L’intervista rilasciata da Cuffaro all’Huffington Post ha scatenato un putiferio. Le ‘vestali’ del Partito Democratico – a Roma e in Sicilia – gridano ai quattro venti che no, il PD siciliano non ha mai intruppato cuffariani nelle proprie fila. Smentiti dai fatti…
In queste ore le ‘vestali’ del Partito Democratico – a Roma e in Sicilia – gridano ai quattro venti che no, il PD siciliano non ha mai intruppato cuffariani nelle proprie fila.
Tutto nasce da un’intervista rilasciata da Totò Cuffato al quotidiano on line L’Huffington Post. Dice, sornione, l’ex presidente della Regione siciliana: “Quelli che stavano con me e ora nel PD fanno le tessere. Ma non capisco il clamore, lo scandalo. A me pare naturale. Prendevo un milione ottocento mila voti, lì dentro c’era la Sicilia”. E ancora: “Perché Renzi non è il PD dei miei tempi, è un PD diverso, moderato, che guarda all’idea di un partito della Nazione. Questo è il primo motivo. Il secondo, connesso, è che a destra non c’è un grande partito moderato, ma Alfano che per di più è alleato con Renzi. È chiaro che si sposti sul PD”.
Le parole di Cuffaro hanno scatenato un putiferio. Eppure che i cuffariani di Sicilia si siano avvicinati al PD non è una novità. Il 25 Luglio del 2013 – due anni e mezzo fa – Il Giornale scriveva a proposito dei possibili compagni di viaggio di Renzi in Sicilia:
“Il comandamento dei renziani è semplice: bisogna sfondare a destra, anche pescando fra ex cuffariani, ex lombardiani. Non importa”.
Due anni e mezzo fa i renziani, insomma, oltre che intruppare ex cuffariani, ‘imbarcavano’ tra le proprie file anche personale politico che, per anni, era stato vicino all’ex presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo, per lunghi anni vicinissino a Cuffaro prima di tradirlo, nel 2009, per allearsi con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.
Leggiamo assieme cosa scriveva Il Giornale nel Luglio del 2013 a proposito delle alleanze dei renziani: “Il coordinatore provinciale dei comitati Big Bang in provincia di Catania si chiama Alessandro Lo Presti. Ai più questo nome non dirà nulla, ma Lo Presti è stato il segretario ‘particolare’ per diversi anni di Raffaele Lombardo. E in occasione delle recenti amministrative dello scorso giugno proprio Renzi ha ‘comiziato’ in un paesino vicino Catania, Aci Sant’Antonio insieme all’ex capogruppo all’Assemblea regionale siciliana dell’Mpa Nicola D’Agostino, ex braccio destro di ‘Arraffaele’, e al coordinatore Lo Presti”.
Con il nome di ‘Arraffaele’ s’intende Raffaele Lombardo, epiteto che l’ex presidente della Regione siciliana si è ‘guadagnato’ sul campo, quando arraffava tutte le poltrone di sottogoverno disponibili per piazzarvi i suoi collaboratori.
“Ad Agrigento – si legge sempre nell’articolo de Il Giornale del 2013 – si è arruolato fra le truppe renziana Marco Zambuto, attuale sindaco (due anni e mezzo fa Zambuto non si era ancora dimesso da sindaco di Agrigento ndr), eletto per la prima volta fra le file dell’Udc di Totò Cuffaro. C’è anche una dichiarazione dello stesso Zambuto: “Con Matteo ci siamo visti nelle scorse settimane, mi ha dato ulteriore conferma di grinta ed entusiasmo. L’Italia ha bisogno di una scossa che l’aiuti a far ripartire”.
Ma Renzi, in Sicilia, l’Italia la sta facendo “ripartire” con tanti altri cuffariani. Sempre in provincia di Agrigento – dove Cuffaro è di casa, visto che è nato a Raffadali, paese dell’Agrigentino dove il fratello di Totò è sindaco – i renziani hanno intruppato, ad esempio, Michele Catanzaro. Accolto con “piacere immenso” dal sottosegretario Davide Faraone, parlamentare nazionale del PD eletto in Sicilia e renziano di ferro. Oggi Catanzaro è uno degli esponenti di spicco dei renziani agrigentini. Protagonista del tesseramento,come ha ricordato giustamente Cuffaro…
Poi ci sono tutti i deputati dell’Ars – rigorosamente ex cuffariani – che oggi sostengono il governo di Rosario Crocetta. Ci sono i parlamentari che seguono Totò Cardinale da Mussomeli (che negli anni ’80 del secolo passato era, insieme con Cuffaro e Lombardo, tra i ‘delfini’ dell’allora Ministro della Repubblica, Calogero Mannino, ovviamente nella grande DC). Almeno la metà della decina di deputati che vanno dietro a Cardinale sono ex cuffariani.
Lo stesso Cuffaro parla di Valeria Sudano, nipote di Domenico ‘Mimmo’ Sudano, che a Catania e in provincia – parliamo sempre di Democrazia Cristiana – prendeva una barca di voti. Di Sudano si ricorda la sua amicizia con uno dei ‘re’ delle discariche siciliane: Domenico Proto, gestore della discarica di Motta Sant’Anastasia.
Da ricordare anche i seguaci di Lino Leanza, che ha lasciato questa erra, ma che ha lasciato anche un gruppo di deputati regionali: in parte ex lombardiani, in parte ex cuffariani. Tutti passati, armi e bagagli, nella maggioranza che sostiene il governo Crocetta.
Un altro cuffariano (che per la verità ha militato in tante formazioni, dal centrodestra ai socialisti) è Pippo Nicotra, già sindaco di Aci Catena.
Nel PD è finito anche Paolo Ruggirello, che non è tra i cuffariani. Lo hanno voluto fortissimamente il solito faraone e il vice segretario nazionale del PD, Lorenzo Guerini. Tutto a posto, allora? Non esattamente. Non tanto e non soltanto perché Ruggirello, qualche anno fa, era vicino a Raffaele Lombardo, quanto perché lo stesso Ruggirello è cresciuto politicamente con Bartolo Pellegrino, l’ex assessore del primo governo Cuffaro che finì inguaiato perché, in un’intercettazione, dipingeva in modo non esattamente elegante gli uomini della forze dell’ordine…
Allora i dirigenti della ‘Sinistra’ siciliana si stracciarono le vesti, perché uno come Pellegrino non poteva continuare ad occupare il ruolo di assessore. E, in effetti, Pellegrino fu costretto alle dimissioni.
Sempre a proposito di cuffariani nel PD è interessante la dichiarazione rilasciata lo scorso anno dal già citato ex Ministro, Calogero Mannino a La Zanzara su Radio 24:
“A me Renzi piace. L’ho anche votato alle Europee, è al momento l’unica scelta possibile. Renzi è arrivato con baldanza giovanile, qualche volta non è sorretto da forza progettuale molto elaborata, ma sta mettendo alcune cose sul punto giusto. In un Paese che sembrava inanimato sta dando delle spinte di vitalità. Io guardo l’andamento della situazione economica e la confronto con quella di tre anni fa e vedo che ci sono dei progressi, dei miglioramenti”.
Tra le ‘vestali’ che oggi ‘urlano’ il proprio anticuffarismo c’è Roberto Speranza, leader della minoranza del PD.
“Cos’è diventato il tesseramento del PD? Chiedo ai due vicesegretari del partito (il segretario Renzi è legittimamente impegnato in un importante viaggio internazionale e non credo abbia purtroppo tempo di occuparsi del nostro tesseramento) di fare immediatamente chiarezza. Lo dobbiamo alle tante persone per bene che continuano a credere nella nostra comunità politica”.
E Lorenzo Guerini, quello che ha intruppato Paolo Ruggirello:
“Cuffaro stia sereno: il Partito Democratico non sta tesserando suoi uomini, dal momento che siamo un partito di centrosinistra, che non ha niente a che vedere con idee politiche sue e dei suoi sostenitori. Spiace che su una non-notizia ci sia, invece, qualcuno dei nostri, pronto a salirci sopra per alzare un polverone fasullo quanto strumentale che, quello sì, danneggia il buon nome del PD”.
Parla anche (e ci vuole coraggio) il segretario regionale del PD, Fausto Raciti: “Il PD in Sicilia non è né sarà mai erede del cuffarismo. Chi rimesta tessere sbatterà il muso”.
Conclude Totò Cuffaro:
“L’onorevole Roberto Speranza è parlamentare che ho sempre stimato per la sua onestà intellettuale e culturale. Vorrei sommessamente chiedere che la mia intervista all’Huffington Post venga valutata per quello che è. Ho voluto semplicemente ribadire la mia scelta definitiva di abbandonare la vita politica. Lungi da me l’idea di impegnarmi nel tesseramento di qualsivoglia partito politico”.
P.S.
Solo una domanda al segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti, a Lorenzo Guerini e a Roberto Speranza:
conoscono il senatore Giuseppe Lumia?