A quanto si sussurra, si potrebbe verificare quello che tanti osservatori temevano: il rifiuto dei palermitani a pagare una Zona a Traffico Limitato vissuta come un odioso balzello e non come un’iniziativa per tutelare i cittadini dall’inquinamento. Nei fatti, la ZTL si sta trasformando in un boomerang per il sindaco e per la Sinistra Italiana di Fassina e D’Attorre che incautamente hanno intruppato nelle proprie fila il sindaco tassaiuolo e, di fatto, renziano. I ricorsi al TAR Sicilia. La legge regionale. Le dichiarazioni di Sandro Leonardi e Angelo Figuccia
ZTL di Palermo: ormai è ‘guerra’ tra una città stanca di pagare tasse al Comune e l’Amministrazione di Leoluca Orlando che cerca di ‘spremere’ ancora i cittadini con le due Zone a Traffico Limitato. Il sindaco e i suoi assessori non si aspettavano il clamore suscitato da questa scelta amministrativa dal sapore molto ‘renziano’. E adesso si trovano a fare i conti con i cittadini che, in massa, così si sussurra, sarebbero intenzionati a non pagare l’obolo di 100 Euro ad autovettura. Così ad Orlando e all’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, di Rifondazione comunista, non resta che arraffare subito i soldi dai residenti e dai commercianti che operano dentro il perimetro delle due ZTL, prima che la legge regionale di Stabilità – che è intervenuta su tale argomento – venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione. Ma andiamo con ordine.
Il Comune di Palermo ha un’esigenza impellente: fare ‘cassa’. Ha già ‘spremuto a dovere i palermitani, se è vero che, dal 2012 ad oggi, la pressione fiscale, nel capoluogo siciliano, è cresciuta di 150 milioni di Euro all’anno. Ma i soldi non bastano mai: ci sono da fronteggiare i costi del Tram, che per quest’anno costerà una ventina di milioni di Euro. E ci sono le clientele sempre più esose e sempre più numerose di tutte le società controllate dallo stesso Comune.
In questo scenario si sono inseriti i ricorsi al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regione) e una norma della legge regionale di Stabilità – che comunque non è ancora in vigore – che obbliga tutti i Comuni siciliani, sia quelli hanno già introdotto le ZTL, sia quelli che non l’hanno ancora fatto, a operare con un regolamento approvato dal Consiglio comunale. Questo spiega il colpo di acceleratore che l’Amministrazione comunale ha impresso all’avvio delle due ZTL. La legge regionale – che in ogni caso Orlando e Catania hanno detto di volere ignorare – non c’è e il Comune può agire.
In realtà, lo scenario è più complesso. Perché la Giunta comunale, di fatto, ha cambiato la delibera approvata dal Consiglio comunale. E siccome sui regolamenti e sulle tariffe la competenza è del Consiglio comunale, dovrebbe essere la stessa assemblea cittadina ad approvare le modifiche che poi l’Amministrazione dovrebbe mettere in atto.
Ma la Giunta Orlando – a quanto ci sembra di capire – contesta anche questo e ha stabilito che le due ZTL entrino in vigore tra qualche giorno. Pronto accomodo, insomma, il Comune vuole fare ‘cassa’ con le circa 80-90 mila famiglie che vivono dentro il perimetro delle due Zone a Traffico Limitato. E naturalmente con i commercianti. Conta di incassare 14, forse 15 milioni di Euro in tempi brevi. Poi si vedrà.
Quella del Comune, alla fine, sembra una mossa un po’ disperata. Perché i ricorsi aumenteranno. Tra l’altro, la magistratura amministrativa della Sicilia ha dimostrato di essere seria e coraggiosa, bloccando, di fatto, il MUOS di Niscemi e quindi resistendo a probabili pressioni politiche (non dobbiamo dimenticare che il MUOS interessa gli americani).
Non solo. La stessa magistratura italiana nel suo complesso e la Corte Costituzionale hanno dimostrato, con le sentenze, di non temere il potere, nemmeno se certe pressioni arrivano dai massoni dell’Unione Europea dell’Euro: basti ricordare la sentenza della Consulta che ha riconosciuto ai dipendenti pubblici del nostro Paese il diritto agli aumenti. Poi Renzi, che presiede un governo ‘banditesco’, sta distribuendo gli ‘spiccioli’ al posto degli aumenti retributivi che spettano ai lavoratori: ma questo non fa venire meno il principio: quel principio sul quale il TAR Sicilia si dovrà pronunciare a proposito di due ZTL sempre più contestate.
La sensazione è che le due ZTL si stiano rivelando, per l’Amministrazione Orlando, un doppio boomerang: un boomerang amministrativo e, soprattutto, un boomerang politico. Proviamo a illustrare il perché.
Cominciamo con la parte amministrativa. Piaccia o no all’Amministrazione comunale, ma le leggi che oggi affidano al Consiglio comunale le competenze su regolamenti e tariffe ci sono. I consiglieri comunali di Palermo che lo scorso Dicembre hanno votato e approvato le due contestatissime ZTL non sembrano non volerne più sapere di rivotare una nuova delibera su tale argomento. Già la loro immagine è appannata. Se dovessero approvare di nuovo le ZTL rischierebbero la totale impopolarità in una città che mal sopporta questo nuovo balzello.
Poi c’è il capitolo dei ricorsi. Con molta probabilità, Orlando pensa che i giudici del TAR Sicilia non concederanno la sospensiva ai ricorrenti. Questo perché negli anni scorsi la sospensiva venne negata ai cittadini che avevano presentato ricorso contro la ZTl istituita dall’allora sindaco Diego Cammarata. Il TAR – pensano con molta probabilità dalle parti dell’attuale Amministrazione comunale – si pronuncerà sul merito quando Orlando si pronuncerà sul merito. In questo, se lo pensano, hanno ragione, perché Orlando, dopo disastri che ha combinato, non ha molte speranze di essere rieletto.
Ma se i giudici del TAR Sicilia dovesse cambiare orientamento, concedendo la sospensiva – e quindi bloccando le due ZTL – l’attuale Amministrazione verrebbe travolta dal caos, perché dovrebbe restituire i soldi che nel frattempo avrebbe già tolto ai cittadini.
Sul piano politico la ZTL è già un autogol. Di fatto, il nuovo balzello è, come già accennato, una precisa conseguenza della politica economia del governo Renzi. L’attuale capo del governo, che fa solo demagogia spicciola, va dicendo in Tv che vuole “abbassare le tasse”. Prima le doveva abbassare nel 2016, ora parla del 2017. Nel frattempo ha tagliato – in questo caso per davvero – le risorse ai Comuni. Con i sindaci costretti ad aumentare la pressione fiscale comunale. Proprio quello che ha fatto e che continua a fare Orlando.
Di fatto, l’esperienza Orlando è un esempio di renzismo allo stato puro. Se ne sono accorti anche dalle parti di Rifondazione comunista, il partito di Giusto Catania. Non a caso questo partito, a Palermo, è spaccato proprio sulle ZTl ‘renziane’. Ma, a cascata, l’impopolarità di Orlando e della sua Giunta rischia, adesso, di trasferirsi si Sinistra Italiana, il partito della Sinistra alternativo al PD. Orlando, infatti, si è presentato a Roma, al congresso fondativo del partito di Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre, accreditandosi come ‘alternativo’ al PD.
Si tratta di una tipica sceneggiata orlandiana. A Palermo il sindaco fa il renziano, ‘rotolandosi’ con gli appalti ferroviari in caduta libera di Palermo, fra tre linee di Tram che servono solo una frazione minima di cittadini (in molte ore del giorno le carrozze sono quasi vuote e, in ogni caso, non sono mai affollate), l’azienda che gestisce l’appalto per l’anello ferroviario bloccata per un’inchiesta di mafia e il Passante ferroviario che va a rilento. Mentre a Roma Orlando si improvvisa di sinistra.
Una farsa che rischia di appannare, se non di delegittimare l’esperienza di Sinistra Italiana a Palermo, che con Orlando rischia di diventare la solita operazione trasformista.
La domanda che in tanti, in queste ore, pongono e si pongono è: chi può escludere che Orlando non si sia presentato a Roma, all’assise di Sinistra Italiana di Fassina e D’Attorre, per delegittimare il nuovo partito della Sinistra a Palermo, dov’è nota la sua stretta vicinanza al Ministro Delrio, sotto il segno del Tram?
Intanto i lavoratori dell’AMAT hanno già scioperato. Contestano il super lavoro al quale sono costretti. E contestano lo sbaraccamento del 30 per cento delle linee dei bus di Palermo. Opzione che ha penalizzato le periferie della città (come potete leggere qui).
Sulla vicenda è intervenuto il consigliere comunale del PD, Sandro Leonardi, che conferma l’insofferenza di almeno una parte del PD di Palermo verso l’attuale Amministrazione comunale:
“Esprimo forte vicinanza ai dipendenti AMAT che hanno aderito allo sciopero, rompendo un silenzio assordante imposto dall’Amministrazione comunale con il placet di alcuni sindacalisti. Sono vicino agli autisti dell’azienda, tra i migliori nel loro campo, come può accorgersi chiunque prenda l’autobus e li veda guidare su strade terribili, dovendo fare i conti con mezzi vetusti, automobilisti indisciplinati e perfino con le bici nelle corsie preferenziali grazie alla ‘trovata’ dell’assessore Catania. Questa amministrazione pensa di risolvere tutti i problemi con una tassa, come quella della ZTL, senza pensare a tagliare sprechi milionari e gestendo l’azienda con approssimazione. Finito lo spot rimangono le macerie, per chi ci lavora e per chi oggi ancora è costretto a servirsi di un servizio pubblico da terzo mondo. Appena arriverà in consiglio il regolamento ZTL elimineremo questa tassa occulta e in bilancio metteremo tutti i soldi necessari al rilancio dell’azienda, se questa eliminerà gli sprechi che ho denunciato più volte”.
Critiche arrivano anche da Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che contesta la riduzione da 100 Euro a 90 Euro del balzello ZTL:
“Se qualcuno esulta per questa pseudo vittoria, i palermitani non sanno se ridere, piangere o indignarsi per l’ennesima presa in giro. Orlando ed i suoi amici, che sono accerchiati dal Comitato No ZTL, promotore del referendum, l’Assemblea regionale e tutte le altre associazioni che stanno promuovendo un ricorso al TAR, cercano di porre rimedio all’irrimediabile con sconti tipici da Suk arabo, dove si contratta l’acquisto di qualunque cosa, e trattando la materia senza alcuna programmazione. I residenti all’interno dei perimetri ZTL non chiedono elemosina, ma il riconoscimento di un diritto costituzionalmente riconosciuto, come quello alla libera mobilità urbana. Provvedimenti come quello delle ZTL devono, conclude Figuccia, andare nella direzione del miglioramento dei servizi alla mobilità e della tutela dell’ambiente, e non esclusivamente a far ‘cassa’ per finanziare le schizofreniche idee di una Amministrazione armai allo sbando ed indifferente alle problematiche dei palermitani”.
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