TOPONOMASTICA 1/ Oggi iniziamo un ‘viaggio’ nella toponomastica palermitana, siciliana e, perché no?, del Sud Italia. L’obiettivo è quello di riflettere insieme sulle vie e sulle scuole che ancora oggi, nel Mezzogiorno d’Italia, vengono intitolate agli assassini. E’ il caso del generale Cialdini: un criminale responsabile della morte di migliaia di meridionali, dall’assedio di Gaeta alla strage di Pontelandolfo e Casalduni. E’ incredibile che a un personaggio del genere Palermo dedichi una via!
Giorni fa, alla ricerca della bottega di un falegname, mi sono trovato dalle parti di corso dei Mille. Nel mio girovagare sono finito in una stretta via, traversa della Via Di Pasquale. La strada è intitolata a Enrico Cialdini. Non credevo ai miei occhi. La commissione toponomastica di Palermo ha intestato una via della città ad un criminale di guerra, a un feroce assassino di meridionali.
Beata e tragica ignoranza! O meglio (o peggio) potenza della mistificazione e della menzogna, potenza della legge bronzea secondo la quale la storia la scrivono i vincitori!
Ma sapete chi fu veramente Cialdini? Ve lo dico io.
Siamo nell’inverno del 1860. Il Sud Italia è stato già conquistato da Garibaldi e “girato” a Teano a Vittorio Emanuele (tornerò sull’episodio). Resta da liquidare i sospesi, ovvero eliminare il legittimo re delle Due Sicilie, Francesco II, il quale, con la sua corte e il suo esercito di fedelissimi, quello che gli resta al netto dei traditori e dei corrotti vendutisi ai Savoia, per evitare un bagno di sangue a Napoli, si era rifugiato a Gaeta.
La città fu oggetto di un assedio spietato e feroce, guidato proprio da Cialdini che, usando per la prima volta i famigerati modernissimi cannoni rigati, fece strage degli assediati (fece saltare in aria una polveriera, sollevando l’entusiasmo del re galantuomo che se la rise al vedere i corpi maciullati volare in aria e cadere a mare).
Dopo questa gloriosa impresa, per la quale il buon re lo creò Duca di Gaeta, l’eroe fu nominato Luogotenente generale del Regno delle Due Sicilie, con il compito di mettere ordine in quelle province che, chissà perché, di andare con i Savoia non avevano proprio il piacere.
Qui l’eroe si coprì di gloria, ordinando ai suoi luogotenenti di non fare prigionieri. Sapeste con quale vibrante soddisfazione inviava dispacci a Torino con i dati giornalieri dei meridionali uccisi! (Li potete leggere negli archivi storici, se vi interessa)..
Il suo capolavoro è l’eccidio dell’intera popolazione di Pontelandolfo e Casalduni, dove l’esercito sabaudo, per ordine del generale, imbestialito a causa una tenace e imprevista resistenza, si macchiò di orrendi delitti sulla popolazione inerme.
Feroce e iniqua fu la sua campagna diffamatoria nei confronti dei meridionali, definiti esseri inferiori, ignoranti e volgari.
Ma non sempre il delitto paga.
Nel 1866, come capo delle forze armate italiane, guidò l’esercito italiano contro gli austriaci nella terza guerra di indipendenza, quella, per intenderci, nella quale, pur essendo stati sconfitti per terra e per mare “liberammo” il Veneto. Cialdini per la prima volta nella sua luminosa carriera si trovò di fronte non manipoli di partigiani male armati e male equipaggiati, né civili inermi, ma l’esercito austriaco, che a Custoza inflisse una sonora batosta al suo esercito, costringendolo ad una ignominiosa fuga.
Il Comune di Palermo, ovviamente, ignora queste verità storiche. Ma adesso non ha alibi e pertanto, a nome dei siciliani e dei meridionali tutti, invito gli addetti responsabili del Comune di Palermo a porre fine questa infamia e a dedicare la strada a uno dei tanti martiri siciliani.
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La rovina del Sud Italia e della Sicilia cominciò proprio subito dopo quel fatidico 1861 (anno dell'Unità d'Italia). E da quell'anno iniziarono le migrazioni di meridionali, migrazioni che continuano tutt'oggi...
Ringrazio l' oportunita di esprimere il mio sentimento.
Sono siciliano radicato in Argentina. "Un siciliano, prima é siciliano, dopo avvovato, falegname o medico". Giovanni
Falcone, e io direi per utimo Italiano. Cosa ha fatto l' Italia per le sfollate di Tripoli? poco o niente, In tripoli, erano meridionali e veneti, nessun piemontese, nessun lombardo. Si capisci?. No vorrei portare a casa della mia mamma adottiva (Argentina) l' odio Nord-Sud, non lo meritano, anzi non potrebbero capirlo, fanno delle grossi errori, ma non si odiano fra loro. Cui tutti conviviamo in pace . Nord e Sud. In Argentina non abbiamo strade e piazze con nomi di assasini, forse il generale Roca, genocida delle indigene, e da qualche altro homicida. Cui siamo lontano degli interessi neosavoiardi. No voglio éssere un neoborbonico, ma a Bari hanno proposto il 13 di febbraio ( aniversario della fine del Regno delle due Sicilie) come "Il giorno della Memoria", e lo proporrò alle Associazioni Siciliane in Argentina. Grazie. Elio Penci.