La strage di Charlie Hebdo un anno dopo

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Con l’avvento del monoteismo sono arrivate le guerre di religione e l’intolleranza. In nome di una divinità che è amore, che è misericordiosa e compassionevole,  si sono perpetrati nei secoli delitti orrendi, stragi infinite, si sono consumati atti di inaudita ferocia su uomini, donne e bambini. Ma Dio ci ricorda Jessica Rabbit, non è cattivo, lo disegnano così, lo preferiscono così

Gli effetti collaterali del monoteismo grondano sangue. In nome di una divinità che è amore, che è misericordiosa e compassionevole,  si sono perpetrati nei secoli delitti orrendi, stragi infinite, si sono consumati atti di inaudita ferocia su uomini, donne e bambini, si sono scatenate guerre fratricide, seminando  la morte e la distruzione. 

Che tempi  beati quelli del politeismo!  Un dio in più era il benvenuto, nessuno si stracciava le vesti, anzi le nuove religioni suscitavano curiosità ed interesse e i nuovi dei si collocavano pacificamente accanto ai vecchi e nessuno aveva da ridire.

Le  guerre di religione, con i loro odi, i loro massacri, i loro eccessi, sono cominciate quando le religioni monoteiste  hanno sconfitto il paganesimo.  Eresie, ortodossie, scismi, conclavi, fatwe, arianesimo,monofisismo, sunnismo,  manicheismo, scitismo, e chi più ne ha  più ne metta.

Il dio di questi, il dio di quelli, il dio degli eserciti (degli eserciti!). Dio è con  noi, no, sbagliato, è con noi, Iddio lo vuole.

Tormenti e torture, processi e roghi, un campionario di orrori e crudeltà in cui la divinità, comunque si chiami o addirittura non si chiami affatto perché in taluni casi non si può nemmeno nominare, non c’entra per niente. Proprio per niente.

L’aggressività umana con il prosperare del monoteismo ha trovato la strada maestra per scatenarsi. La stupidità umana, d’altro canto, è diventata uno strumento docile nelle mani di bande di fanatici, di cattivi maestri che, per sete di dominio, hanno esercitato nei secoli loro malefica influenza su menti semplici e malleabili che alle loro farneticanti sciocchezze, vuoi  per disperazione,vuoi per desiderio di sentirsi vivi, si sono costretti a credere. 

Credere in che cosa? A uomini cattivi che hanno insegnato  “un sistema di dottrine e di promesse che, da un lato, spiegano all’uomo con invidiabile compiutezza gli enigmi di questo mondo, dall’altro gli garantisce che una provvidenza sollecita veglierà sulla sua vita e in una esistenza ultraterrena lo ripagherà di eventuali frustrazioni”.

“Vi rendete conto che l’insieme è così manifestamente infantile, così irrealistico da rendere doloroso a un animo amico  dell’umanità pensare che la stragrande maggioranza di mortali non sarà mai capace di sollevarsi al  di sopra di questa concezione della vita?” (Freud)

Questa incapacità è la breccia attraverso la quale si insinuano e poi irrompono quelli che Marlowe chiama “bruchi religiosi”. E interi mondi, intere civiltà perdono il senso della bellezza e della gentilezza, l’amore per la scienza e lo studio, la curiosità intellettuale, il rispetto per gli altri.

Il mistero nel quale siamo immersi è  una cosa seria e merita un reverente, silenzioso rispetto! Quanti si son scandalizzati per la vignetta di Charlie pubblicata sul giornale in occasione dell’anniversario della strage riflettano. Sappiano che, come dice Jessica Rabbit, Dio non è cattivo, lo disegnano così, lo preferiscono così.

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