A proposito delle ex Province, nessuno denunzia il deficit di democrazia che si è venuto a generare in Sicilia a causa dell’ingiustificato prolungarsi delle gestioni monocratiche che hanno sostituito surrettiziamente le gestioni democraticamente elette. Gli incredibili ‘casi’ di Dario & Luciana: il rimo è quello del ‘Centro schiticchi’ all’EXPO, la seconda ‘balla’ con il conflitto di interessi…
Non c’è che dire, Rosario Crocetta e il suo cerchio magico di magie se ne intendono. Non c’è cosa intrapresa, azione avviata, iniziativa assunta che non si sia conclusa magicamente (o tragicamente?) con altrettanti ridicoli flop.
Diamo una veloce ripassata ai ‘successi’ dell’attuale governo regionale.
La legge sugli Ato idrici e la politica della gestione delle acque. La legge è stata posta in stand bay dallo stesso governo regionale allorché Renzi ha fatto Bau! Crocetta e nessuno ne parla più. Si naviga a vista.
Formazione professionale, occupazione giovanile, tirocini formativi che affondano tra un click e un altro.
Fondi europei per milioni di euro da restituire a Bruxelles e chi più ne ha più ne metta.
L’ultima perla? Ricordate la legge sulle Province e sulla istituzione dei liberi consorzi? Sarebbe stato un sacrosanto adeguamento al dettato statutario. Un inno alla municipalità, all’autonomia comunale. Tutti sappiamo come è finita. Un legge piena di strafalcioni giuridici che ha meritato la bocciatura da parte dello Stato.
In pieno stato confusionale, il governo Crocetta decide di affidare la gestione delle soppresse Province a dei commissari. Poiché dopo mesi e mesi nulla è cambiato per l’inerzia colpevole di Crocetta & compagni, si è posta la necessità di prorogare le gestioni commissariali.
Nessuno denunzia il deficit di democrazia che si è venuto a generare in Sicilia a causa dell’ingiustificato prolungarsi delle gestioni monocratiche che hanno sostituito surrettiziamente le gestioni democraticamente elette.
Ma c’è di più. Alcuni amministratori sono stati scelti con poco discernimento. Mi riferisco, in particolare, alla scelta di Dario Cartabellotta e di Luciana Giammanco.
Per il primo, sembra che la mano destra del governo Crocetta non sappia quello che fa la sinistra. Cartabellotta è stato soggetto ad ispezione governativa quando, nella sua qualità di responsabile del cluster Sicilia all’EXPO, è stato sospettato di avere trasformato il cluster in un vero e proprio “Centro schiticchi”, cosa di cui il mio blog si è occupato a suo tempo. In attesa delle risultanze di quell’indagine, prudenza avrebbe voluto che Cartabellotta non fosse riconfermato (per non dire che avrebbe dovuto a suo tempo essere sostituito o sentire lui il dovere di dimettersi).
Più difficile spiegare la nomina della Giammanco, dirigente generale del dipartimento della Funzione pubblica e del Personale a commissario di un ente che lei stessa ha l’obbligo di controllare.
E così ancora una volta Crocetta ignora o finge di ignorare (ma io sono convinto che la prima, l’ignoranza, sia parte costitutiva del suo governo), il significato di conflitto di interessi.
Auguriamo alla Giammanco (che ovviamente non sente il dovere di dimettersi) di sapersi destreggiare tra i due compiti in contrasto tra loro.
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