Renzi e Crocetta: stabilizzare i precari dei Comuni siciliani a spese dei cittadini degli stessi Comuni!

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E’ quello che dice, tra le righe, in un comunicato, il vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino. Di fatto, è l’unico politico che ha almeno il coraggio di affermare a chiare lettere che la stabilizzazione di questi precari sollecitata dal governo Renzi e dal governo Crocetta è solo una mezza presa in giro in vista delle prossime elezioni. Il conto lo dovrebbero pagare, con nuove tasse, gli ignari contribuenti dei Comuni dove operano questi precari. E questa è follia, perché le famiglie siciliane sono già in grande difficoltà

Premesso che noi siamo contrari alla stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, dobbiamo riconoscere che il vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino, è uno dei pochi politici siciliani che su tale materia, quanto meno, non racconta frottole. Almeno, insomma, dice come stanno le cose.

“Il disegno di legge approvato dalla Commissione Lavoro all’Ars che riguarda il personale precario in servizio nei Comuni siciliani – dice Venturino in un comunicato stampa – non risolve assolutamente il problema delle stabilizzazioni. E’ ora di smetterla con la facile demagogia sui precari che la politica negli anni ha usato a proprio piacimento. Qualcuno ci spieghi che significano contratti a tempo indeterminato con un contributo dell’80% per 10 anni, quindi un tempo chiaro e definito”.

“Mantenendo il turn over al 25 per cento come fissato dalla legge statale vigente in materia – sottolinea Venturino, che sull’argomento ha presentato due disegni di legge bloccati da circa venti mesi – saranno pochissimi i soggetti che potranno essere stabilizzati, cioè ogni 4 che vanno in pensione è possibile stabilizzarne 1. Inoltre, come prevede il comma 12 quinques dell’art. 30, la decurtazione del 30 per cento del contributo per ogni anno di posticipazione del processo di stabilizzazione vedrà azzerato, nell’arco di tre anni, l’intero contributo che la Regione eroga agli stessi enti locali. Altro che finanziamento di 10 anni se si rischia a legislazione vigente di perderlo in appena 3 anni”.

Finalmente c’è un politico che racconta la verità: il governo Renzi e il governo regionale di Rosario Crocetta, che a parole dicono che i 24 mila precari dei Comuni siciliani debbono essere stabilizzati, di fatto stanno provando a scaricare sugli stessi Comuni il costo di questo personale. Della serie: stabilizzateli e, per pagarli, appioppate ai cittadini dei vostri Comuni nuove tasse e nuove imposte!

“E’ significativo – prosegue nella sua nota il vice presidente dell’Ars – che la Commissione Lavoro abbia bocciato i due emendamenti che avevo presentato e che sono le uniche proposte migliorative in materia di precariato negli enti locali, emendamenti che ripresenterò in Aula. La buona politica non può che sostenere la riforma organica del settore e il contributo ordinario e non a tempo determinato. In Commissione Lavoro sono fermi due disegni di legge a mia firma che avvierebbero un percorso virtuoso per la risoluzione del problema, senza spese ulteriori per la Regione”.

“Occorre che l’Assemblea regionale, il Governo con il coinvolgimento dello Stato e i sindacati – prosegue Venturino – mettano fine una volta per tutte a questo calvario istituzionale di Stato anche per un senso di civiltà. Non si può utilizzare il personale per oltre 36 mesi senza incorrere nell’abuso come previsto dalla legislazione europea in materia che, ricordo, vale anche per la Sicilia”.

“E’ evidente – leggiamo sempre nel comunicato stampa di Venturino – che più si avvicinano le scadenze elettorali, più si inventano soluzioni fantasiose e la ragione è sempre la stessa: fare del precariato manovra di massa per fini elettorali. Evitiamo la demagogia, con le solite e reiterate proroghe, come questa, che altro non è che una proroga camuffata con il nome di stabilizzazione”.

“I lavoratori – conclude Venturino – sono vittime di un sistema politico che li ha usati e che vorrebbe continuare ad usarli. Governo e Assemblea regionale abbiano il coraggio di voltare pagina una volta per tutte affrontando con serietà la questione e trovando una soluzione vera, coinvolgendo anche il legislatore statale”.

P.S.

A nostro modesto avviso, la “soluzione vera” non può essere la stabilizzazione. Nella pubblica amministrazione si deve accedere tramite concorsi, e non con il ricorso al precariato. Non solo. Gli stipendi dei 24 mila precari dei Comuni siciliani non possono essere pagati dalle famiglie siciliane già provate da una pesante crisi.

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