Contro gli inceneritori proposti dal governo di Matteo Renzi si pronuncia la parlamentare nazionale del PD, Magda Culotta. Contrario anche il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino. Duro l’attacco dei grillini siciliani (Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino), che accusano l’esecutivo nazionale di volere aumentare il caos – già creato in questo delicato settore della vita pubblica siciliana dall’insipienza del governo Crocetta – per preparare la strada agli inceneritori. I parlamentari dell’Ars del Movimento 5 Stelle chiamano in causa l’assessore Vania Contraffatto: “Dove sono finiti i 200 milioni di Euro per gli impianti di compostaggio?”. Il comunicato dei Cittadini per Palermo più verde e pulita
I grandi affari nel nome dei rifiuti. Magari realizzando gli inceneritori di immondizia, che inquinano l’ambiente, ma riempono di soldi le tasche degli amici e… Sono tecnologie superate? Pazienza. Prima vengono le esigenze dei politici. O di chi, con i rifiuti e gli inceneritori, sta provando a costruirsi una carriera. E che non può certo fermarsi davanti a certe ‘sottigliezze’.
Così vanno le cose in Sicilia nell’anno di grazia 2016. Con il governo Renzi che pensa di ripercorrere strade che la nostra Isola ha conosciuto negli anni passati, quando si pensava di realizzare 4 inceneritori di rifiuti chiamati elegantemente termovaorizzatori. Eh già: bruciando rifiuti si produce energia: da qui il nome quasi musicale di termovalorizzatori. Totò Cuffaro ci provò, ma andò male: tutto bloccato dalla magistratura europea perché gli appalti erano stati gestiti in stile ‘strapaese’, senza bandi europei.
Nel 2012 l’allora successore di Cuffaro, Raffaele Raffy Lombardo – che intanto aveva intruppato al governo il PD con un ribaltone – dopo aver predicato ai quattro venti di aver combattuto i termovalorizzatori di Cuffaro, vola a Roma e, con la ‘benedizione di Lagambiente Sicilia, sigla con il governo nazionale allora diretto da Mario Monti un accordo ‘intelligente’: bruciare i rifiuti nelle cementerie. Idea che dovrebbe essere stata bloccata.
Ora tocca al governo Crocetta, o meglio, ai commissari che hanno sostituito Crocetta, che anche sui rifiuti non ha voce in capitolo: parliamo dei renziani, che in Sicilia hanno imposto la magistrata Vania Contraffatto sulla plancia di comando dell’assessorato regionale con la delega ai rifiuti.
Che fa la bella Vania? All’inizio promette la raccolta differenziata. Strada facendo – parafrasando la celebre canzone di Baglioni – si accorge che non è più sola: con lei ci sono i renziani che le chiedono: “Vania, termovalorizziamo”. E termovalorizzatori siano! Da qui il progetto di sei inceneritori di rifiuti. Ma sì, cuffareggiamo con una bella ordinanza del governo Renzi, magari iniziando con due inceneritori di rifiuti, con il placet della Conferenza Stato-Regioni. Poi strada facendo…
Tutti d’accordo? Ma quando mai! Ecco i grillini:
“L’ordinanza del governo? Ci sono obiettivi irraggiungibili per l’esecutivo-Titanic che ci ritroviamo. La verità è che si vuole creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori”.
Insomma, il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars ‘boccia’ senza attenuanti l’ordinanza tirata fuori dal cilindro del governo, che rischia di creare il caos nella già caotica situazione dei rifiuti e intanto ripesca i soliti, immancabili, commissari.
“Si procede – afferma la parlamentare regionale grillina, Valentina Palmeri – col modello commissari per la gestione delle Srr regionali. Il rischio concreto è che le poche discariche attive per ricevere i rifiuti vengano chiuse e inizi l’esportazione in altre regioni o all’estero, sul modello Napoli. Ridurre le Srr da 18 a 5 e modificare la legge regionale 9 del 2010 non sono obiettivi che questo scalcinato esecutivo può raggiungere. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un subdolo disegno politico per aggravare ulteriormente la precaria gestione dei rifiuti al fine di accelerare l’autorizzazione ad incenerire”.
Duro l’attacco della parlamentare a Crocetta (che in effetti – come già ricordato – anche sui rifiuti è stato ‘commissariato’ dai renziani romano-siculi: in pratica, non conta nulla) e all’assessore Contraffatto: “Un anno fa – continua la deputata – la Contrafatto e Crocetta lanciarono lo stesso allarme sostenendo che bisognava portare i rifiuti fuori, l’obiettivo vero era quelli di ottenere il commissariamento. È passato un anno e l’allarme si è dimostrato falso. Allora la Sicilia disponeva di capacità di abbancamento per 2 anni circa. C’era tutto il tempo per dispiegare una strategia efficace. Oggi, dopo un anno passato inutilmente, nulla è cambiato. Se il governo continuerà solamente a chiedere la proclamazione dell’emergenza, senza fare nulla tra un anno l’emergenza finirà con l’essere reale. In sostanza, la raccolta differenziata decresce, le discariche aumentano, il governo vuole poteri speciali per poter operare extra-ordinem, mettendo in campo gli inceneritori, che in condizione di pianificazione e legislazione ordinario non si potrebbero realizzare. Dall’approvazione della legge Ronchi del 1997 che introduceva la differenziata come modalità di raccolta e di gestione, in Sicilia un comitato d’affari impedisce che si passi dal modello discarica/inceneritore alla riduzione e alla valorizzazione dei rifiuti”.
Dall’assessore, la deputata vorrebbe sapere che fine faranno tutti quei Comuni che stanno completando l’iter delle gare o hanno già provveduto agli affidamenti provvisori, se conosce la situazione degli impianti privati che non sono competitivi rispetto ai prezzi delle discariche, cosa prevede in concreto per abbassare i prezzi di conferimento che appaiono troppo elevati per avviare la raccolta differenziata e, inoltre, dove sono finiti i 200 milioni di euro dell’OPCM 3887/2010, assegnati alla Regione siciliana per gli impianti di compostaggio in Sicilia. Alla Contrafatto, la Palmeri chiede pure cosa ha da dire relativamente ai templi biblici dell’Urega (Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) per le gare dei vari piani degli ambiti di raccolta ottimale (Aro) dei Comuni.
Molto critico sull’ordinanza anche il deputato Giampiero Trizzino: “Lo avevamo già capito da tempo – afferma Trizzino – che il governo Crocetta non avrebbe portato alcuna vera rivoluzione soprattutto in quei settori dove la Sicilia, davvero, sente il bisogno di voltare pagina. Mi chiedo cosa sia cambiato rispetto alle amministrazioni Cuffaro e Lombardo se in emergenza eravamo allora e in emergenza siamo oggi. Crocetta ha avuto tre anni per depositare il nuovo piano regionale dei rifiuti ed invece ancora una volta (per l’ennesima volta) i siciliani ricevono un’ordinanza emergenziale che manterrà il sistema in uno stato di caos che ormai ha assunto caratteri endemici”.
Critico sui grandi affari che stanno dietro gli inceneritori anche il vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino: “Inceneritori, termovalorizzatori, raccolta differenziata qualcuno ci spieghi con chiarezza attraverso quale sistema si vogliono smaltire i rifiuti in Sicilia. Stiamo leggendo una serie di notizie controverse. Mentre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato lo schema del premier che prevede due impianti anche in Sicilia, il sottosegretario Davide Faraone dichiara che bisogna lavorare per avere impianti a emissioni zero e raccolta differenziata. Non vorrei che lo stato d’emergenza in cui l’Isola si trova da anni sul fronte della spazzatura inducesse alla confusione, perché gli inceneritori sono impianti superati e non è vero che i termovalorizzatori sono a impatto zero. Si lavori piuttosto in modo serio per una raccolta differenziata e per il riuso dei rifiuti. Invito l’assessore Vania Contraffatto a fornire spiegazioni in Aula affinché si possa chiarire definitivamente la questione”.
Un “no” agli inceneritori-termovalorizzatori arriva anche dalla parlamentare nazionale del PD, Magda Culotta, che è anche sindaco di Pollina. “Non sono d’accordo con la proposta di creare degli inceneritori in Sicilia – dice Magda Culotta -. Le considero opere faraoniche, che tra l’altro, per essere messe a regime, avrebbero bisogno di almeno 5 anni. Nella nostra regione ci sono aree che non solo raggiungono alti trend di raccolta differenziata, ma che addirittura hanno aderito da tempo alla strategia nazionale ‘Rifiuto Zero’. Sarebbe come chiedergli di fare un passo indietro. Non si può pensare di liquidare la questione rifiuti con un intervento di questo tipo. Bisogna avviare un piano regionale organico che aumenti i servizi di raccolta e sensibilizzi di più la popolazione”.
“Dobbiamo trovare le condizioni per uscire dalla fase di stallo gestionale in cui siamo caduti. La Regione – conclude Magda Culotta – dovrebbe esprimersi sulle piante organiche proposte dai Comuni e avviare un piano di impiantistica che guardi all’innovazione, a piattaforme per la raccolta differenziata e per il compostaggio, realizzandole in poco tempo”.
Scrive l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, su twitter: “Due termovalorizzatori proposti dal governo nazionale: è una proposta di chi non ha idea di cosa sia la Sicilia. Spero se ne rendano conto”. E’ contrario ai due impianti? O gli sembrano pochi? Non l’abbiamo capito.
Sulla vicenda intervengono anche i Cittadini per Palermo più verde e pulita:
“Qualcuno a Roma pensa che la Sicilia sia irredimibile e non farà mai la differenziata. Qualcuno in Sicilia, invece di opporsi, ha spianato la strada. In tanti in questi anni hanno preferito lasciare marcire i problemi, gonfiare di assunzioni, senza rendere servizi, le società d’ambito, meno che mai dedicarsi alla raccolta differenziata. Tutti dimenticano gli obblighi derivanti dalla legge che obbliga i comuni al 65% di differenziata già da qualche anno. Da quindici anni si prosegue con commissariamenti incapaci di cambiare musica costringendo i cittadini siciliani a pagare cifre altissime. Provocando un danno erariale derivante dal mancato guadagno della vendita della frazione riciclata”. (interessante, al riguardo, questa sentenza che potete leggere qui).
“La Corte di Giustizia Europea con sentenza del 15 ottobre 2014 «Inadempimento di uno Stato – Ambiente – Direttive 1999/31/CE e 2008/98/CE – Piano di gestione – Rete adeguata e integrata di impianti di smaltimento – Obbligo di istituire un trattamento dei rifiuti che assicuri il miglior risultato per la salute umana e la protezione dell’ambiente ha aperto una una procedura d’infrazione dopo che il 26 ottobre 2009 la Commissione aveva avviato un’indagine EU Pilot sulla violazione dell’obbligo di trattamento dei rifiuti previsto all’articolo 6, lettera a), della direttiva 1999/31”.
Quindi l’affondo finale a Renzi e Crocetta: “Un regalo, i termovalorizzatori (peraltro non in esercizio prima di 5 anni) di due presidenti incapaci di visione se non quella del proprio interesse. Vedremo se è possibile violare la legge così platealmente e NON pagare MAI”.
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In Sicilia esistono alcune zone virtuose (se così si possono definire) dove la raccolta differenziata esiste già da tempo, vedi i comuni del trapanese: Alcamo, Castellammare del Golfo, Erice, San Vito lo Capo... Oppure il comune del palermitano, Castelbuono, dove viene (o veniva) fatta la raccolta differenziata con gli asini...
Da un paio di mesi a questa parte viene fatta la differenziata anche nel mio comune, Balestrate (PA), dove ha già raggiunto ufficialmente il 43% circa (ancora poco).
La volontà popolare non manca di certo, ma bisogna fare di più e meglio.
Gli inceneritori potrebbero essere una soluzione, ma dovrebbero funzionare a norma ed essere al di fuori da qualsiasi malaffare. Secondo me un inceneritore è più salutare rispetto alla munnizza sotterrata. Vedi la zona del napoletano dove l'agricoltura ha perso notevoli introiti a causa delle terre dei fuochi
Giovanni, la prego di spiegarmi, cosa significa avere un inceneritore a norma ?
Le faccio questa richiesta perché da qualunque angolazione si guardi la questione un inceneritore difficilmente può essere a norma, o meglio, per essere a norma dovrebbe bruciare materiali combustibili, tipo legno ,carta, certamente non plastiche di vario genere, ma anche il legno deve essere privo di vernici,collanti o
semilegnosi. Sarebbe giusto iniziare in tutta la Sicilia una buona differenziata almeno al 70%, in questo caso cosa brucerebbe l'inceneritore? Neanche il 30% di rifiuti rimasti, trattandosi in molti casi di rifiuti non tutti combustibili.
Chi costruisce l'inceneritore, vuole guadagnare non solo nella costruzione dell'impianto, ma soprattutto nella gestione dello stesso, l'inceneritore non va d'accordo con la differenziata, se brucia di tutto il danno alla salute dei cittadini è catastrofico, poi perché fare quattro megainceneritori, dobbiamo smaltire anche rifiuti provenienti da altre regioni ? I rifiuti pro capite dei siciliani sono in media sui 500 kg annui, una delle percentuali più basse d'Italia, nel nord italia, tali numeri raddoppiano, con esclusione degli scarti industriali. Lei ritiene salutare
gli inceneritori, in questo caso non le auguro di averne qualcuno piazzato vicino
casa, in ogni caso penso che i siciliani dovrebbero essere solidali e fare in modo di scongiurare una simile calamità. Gli inceneritori uccidono.