Oggi Marsala è l’aeroporto di Trapani Birgi si sono svegliati con grandi manifesti contro la guerra che gli Usa hanno scatenato nel Mediterraneo utilizzando anche la base di Sigonella. Il tutto con l’acquiescenza non soltanto del Governo Renzi, ma anche con quella di un Parlamento Siciliani di pavidi e ascari. Cresce la rete di movimenti no alla guerra e no trivelle in vista della grande manifestazione contro il Governo Crocetta del prossimo 30 Marzo
Oggi Marsala si è svegliata con striscioni nel centro storico e nell’area periferica limitrofa all’aeroporto di Birgi. A campeggiare è la seguente frase: “Del Mediterraneo siamo la perla e non la portaerei militare #crocettaacasa #nowar #stopmilitarizzazione”.
Un’azione simbolica e comunicativa messa in campo dal Coordinamento provinciale trapanese in difesa del territorio al fine di veicolare il forte dissenso alla scelta della casta politica di usare la Sicilia come zona di guerra deturpandone la natura originaria e mettendo a serio rischio i suoi abitanti. E’ proprio di due giorni fa, infatti, la notizia riportata dal Wall Street Journal secondo cui il Governo italiano, da circa un mese e in gran silenzio, ha autorizzato gli americani, dopo negoziati protrattisi per ben un anno, a fare decollare dalla base militare di Sigonella droni armati per effettuare operazioni militari contro lo stato islamico in Libia e in tutta l’area del Mediterraneo.
Sono gli stessi droni impiegati negli ultimi dieci anni per più di 500 attacchi in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria, Yemen e Libia con oltre 4.200 vittime. Le stesse operazioni militari che si traducono in attacchi a ospedali, scuole: attacchi che provocano vittime tra i civili.
Il coordinamento provinciale ha voluto esplicitare ancora una volta che la Sicilia non è territorio di guerra e i suoi abitanti hanno dimostrato, in più occasioni, di non voler prestare il fianco alla svendita del governo Crocetta che supinamente accetta le scelte imposte dal governo nazionale a discapito dei cittadini siciliani. La totale subalternità ad interessi esterni sta infatti conducendo alla sempre più spiccata caratterizzazione della Sicilia come avamposto di guerra per gli interessi imperialistici stranieri: Sigonella, Niscemi, Birgi sono stati consegnati ai giochi guerrafondai di Usa e Nato che addirittura realizzano nella nostra Isola, come nel caso di Birgi, le loro esercitazioni con danno per la salute e le economie locali.
Essere costantemente subalterno ai ricatti politico-economici per avallare gli interessi delle super potenze mondiali, del governo nazionale e delle grandi aziende è una costante del governo siciliano che si esprime altresì nel caso delle trivellazioni nel Canale di Sicilia e che vede il presidente Crocetta prima acconsentire in cambio della promessa, da parte di ENI, di non smantellare la raffineria di Gela; e poi decidere di costringere l’intero PD siciliano a votare contro la proposta referendaria per l’abrogazione delle norme del Decreto ‘Sblocca Italia’ in tema di concessioni petrolifere, pur essendo la Sicilia la Regione maggiormente coinvolta dal provvedimento.
Di fronte a una totale svendita del bagaglio storico-artistico-culturale e delle ricchezze naturali della Sicilia e una totale svalutazione della salute, dell’incolumità e della dignità dei siciliani, il Coordinamento provinciale ha ritenuto necessario far sentire la propria voce e invita tutti i cittadini della provincia a una presa di coscienza collettiva e a una partecipazione attiva.
Ricordiamo che il prossimo 30 Marzo – data che ricorda la rivolta dei Vespri Siciliani del 1282 – è stata indetta la marcia popolare contro il governo Crocetta. L’appuntamento è Palermo. Parteciperanno i protagonisti dei movimenti attivi in tutta la Sicilia in difesa del territorio e dei diritti civili.
Una data importante, il prossimo 30 Marzo. Per l’occasione è stato organizzato un pullman, che permetterà di portare in piazza il dissenso a un modello di sviluppo – anzi di sottosviluppo – ovviamente per nulla virtuoso. Una grande giornata di mobilitazione per rivendicare il diritto all’autodeterminazione dei popoli nei propri territori. Una manifestazione popolare che si aggancia a un altro appuntamento importante: il referendum del 17 Aprile per dire “No” alle trivelle nei nostri mari.
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