Vi raccontiamo come, attraverso una serie di raggiri, il governo Crocetta si accinge a mettere le mani in tasca alle famiglie siciliane per ‘alleggerirle’ di 25 Euro all’anno. Obiettivo: recuperare una parte delle somme che la Regione di Crocetta e del PD si è fatta derubare dal governo Renzi. Il grande affare dei cinque inceneritori di rifiuti che non hanno nulla a che spartire con la presunta “emergenza rifiuti”: un’emergenza che potrebbe servire per gestire appalti milionari nel nome della somma urgenza (e dei piccioli…). la presa di posizione del Movimento 5 Stelle all’Ars
Nella gestione dei rifiuti in Sicilia la demagogia, la scorrettezza e la disinformazione sono ormai la regola. Con il governo nazionale di Matteo Renzi e il governo regionale di Rosario Crocetta che fanno a gara per gabbare i cittadini siciliani e per offendere l’umana intelligenza.
Il governo nazionale annuncia un “commissariamento” in materia di gestione dei rifiuti. Peccato che, da quando è stato varato il terzo governo Crocetta, l’assessore regionale con delega ai rifiuti – la magistrata Vania Contraffatto – sia stata imposta da Renzi e dal sottosegretario, Davide Faraone.
Di fatto, stiamo assistendo a un governo nazionale che commissaria se stesso, dal momento che l’assessore Contraffatto è stato imposto da Roma. Una farsa!
E’ come se – per essere ancora più chiari – il governo Renzi, che ha già commissariato la gestione del Bilancio della Regione siciliana imponendo come assessore regionale all’Economia il toscano (e renziano) Alessandro Baccei a un certo punto annunci di voler “commissariare” la gestione del Bilancio regionale: si tratterebbe, per l’appunto, di una farsa, perché il Bilancio regionale è già commissariato!
In realtà, dietro questa recita a soggetto nella gestione dei rifiuti in Sicilia – il governo Renzi che ‘commissaria’ l’assessore che ha imposto al governo-fantoccio di Rosario Crocetta – c’è un disegno preciso. Perché mentre la gestione ordinaria presuppone il rispetto delle leggi che, per esempio, regolano la realizzazione di nuovi impianti, con la gestione commissariale si può andare in deroga, evitando – sempre per citare un esempio – il ricorso all’evidenza pubblica nella gestione di appalti che si annunciano milionari.
Si sa: nel nome della ‘somma urgenza’ non c’è bisogno di bandire gare: si procede direttamente con gli affidamenti diretti.
Ma cosa vogliono realizzare Renzi & compagni? Qui viene il bello. Nei giorni scorsi è stato opportunamente preparato il terreno, annunciando che in Sicilia “c’è un’emergenza rifiuti”, perché le discariche sarebbero stracolme. Ovviamente, né il governo nazionale, né il governo regionale hanno fornito i dati su queste discariche “stracolme”. Basta la parola.
Che fare per fronteggiare “l’emergenza”? Pronto accomodo, il governo nazionale – con la gestione commissariale – si accinge ad avviare la realizzazione di cinque o sei inceneritori di rifiuti.
Peccato che con “l’emergenza” rifiuti gli inceneritori non abbiamo nulla a che vedere. Emergenza significa, infatti, adottare provvedimenti urgenti per fronteggiare un problema che deve essere risolto in tempi brevissimi. Peccato che per realizzare gli inceneritori di rifiuti, bene che vada, passano almeno 5 anni!
Ma, attenzione: 5 anni se tutto fila liscio: esproprio e acquisto dei terreni, bando di gara (gare che devono essere europee: ricordiamoci che, ai tempi del governo regionale di Totò Cuffaro, per non aver bandito gare europee, sono stati bloccati i lavori per la realizzazione di quattro termovalorizzatori!), autorizzazioni e realizzazione dei lavori.
Da qui una domanda: visto che “l’emergenza” rifiuti non ha nulla a che spartire con gli inceneritori, forse “l’urgenza” del governo Renzi è quella di avviare in Sicilia la realizzazione degli inceneritori che, lo ricordiamo, sono impianti che prevedono una spesa di centinaia di milioni di Euro?
Da qui un retro-pensiero: non è che il “commissariamento” della Sicilia in materia di gestione dei rifiuti dovrebbe servire – la nostra è un’ipotesi, ovviamente – per assegnare, con affidamenti diretti, senza gara europea, la realizzazione dei cinque o sei inceneritori di rifiuti?
Se ciò dovesse avvenire, saremmo davanti a una gestione della cosa pubblica molto disinvolta, per altro nemmeno troppo fantasiosa, che verrebbe messa in campo, alla fine, per aggirare le normative europee! Il tutto nel nome di un’emergenza che – lo ribadiamo ancora una volta – con la realizzazione degli inceneritori non ha nulla a che vedere!
Sempre a proposito degli inceneritori vorremmo porre una domanda all’assessore regionale Vania Contraffatto: assessore, lei, quando si è insediata negli uffici dell’assessorato regionale che si occupa di gestione dei rifiuti, ha affermato che avrebbe lavorato per potenziare la raccolta differenziata degli rifiuti. E adesso che fa: invece della raccolta dei rifiuti ci propina cinque o sei inceneritori? Ha cambiato opinione?
Ma lo sa, assessore Contraffatto, che le tecnologie degli inceneritori dei rifiuti sono ormai superate dalla storia? Quando nei primi anni del 2000 il governo Cuffaro puntò sulla realizzazione di quattro inceneritori – che vennero presentati come termovalorizzatori perché avrebbero dovuto produrre energia dalla combustione degli stessi rifiuti – in alcuni Paesi del Centro Europa gli inceneritori – o termovalorizzatori – esistevano già da un decennio? Insomma, tra il 2003 e il 2005 le tecnologie degli inceneritori erano già superate. In Sicilia stavano realizzando impianti che nel resto d’Europa erano in fase di smantellamento.
E voi cosa state facendo, assessore Contraffatto? Ci proponete una tecnologia superata dalla storia, se è vero che nei Paesi civili si va verso i cosiddetti Rifiuti Zero, cioè vero il riciclo del 100% dei rifiuti!
Sa, assessore, perché perché gli inceneritori o termovalorizzatori sono superati? Perché inquinano l’ambiente con i fumi. Perché bruciando i rifiuti si producono sostanze inquinanti che vanno nell’aria e vengono respirate dalla gente. E non c’è verso di ridurre tale inquinamento. E’ proprio per eliminare questo tipo di inquinamento che, nel Paesi civili, si va verso i Rifiuti Zero.
Da questo abbiamo capito una cosa: nel nome degli affari – cioè per una questione di piccioli – si debbono realizzare in Sicilia cinque o sei inceneritori di rifiuti. Che non serviranno a risolvere l’emergenza rifiuti, ma un’altra “emergenza”…
Altro giro, altro raggiro. Anzi, doppio raggiro. Nel disegno di legge sulla stabilità 2016 presentato in Assemblea regionale siciliana dall’assessore-commissario Baccei c’è una norma beffarda. Ne abbiamo già parlato in questa inchiesta che potete leggere qui.
Si tratta, come già accennato, di doppio un raggiro ai danni dei contribuenti siciliani: cioè un doppio raggiro ai danni di famiglie e imprese della nostra Isola. Nella norma c’è scritto che i Comuni che non raggiungeranno una percentuale di raccolta differenziata – 50 o 60 per cento: vedremo cosa deciderà Sala d’Ercole – verranno penalizzati.
Ma ad affossare la raccolta differenziata dei rifiuti, in Sicilia, non sono stati solo i Comuni (che, tra l’altro, hanno meno responsabilità di quello che la Regione cerca di far credere), ma è stata, in primo luogo, la stessa Regione. La responsabilità della riduzione della raccolta differenziata, in particolare, va ascritta al governo regionale di Raffaele Lombardo e all’attuale governo Crocetta. Questi due governi non si sono mai preoccupati di potenziare la raccolta differenziata, tant’è vero che, ancora oggi, in Sicilia, il 96-97 per cento dei rifiuti va nelle discariche!
Emblematico il caso della provincia di Agrigento, che tra la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000 stava per raggiungere il 20 per cento di raccolta differenziata. Guarda caso, dal 2008 ad oggi, ad Agrigento e dintorni, la percentuale di raccolta differenziata è stata più che dimezzata. Nelle scorse settimane lo stesso Comune di Agrigento ha abbandonato la raccolta differenziata e trasferisce i rifiuti nella discarica di Siculiana.
Questi sono fatti. Adesso sapete cosa propone il governo Crocetta nel disegno di legge di stabilità 2016? Il presidente Crocetta e gli assessori Baccei e Contraffatto propongono di ‘multare’ ufficialmente i Comuni che non raggiungono il 50-60 per cento di raccolta differenziata!
Ufficialmente multano i Comuni. In pratica, colpiscono cittadini e imprese siciliane con il già citato doppio raggiro.
Primo raggiro: famiglie e imprese sono parte lesa da Regione e Comuni che non hanno fatto nulla di concreto per la raccolta differenziata dei rifiuti. E proprio per questo sono stati costretti – e sono ancora oggi costretti – a vivere in ambienti inquinati dalle discariche (basti pensare all’inquinamento dell’ambiente provocato dalla discarica di Bellolampo a Palermo).
Secondo raggiro: pur non avendo responsabilità, famiglie e imprese siciliane, con la legge regionale di stabilità 2016 saranno chiamati a pagare una TARI più ‘salata’.
La TARI – la Tassa sui rifiuti – ha molte voci. Sapete cosa prevede la legge regionale di stabilità 2016 del governo Crocetta? Di raddoppiare l’importo di quella parte della TARI che viene incassata dalla Regione. Semplificando, vi comunichiamo che ogni famiglia siciliana, a partire da quest’anno, pagherà nella TARI 25 Euro in più che verranno incassati dalla Regione.
Quella Regione che ha impedito ai cittadini siciliani di poter effettuare la raccolta differenziata (che significa una riduzione della TARI, perché il riciclo di una parte dei rifiuti riduce l’inquinamento) adesso multa gli stessi cittadini siciliani perché non hanno effettuato la raccolta differenziata!
Siamo o no davanti a una norma banditesca? Quand’è che i siciliani scenderanno in piazza per protestare contro questo modo truffaldino di gestire la cosa pubblica?
Non è finita. Il “commissariamento” annunciato dal governo Renzi prevede di mettere “ordine” nel settore dei rifiuti. Elimineranno le discariche? No. Come abbiamo già detto, vorrebbero realizzare cinque o sei inceneritori di rifiuti. E, in più, dovrebbero realizzare una serie di “piattaforme integrate”. Sapete, cari lettori, cosa sono le “piattaforme integrate”? Discariche gestite, forse, un po’ più razionalmente.
Dovete sapere che quasi tutte le discariche siciliane sono fuori legge. Perché seppelliscono tutto, compresa la frazione umida che, invece, non dovrebbe andare sotto terra, perché incrementa e rende più tossico il percolato, che è il liquido che si forma nelle discariche a causa delle piogge. Le “piattaforme integrate”, insomma, dovrebbero essere meno inquinanti.
Ma pur sempre di discariche si tratta. E qui emerge la malafede del governo regionale che farà pagare alle famiglie siciliane 25 Euro in più di TARI peché non effettuano la raccolta differenziata. Poi, d’accordo con il governo nazionale, programma la realizzazione di quattro “piattaforme integrate” – cioè di quattro nuove discariche – a Gela, a Caltanissetta, a Enna e a Messina.
Il governo regionale che ‘multa’ i cittadini perché non effettuano la raccolta differenziata dei rifiuti continuando a portare i rifiuti in discarica si accinge a realizzare altre quattro discariche! Questa è o no un’offesa all’intelligenza?
Se è il governo regionale che sta per realizzare quattro mega discariche, significa che i siciliani chissà per quanti anni ancora conferiranno i rifiuti in discarica. Altro che raccolta differenziata! La verità è che il governo Crocetta e il PD siciliano – che si fanno rubare i soldi della Regione dal governo Renzi – hanno trovato il modo di mettere le mani nelle tasche dei siciliani per recuperare – con i 25 Euro a famiglia della TARI – una parte dei soldi che si fanno derubare dal governo Renzi. Il resto sono chiacchiere.
E questo sarebbe il governo Renzi, quello che doveva abbassare le tasse…
Sulla vicenda rifiuti in Sicilia intervengono anche i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle con un comunicato:
“L’ordinanza del governo? Ci sono obiettivi irraggiungibili per l’esecutivo-Titanic che ci ritroviamo. La verità è che si vuole creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori”.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars boccia senza attenuanti l’ordinanza tirata fuori dal cilindro del governo, che rischia di creare il caos nella già caotica situazione dei rifiuti e intanto ripesca i soliti, immancabili, commissari.
“Si procede – afferma Valentina Palmeri – col modello commissari per la gestione delle Srr regionali. Il rischio concreto è che le poche discariche attive per ricevere i rifiuti vengano chiuse e inizi l’esportazione in altre regioni o all’estero, sul modello Napoli. Ridurre le Srr da 18 a 5 e modificare la legge regionale 9 del 2010 non sono obiettivi che questo scalcinato esecutivo può raggiungere. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un subdolo disegno politico per aggravare ulteriormente la precaria gestione dei rifiuti al fine di accelerare l’autorizzazione ad incenerire”.
“Un anno fa – continua la deputata – la Contrafatto e Crocetta lanciarono lo stesso allarme sostenendo che bisognava portare i rifiuti fuori, l’obiettivo vero era quelli di ottenere il commissariamento. È passato un anno e l’allarme si è dimostrato falso. Allora la Sicilia disponeva di capacità di abbancamento per 2 anni circa. C’era tutto il tempo per dispiegare una strategia efficace. Oggi, dopo un anno passato inutilmente, nulla è cambiato. Se il governo continuerà solamente a chiedere la proclamazione dell’emergenza, senza fare nulla tra un anno l’emergenza finirà con l’essere reale. In sostanza la raccolta differenziata decresce, le discariche aumentano, il governo vuole poteri speciali per poter operare extra-ordinem, mettendo in campo gli inceneritori, che in condizione di pianificazione e legislazione ordinario non si potrebbero realizzare. Dall’approvazione della legge Ronchi del 1997 che introduceva la differenziata come modalità di raccolta e di gestione, in Sicilia un comitato d’affari, impedisce che si passi dal modello discarica/inceneritore alla riduzione e alla valorizzazione dei rifiuti”.
Dall’assessore, la deputata vorrebbe sapere che fine faranno tutti quei Comuni che stanno completando l’iter delle gare o hanno già provveduto agli affidamenti provvisori, se conosce la situazione degli impianti privati che non sono competitivi rispetto ai prezzi delle discariche, cosa prevede in concreto per abbassare i prezzi di conferimento che appaiono troppo elevati per avviare la raccolta differenziata, e, inoltre, dove sono finiti i 200 milioni di euro dell’ OPCM 3887/2010, assegnati per la Regione siciliana per gli impianti di compostaggio in Sicilia. Alla Contrafatto, la Palmeri chiede pure cosa ha da dire relativamente ai templi biblici dell’Urega (Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) per le gare dei vari piani degli ambiti di raccolta ottimale (Aro) dei Comuni.
Molto critico sull’ordinanza anche il deputato Giampiero Trizzino: “Lo avevamo già capito da tempo – afferma Trizzino – che il governo Crocetta non avrebbe portato alcuna vera rivoluzione soprattutto in quei settori dove la Sicilia, davvero, sente il bisogno di voltare pagina. Mi chiedo cosa sia cambiato rispetto alle amministrazioni Cuffaro e Lombardo se in emergenza eravamo allora e in emergenza siamo oggi. Crocetta ha avuto tre anni per depositare il nuovo Piano regionale dei rifiuti ed invece ancora una volta (per l’ennesima volta) i siciliani ricevono un’ordinanza emergenziale che manterrà il sistema in uno stato di caos che ormai ha assunto caratteri endemici”.