In Sicilia non mancano progetti simili, ma rimangono nei cassetti per la solita strafottenza delle istituzioni. Ad Aosta già diverse forze politiche stanno convergendo sull’idea ed entro l’estate la proposta dovrebbe arrivare in Assemblea
L’argomento non è nuovo in Sicilia dove da anni alcuni movimenti lavorano a questo progetto. L’esempio più noto è quello del Grano la moneta complementare ideata da Progetto Sicilia, che fa a capo all’imprenditore Giuseppe Pizzino. Si chiama invece Tarì il sistema proposto qualche anno addietro dal professor Massimo Costa, leader di Siciliani Liberi.
Si tratta, generalmente, di uno strumento di pagamento parallelo all’ euro, con lo scopo di creare nuovo potere dacquisto per lavoratori, famiglie, imprese e amministrazioni locali e invertire la vertiginosa caduta della spesa. Monete complementari sono state introdotte in molti paesi europei, dalla Sardegna col Sardex a Bristol con la Bristol Pound (nella foto).
Il progetto in Sicilia è sempre rimasto nei cassetti a causa della solita ‘strafottenza’ delle istituzioni. Diversa è la situazione in val d’Aosta, dove le forze politiche stanno convergendo sull’idea. Intanto, la creazione di una ‘moneta complementare’ valdostana è il principale obiettivo per il 2016 del gruppo di Alpe in Consiglio Valle. I consiglieri di minoranza stanno preparando una proposta di legge regionale da presentare entro l’estate all’Assemblea, frutto di un confronto durato mesi tra esponenti politici, esperti di finanza e di economia valdostani.
“Giocando con le regole monetarie e finanziarie che ci sono imposte dall’Europa rischiamo la desertificazione socio-economica della Valle d’Aosta”, ha affermato il presidente di Alpe, Alexis Vallet – possiamo rinchiuderci nella nostra isola come i giapponesi perdendo il contatto con la realtà e finendo per soccombere, oppure mettere in discussione l’attuale sistema e cercare nuove strade come quella della moneta alternativa”.
“I vantaggi dell’impiego della moneta alternativa – affermano i consiglieri regionali di Alpe – sarebbero sia per le piccole imprese, che potrebbero riscuotere più agevolmente i propri crediti, sia per le pubbliche amministrazioni che, oltre a rispettare con maggiore facilità il saldo del Patto di stabilità, potrebbero fare a meno del Mepa per alcuni servizi. Quanto ai cittadini, per loro si ipotizza la possibilità di pagare i tributi comunali con la nuova moneta”
La proposta è stata condivisa da UVP e dall ‘Altra Valle d’Aosta che in un comunicato scrive:
“ll 2016 si è aperto, tra le altre cose, con la proposta di ALPE e UVP di istituire una moneta complementare, che vada ad affiancare quindi l’euro. Pensiamo che questo tipo di strumento che crea nuova ricchezza e aumenta la liquidità corrente, possa essere un mezzo utile per aiutare imprese, commercianti e consumatori ad uscire dalla crisi economica”.
“La decisione di realizzare una moneta complementare, – prosegue il comunicato- per noi, deriva dal desiderio di reagire alle conseguenze negative della globalizzazione economica, di riappropriarsi della moneta intesa come mezzo e non come fine e ricollegarla all’economia reale: usare monete complementari significa insomma contestare la finanziarizzazione dell’economia, ‘il denaro che produce denaro’ e la speculazione che questo comporta. La moneta complementare è libera da interessi e quindi i produttori, le industrie e i commercianti potrebbero attuare strategie commerciali di più lungo respiro. Se il discorso si svilupperà in questo senso siamo sin da ora disponibili a collaborare”.
La valuta locale non verrebbe stampata da una banca centrale sotto forma di cartamoneta. L’idea è di utilizzare una carta di credito.
Insomma, mentre la Sicilia sogna di uscire dalla palude, in altre regioni dove i politici sono al servizio del territorio, si cercano soluzioni concrete.