Ieri, per ben sette volte, il governo regionale è stato battuto in Aula sulle votazioni relative al Bilancio a legislazione vigente. Continua l’assenza da Sala d’Ercole del presidente della Regione, Crocetta. Un emendamento dei grillini approvato dall’Aula strappa un milione di Euro ai dirigenti regionali: serviranno a migliorare i porti degli arcipelaghi siciliani. Le solo apparenti scaramucce sono un segnale negativo per Baccei e per i renziani siciliani del PD, che all’Ars non sembrano avere i voti per far passare una manovra economica e finanziaria forse troppo condizionata dai tagli imposti da Roma
Dopo aver ignorato la discussione generale sulla manovra economica e finanziaria 2016 disertando l’Aula, quello che ormai sta passando alla storia come il non-presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ieri, ha iniziato la settimana politica e parlamentare disertando la seduta dedicata all’esame e all’approvazione del Bilancio a legislazione vigente. Per tutta risposta Sala d’Ercole ha approvato due emendamenti targati Movimento per l’Autonomia. Il primo colpisce direttamente il governatore, che quest’anno avrà a disposizione 24 mila Euro in meno per i viaggi: soldi dirottati sul mantenimento del personale e per fare un po’ di pulizia a Palazzo d’Orleans, sede della stessa presidenza della Regione (una metafora oggettivamente pesante…). Il secondo toglie 40 mila Euro ai servizi e alle utenze e li sposta al servizio restauro.
Insomma, l’Aula non è ancora entrata nel merito della manovra 2016. Ma già i primi segnali sono chiari: e sono segali negativi per il governo, che è andato giù in sette votazioni.
Il dato politico generale è che ai parlamentari – di maggioranza e di opposizione – non va giù il ‘perimetro’ finanziario entro il quale l’assessore-commissario, Alessandro Baccei, ha inchiodato la Regione siciliana. Nessuno, se non con brevi accenni, ha parlato degli scippi finanziari operati dal governo Renzi negli ultimi due anni. Ma la storia dei 550 milioni di Euro che, di fatto, non arriveranno in Sicilia, beh, i deputati, a quanto sembra di capire, non la ‘digeriscono’ affatto.
La storia è nota. Roma, dopo aver ‘depredato’ le finanze regionali, ha promesso un miliardo e 450 milioni di Euro per il 2016. Di questa somma, 900 milioni di Euro dovrebbero essere già nelle ‘casse’ della Regione. Gli altri 550 milioni arriveranno solo dopo che il Parlamento siciliano avrà tagliato una somma equivalente dai propri conti.
Di fatto, è un ricatto bell’e buono. I 90 deputati di Sala d’Ercole possono pure rifiutarsi di tagliare questi 500-550 milioni dalla manovra di quest’anno. E non risolveranno nulla, perché Roma non erogherà i 550 milioni di Euro!
A conti fatti – è il caso di dirlo, visto che si parla di Bilancio – Renzi e Baccei hanno ‘incapretatto’ il Parlamento siciliano. Che, almeno fino ad ora, ha dimostrato di non accettare il cappio al collo confezionato dal PD renziano.
Già la manovra di quest’anno ha subìto, rispetto al 2015, tagli orizzontali per un miliardo di Euro circa. Ora governo e Ars dovranno individuare le categorie economiche e sociali dell’Isola alle quali togliere, in quota parte, altri 500 milioni di Euro circa. Operazione dolorosissima, sotto il profilo sociale, perché il Bilancio regionale, dopo due anni di renzismo, è ormai all’osso. E i primi a capirlo sono proprio i parlamentari del PD ai quali le categorie sociali che verranno colpite chiederanno conto e regione.
Questo spiega il nervosismo dell’Aula. Infastidita, anche, dall’atteggiamento del presidente Crocetta, che probabilmente non ha contezza piena della dimensione istituzionale, prima che politica, del ruolo che è chiamato a svolgere.
I segnali, ieri, sono stati lanciati al presidente della Regione. Ma soprattutto all’assessore-commissario Baccei e al ‘capo’ dei renziani siciliani, il sottosegretario, Davide Faraone.
Il malessere della politica siciliana nei confronti del governo Renzi è stato espresso, la scorsa settimana, da Nello Musumeci, uno dei pochi deputati che dà dignità politica al Parlamento siciliano. E che, volendo, ha anticipato quello che è successo ieri.
Musumeci, citando “il giudizio affrettato e superficiale” di Faraone sul Bilancio regionale 2016, ha colto una contraddizione tutta interna alla maggioranza di centrosinistra. Il sottosegretario ha detto che, finalmente, Baccei avrebbe confezionato un Bilancio regionale veritiero. Ma Crocetta e il centrosinistra governano da tre anni.
Ciò significa che, per due anni, il governo Crocetta ha proposto e fatto approvare dall’Ars Bilanci falsi?
Interrogativo stringente, ma logico, quello posto la scorsa settimana da Musumeci. Segnale non esattamente positivo per Baccei. Un’atmosfera che lascia intendere la volontà dell’Aula – dell’opposizione, ma a quanto sembra anche da una parte della maggioranza di centrosinistra – di stravolgere il già citato perimetro finanziario ‘disegnato’ dall’assessore-commissario.
Per il resto, la giornata di ieri ha fatto registrare le divisioni interne alla maggioranza di centrosinistra e allo stesso PD. Non si spiega altrimenti la ‘bocciatura’ di un emendamento del governo che avrebbe dovuto aumentare lo stanziamento per i viaggi del vice presidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Mariella Lo Bello.
Qualcuno ha sussurrato che, ieri, molti deputati, piuttosto che andare in Aula, hanno preferito seguire la partita Napoli-Milan. Di vero c’è che, a un certo punto, per evitare disastri, la maggioranza di centrosinistra – che ieri in Aula era minoranza – ha chiesto la sospensione dei lavori. Con le inevitabili polemiche da parte delle opposizioni, che avrebbero voluto approfittare della situazione per ‘smontare’ e ‘rimontare’ in modo diverso altri ‘pezzi’ del Bilancio a legislazione vigente.
Solite scaramucce, alla fine. Alle 18,00, o giù di lì, i deputati sono tornati a Sala d’Ercole. La capogruppo del PD, Alice Anselmo, che aveva chiesto il rinvio della seduta, pensa di aver trovato la ‘quadra’ e ritira la sua richiesta. Ma deve aver fatto male i conti, se è vero che il governo va giù anche alla quarta votazione. Fatti tecnici, certo, che però indicano che il mal d’Aula, nella maggioranza, o presunta tale, è tutt’altro che finito.
Tra gli emendamenti ‘indigesti’ per il governo, ma approvati dall’Aula ce n’è uno del Movimento 5 Stelle (primo firmatario il deputato Sergio Tancredi) che colpisce i dirigenti regionali. Come si usa dire dalle nostre parti, ‘l’inchiummata’ è pesante: un milione di Euro destinati ai premi di produzione dei dirigenti regionali viene invece dirottato sul “completamento,miglioramento, riparazione, sistemazione e manutenzione straordinaria di opere marittime nei porti di seconda, terza e quarta classe”.
Soddisfatti i deputati grillini che in un comunicato spiegano:
“Sui premi obiettivi erogati ai dirigenti anche per motivi tutt’altro che trascendentali, il M5S conduce da tempo una battaglia, visto che tali compensi aggiuntivi, fino ad oggi, vengono erogati praticamente a tutti, anche per motivi di ordinaria amministrazione. L’emendamento non è animato da alcun intento vessatorio contro nessuno. E’ giusto, però, che a fare i sacrifici siano tutti indistintamente. Ne beneficeranno gli abitanti delle isole minori”.
Quindi il giudizio politico: “Non potendo contare sui numeri, la maggioranza si affida a mezzucci e tattiche dilatorie, facendo venire meno il numero legale, nella speranza di trovare una quadra sempre più difficile al proprio interno. E’ ormai il trionfo della confusione e dell’approssimazione, con il governo che ritira i suoi stessi emendamenti. La cosa terribile è che a pagare il prezzo di tutto saranno, come al solito, i siciliani”.
Per dirla in breve, l’opposizione è ormai messa di traverso, più che mai decisa a far pesare a Baccei (Crocetta, lo ricordiamo, è sempre assente…) la legge dei numeri.
Intanto – ormai è l’ora – incombe la partita. Appena il tempo, per il governo, per andare giù in altre due o tre votazioni. Poi il rinvio dei lavori. Del Bilancio a legislazione vigente si tornerà a parlare oggi alle 16,00. Maggioranza di centrosinistra permettendo…
P.S.
Su facebook Pino Apprendi, figura storica della sinistra di Palermo e dirigente del PD, non risparmia critiche al segretario regionale, Fausto Raciti:
“Raciti, il fallimento continua. La capogruppo del PD all’Ars, Alice Anselmo, chiede di rinviare la seduta, visto l’esito delle votazioni. Mai accaduto nella storia del nostro partito”.
Il ‘siluro’ di Apprendi è preciso: è stato infatti Raciti ad imporre Alice Anselmo a capogruppo del PD all’Ars: e i risultati si vedono…
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fa piacere sapere che l'opposizione ha votato compatta per delle decurtazioni, piccole ma significative, "ni vunciamu a panza...", ma stupiscono quando non votano alle riduzioni delle spese del personale ars e deputati. mi confondono questi atteggiamenti, vuoi vedere che è meglio muzzicari u sfardatu ca un parra che un sanu chi ti para davanti? lo diceva un tale certo Ubaldo Caropio, che alla fine aggiungeva: ... agnello e sucu e finiu u vattiu. ecco per noi siciliani è finita e non ci faranno vedere nemmeno la frutta. sa futt....