Non si placano le proteste sulla cessione di una parte del mare sardo alla Francia. La replica del PD fa acqua da tutte le parti: non nega l’esistenza dell’accordo, mentre i pescatori sardi sono sul piede di guerra. Vuoi vedere che, dopo avere spremuto la Sicilia a puntino, penseranno anche di cedere le nostre belle isolette?
In Sardegna è scoppiato il caos dopo la notizia secondo cui il Governo Renzi ha ceduto un largo tratto di mare al nord dell’isola alla Francia. A denunciare il fattaccio, il deputato sardo di Unidos, Mauro Pili:
“I mari a nord della Sardegna diventano francesi. Con un blitz senza precedenti il governo Renzi ha ceduto alla Francia le acque più pescose al Nord della Sardegna. Un’operazione scattata nei giorni scorsi quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero e raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato. Il messaggio è stato chiaro: fermatevi state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese. Le autorità francesi non ci hanno pensato due volte a fermare l’imbarcazione sarda. E’ solo così che tra ieri e oggi – racconta Pili- si è scoperto che un accordo internazionale siglato dal Ministro degli esteri francese Fabius e quello italiano Gentiloni aveva ceduto porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda”.
La denuncia ha, comprensibilmente, acceso l’ira di tutto l’arco parlamentare sardo: dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, che annuncia “una vera propria guerra istituzionale, con gli strumenti del diritto e della democrazia”, al consigliere regionale e sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino che ha parlato “dell’ennesimo provvedimento calato dall’alto dal Governo nazionale a danno della Sardegna”. Lo stesso hanno fatto altri politici sardi, ma non solo. Giorgia Meloni di Fdi e Roberto Calderoli della Lega Nord hanno gridato allo scandalo.
E, in effetti, di questo si tratta. Di uno scandalo vergognoso.
La difesa del Governo Renzi, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti. “L’Italia non ha ceduto i mari del nord Sardegna alla Francia; – dichiara il senatore del Pd Silvio Lai – quanto accaduto al peschereccio bloccato dalle autorità transalpine è stato già oggetto di un chiarimento chiesto dal PD al Ministero degli Esteri. Gli stessi francesi si sono già scusati per quello che da loro stessi è stato definito un deprecabile errore. In estrema sintesi: la politica della denuncia ad effetto, urlata e non verificata raggiunge solo obiettivi di effimera ribalta mediatica per chi la propone. Crea inutili allarmismi e non aiuta ad affrontare e risolvere i reali problemi della nostra isola”.
Una dichiarazione che, però, non ha convinto nessuno. Tant’è che stamattina ha preso il via la mobilitazione dei rappresentanti delle marinerie di Golfo Aranci, Santa Teresa di Gallura, Palau, Olbia, Porto Torres, Siniscola, Alghero.
Perché non ha convinto nessuno? Perché lo stesso Lai non ha negato che esista un trattato per rivedere gli accordi con la Francia: il negoziato era iniziato nel 2006 con Prodi ed è ripreso nel 2012 con Monti. Il 21 marzo 2015 a Caen le firme dei ministri degli Esteri Fabius e Gentiloni. Colpa di Monti e Prodi? Anche di Renzi considerando che Gentiloni è un suo ministro.
Accordo che il Parlamento francese ha già ratificato, mentre quello italiano no. Insomma, per Parigi l’accordo è già è in vigore mentre Roma ha fatto finta di niente finché la truffa non è stato scoperta. Da qui la buffa presa di posizione del deputato del Pd che però non smentisce la sostanza della questione:
“Noi vogliamo la revoca dell’accordo, – dice il deputato sardo Pili- non solo non sono state sentite le regioni interessate, ma non sono neppure state coinvolte le categorie dei pescatori che oggi si vedono vietare un tratto di acque internazionali, cedute alla Francia, uno specchio acqueo molto importante per la loro attività. Grazie a questo accordo di una gravità inaudita, la Francia passa dalle 12 alle 40 miglia, nonostante le dichiarazioni degli esponenti del Pd che continuano a negare e a coprire il misfatto del governo Renzi: lo dicano ai pescatori del Nord Sardegna che si tratta di una bufala”.
Alla luce di quanto sta avvenendo, ci chiediamo: a quando la vendita delle Eolie? Potrebbe essere solo questione di tempo considerando che Roma ha già preso dalla Sicilia tutto quello che c’era da prendere. A cominciare dai tributi che spetterebbero alla Sicilia e che trattiene unilateralmente e illegittimamente (come denuncia la Corte dei Conti), per proseguire con i soldi che la Sicilia dovrebbe incassare grazie ai pronunciamenti della Corte Costituzionale ma ai quali Crocetta ha rinunciato d’accordo con Padoan, e ancora con le risorse del Fas e del Pac, solo per fare gli esempi più eclatanti.
Per non parlare del via libera alle trivelle che massacreranno il nostro mare (sempre con la complicità di Crocetta). Insomma, ci hanno preso tutto. Cosa resta da prendere? Le nostre isole più belle potrebbero essere una idea- ad esclusione di Pantelleria che sarà investita in pieno dalle trivelle- quindi le Eolie.
Domanda: ce lo diranno, o come i pescatori sardi, un giorno scopriremo che per andare a Salina ci vuole il passaporto?
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