Il leader storico degli Indipendentisti siciliani, coordinatore del centro studi ‘Andrea Finocchiaro Aprile, ricorda che quello alla salute è un diritto costituzionalmente garantito. Della questione, aggiunge, si deve occupare il Consiglio dei Ministri, con la presenza del presidente della Regione che per fatti riguardanti la Sicilia partecipa alle riunioni del governo nazionale con il rango di Ministro
Il Direttivo del Centro Studi ‘Andrea Finocchiaro Aprile’ protesta energicamente per la decisione ministeriale di CHIUDERE i battenti del “Punto Nascita” di PETRALIA SOTTANA, oltre che di quelli di Santo Stefano di QUISQUINA, di LIPARI e di MUSSOMELI. Ed è solidale con le Amministrazioni comunali e con le Cittadinanze più direttamente interessate che in questi giorni hanno denunziato la gravità della situazione che si verrebbe a creare per le partorienti, soprattutto delle Madonie, che saranno costrette a recarsi nei reparti di ostetricia di Palermo o di Cefalù con tutti gli inconvenienti ed i disagi che ne deriverebbero.
Una “politica”, quella del Governo Italiano, che il coordinatore del centro studi ‘Andrea Finocchiaro Aprile’, Giuseppe Scianò, definisce inaccettabile.
“È stato persino adombrato il sospetto – si legge nel comunicato – che qualcuno, nei ‘palazzi’ del potere – a Roma così come in Sicilia – voglia considerare il delicatissimo SETTORE della SANITÀ PUBBLICA, compresi i Punti nascita (come quello di Petralia Sottana al servizio di 27 Comuni delle Madonie), al livello dei tanti settori da “lottizzare” secondo logiche spartitorie e con il MANUALE CENCELLI a portata di mano. Se il sospetto fosse fondato sarebbe un fatto scandaloso, immorale e comunque inaccettabile”.
“NO quindi alla chiusura dei PUNTI NASCITA in questione – sottolinea Scianò -. Semmai, a giudizio del Centro Studi ‘Andrea Finocchiaro Aprile’, questi PUNTI vanno resi più funzionali, vanno dotati di personale, di attrezzature, di ambulanze moderne e di quanto occorrerà. È doveroso altresì avere la possibilità di usare tecnologie di avanguardia e personale di alta professionalità. Sempre ed ovunque, al servizio della Comunità. Sarebbe ora di finirla di considerare le strutture sanitarie PUBBLICHE centrali e periferiche come ‘POSTI’ di sottogoverno o di sottopotere. O, peggio, come strutture particolari all’esclusivo servizio del personale che vi è assegnato”.
“Vorremmo infine ricordare ai rappresentanti della classe politica – dice sempre Scianò – e dei partiti dominanti in Sicilia (non pochi dei quali sono stati eletti dai Siciliani nei Parlamenti di Palermo, di Roma e di Bruxelles, nonché agli amministratori pubblici ad ogni livello) che quello alla salute è un diritto costituzionale del quale il Popolo Siciliano non vuole, non può e non deve essere privato mai e tantomeno per scelte politiche a dir poco insensate ed indegne di uno Stato di diritto nel quale la SANITÀ è un SERVIZIO PUBBLICO a tutti gli effetti e su tutto il territorio, ZONE MONTANE, ISOLE MINORI e ZONE DISAGIATE COMPRESE”.
“E … prima di combinare INCHIAPPI – conclude Scianò – è doveroso che se ne ridiscuta in sede di CONSIGLIO dei MINISTRI con la partecipazione, con diritto di voto, del Presidente della Regione Siciliana ai sensi del dettato dello Statuto Siciliano”.