Il Governo Crocetta battuto, ancora una volta, all’Ars. Passa un emendamento del M5S che lascia a bocca asciutta Riscossione Sicilia. E il suo presidente va su tutte le furie. Dura reazione del Consiglio di Presidenza dell’Ars…
Il Governo Crocetta ancora una volta battuto in aula all’Ars. Questa volta, dopo il ko sul Dpef dei giorni scorsi, la maggioranza e l’esecutivo sono stati ‘bastonati’ con l’approvazione di un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle che ha lasciato a bocca asciutta Riscossione Sicilia, la società che gestisce la riscossione dei tributi nell’isola.
“Continuare a finanziare Riscossione Sicilia è come versare acqua in un secchio bucato. – ha detto la deputata M5S all’Ars Claudia La Rocca- Da tre anni in commissione sentiamo gli stessi discorsi, ma senza che si arrivi mai a una reale soluzione. Dall’assessore all’ultimo dei deputati invochiamo un piano industriale che non è mai arrivato. E’ evidente che Riscossione abbia un problema strutturale, e non è certo con ulteriori finanziamenti che si risolvono. Quest’anno sta chiudendo con un passivo di oltre 11 milioni e mezzo di euro. Dovevamo tirare il sasso in queste acque stagnanti, speriamo sortisca l’effetto che finora non c’è stato”.
Su tutte le furie il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta secondo il quale non assegnare i 2, 5 milioni di euro previsti alla società “è un atto gravissimo, in un momento in cui Riscossione Sicilia si batte contro le grandi evasioni e in cui sta avendo entrate cospicue. Io non so cosa sia accaduto in aula. Credo che ci sia un errore in questa scelta”.
Ma chi ha perso le staffe è stato il numero uno di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo: “Il voto dell’Ars, con cui si impedisce di fatto la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia, è un atto di pirateria non degno di un’aula parlamentare. Si vuole così eliminare l’unica partecipata che in questo 2015 ha fatto registrare un +23% delle entrate, si vuole colpire la società che per la prima volta ha perseguito i grandi evasori, sequestrando beni mobili ed immobili per milioni di euro, si vuole punire la società che ha firmato i protocolli con gli uffici giudiziari per perseguire i capitali illeciti e mafiosi”.
Il Presidente di Riscossione Sicilia si spinge oltre: “Non mi meraviglierei se tra i pirati, che si sono nascosti dietro il voto segreto, ci siano parte dei 61 parlamentari ai quali per la prima volta nella storia abbiamo notificato i pignoramenti delle loro laute indennità. Convocherò il CdA immediatamente e porterò i libri in tribunale,- dice ancora Fiumefreddo- nel contempo chiedendo un incontro al Procuratore della repubblica di Palermo. Siamo fuori dal recinto della politica e ci troviamo in ben altro ambiente. Solo la magistratura può salvarci dai mascalzoni travestiti da uomini delle istituzioni. Del resto parlerò con i magistrati”.
Parole che hanno suscitato l’immediata reazione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, che d’intesa con i due vice presidenti Venturino e Lupo, ha convocato per domani un Consiglio di presidenza urgente “per valutare le azioni da intraprendere in difesa del Parlamento siciliano a seguito delle gravi e infamanti dichiarazioni da parte del presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. Alla riunione è stato invitato a partecipare l’avvocato Enrico Sanseverino”.