entrambi difesi dall’avvocato Mauro Torti) su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Palermo, sono state definitivamente archiviate, rispettivamente il 13.1.2015 dal Gip dottor Ricciardi e il 27.8.2015 dal Gip dottoressa Cardamone.

Si chiude così, rispetto al solo profilo penale, l’amara vicenda giudiziaria di Lino Buscemi originata da Fleres con numerose denunce: “Tutte archiviate da diversi Gip su richiesta della Procura della Repubblica”, ricorda Buscemi. Che aggiunge: “Denunce che lo stesso Fleres ha presentato con intento esclusivamente persecutorio e con lo scopo di distogliere l’attenzione sulle sue assenze, sul suo esoso compenso e sulla qualità del suo operato, oggetto di censura anche da parte di diverse organizzazioni sindacali e associazioni di tutela dei diritti umani e dei consumatori”.

Anche la signora Gloria Cammarata, dipendente dell’Ufficio del Garante e fidata collaboratrice di lunga data dell’ex sen. Fleres, già consigliere comunale di Forza Italia a Palermo e candidata (non eletta) alle ultime elezioni regionali nella lista Grande Sud, ha presentato una denuncia penale e, contestualmente, depositato atto di citazione al Tribunale civile di Palermo nei confronti dell’avvocato Buscemi, sostenendo di essere vittima di atti vessatori, prevaricatori ed abusivi, messi in atto – a suo dire – dallo stesso Buscemi. Atti che le avevano prodotto “gravi danni psicologici ed economici”.

La Procura della Repubblica, dopo accurate indagini, ha presentato richiesta di archiviazione del procedimento nei confronti di Lino Buscemi. Avverso tale richiesta, la Cammarata (difesa dall’avvocato Chiarenza) ha proposto opposizione reiterando tutte le accuse. Il GIP Giovanni Francolini, dopo pubblica udienza, in data 2.7.2015, ha ordinato, con ampia motivazione, la definitiva archiviazione del procedimento a carico di  Buscemi. Restano, in atto, pendenti davanti al giudice civile il giudizio contro Buscemi e quello azionato, successivamente dallo stesso Buscemi contro la Cammarata. Ed ancora, risulta pendente un ricorso proposto da Lino Buscemi, al Giudice del Lavoro di Palermo, per l’accertamento dell’illegittimità della risoluzione unilaterale del contratto d’incarico dirigenziale effettuata dall’ex garante Fleres e per la condanna dell’Amministrazione regionale al risarcimento dei danni patiti in ragione della medesima risoluzione.

“In conseguenza delle numerose denunce presentate da Fleres, – sottolinea ancora Buscemi – che hanno prodotto l’apertura di procedimenti penali a carico di Lino Buscemi (tutti archiviati!), l’Amministrazione regionale – Dipartimento Funzione Pubblica e del Personale, Ufficio Unico Disciplinare, ha innescato procedimenti disciplinari nei confronti del medesimo dirigente, già in servizio presso l’Ufficio del Garante, notificandogli la relativa contestazione di addebito. A seguito delle ordinanze di archiviazione emesse da diversi GIP di Palermo, anche il Dirigente generale del predetto dipartimento, dottoressa Luciana Giammanco, ha emesso i conseguenti decreti di archiviazione dei procedimenti disciplinari amministrativi a suo tempo attivati. Anche sull’ultima scena del mio ‘Calvario, sia pure di natura amministrativa, è calato definitivamente il sipario”.

“La lunghezza della presente nota – conclude Lino Buscemi – è dovuta ad anni di dignitoso silenzio, anche quando c’erano tutte le condizioni, per me, per brindare e festeggiare. Oggi avverto l’insopprimibile bisogno d’informare l’opinione pubblica di tutti i dettagli di una amarissima vicenda che ha segnato la recente (per almeno un lustro) esistenza mia e di tutti i miei cari. Lo faccio in maniera sobria, senza rancore,  a “futura memoria” se la memoria, come diceva Sciascia, avrà un futuro. Grazie per la cortese attenzione”.

Se l’onorevole Fleres vorrà replicare questo blog è a disposizione.

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