Il sempre più sgusciante Fabrizio Ferrandelli sfugge dalle maglie del PD di Palermo e si ‘imbarca’ con ‘Italia Moderata’ di Alfio Marchini, ieri presente nel capoluogo siciliano. Alcuni dirigenti del PD palermitano sbraitano, accusando Ferrandelli di voler costituire liste alternative al PD. Ma c’è chi dice che il leader dei ‘Coraggiosi’ avrebbe dietro Renzi. Obiettivo: recuperare i voti del Partito Democratico siciliano, che i sondaggi danno in caduta libera… Da qui l’interrogativo: rivoluzione ferrandelliana o la solita operazione trasformista? Un fatto è certo: Renzi piace a Totò Cuffaro e a Calogero Mannino…
In queste ore ci si interroga sulle polemiche in corso del PD di Palermo, dove Fabrizio Ferrandelli – che dovrebbe essere un dirigente di questo partito – entra ed esce dallo stesso partito dando la sensazione che il Partito Democratico del capoluogo siciliano possa essere diventato una sorta di ‘Albergo politico ad ore’, dove si entra e si esce… Ieri, lo sgusciante Fabrizio ha preso parte a una manifestazione di ‘Italia Moderata’, una formazione politica nata attorno ad Alfio Marchini, candidato a sindaco di Roma non si capisce ancora bene appoggiato da chi, se è vero che dice di non essere né di destra, né di sinistra. Che sta succedendo?
A Roma si racconta che Marchini, sottobanco, potrebbe anche essere il candidato gradito a Matteo Renzi. Questa tesi potrebbe non essere campata in aria. Il PD, a Roma, con lo scandalo di ‘Mafia Capitale’, è un partito abbondantemente sputtanato. Marchini, da un lato, potrebbe intercettare i voti dei moderati e, dall’altro, provare a recuperare i voti in uscita dal PD.
Lo stesso schema potrebbe essere riproposto a Palermo. Dove, però, molti dirigenti di questo partito – sempre ammesso che dietro Marchini ci sia Renzi – non sembrerebbero informati delle possibili, eventuali evoluzioni trasformiste di Renzi. Qualche giorno fa, quando Ferrandelli ha annunciato la sua nuova ‘avventura peripatetica’ (Ferrandelli ha cambiato sei schieramenti politici in tre anni), alcuni dirigenti del PD panormita sono saltati dalla sedia, sparando a zero sull’accoppiata Marchini-Ferrandelli. E oggi la scena si ripete. A dare fuoco alle polveri è Franco Gervasi, portavoce del Coordinamento Palermo 2017, esponente del PD palermitano, un dirigente che di recente si è dimesso dalla carica di vice segretario provinciale.
“Probabilmente Ferrandelli è stato ispirato dall’endorsement di Cuffaro – dice Gervasi, facendo riferimento alla simpatia che l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro (da qualche giorno uscito dal carcere, ma già di nuovo protagonista della scena politica siciliana), ha manifestato nei confronti di Ferrandelli -. Ma su questo punto – aggiunge puntuto Gervasi – bisogna essere netti: ci aspettiamo che almeno per una volta Miceli batta un colpo e prenda le distanze da queste affermazioni, superando la confusione che lo ha indotto a dare un’ampia rappresentanza in segreteria alla ‘corrente’ ferrandelliana. O si lavora per il PD, o in alternativa ad esso: le due cose non sono compatibili”.
Gervasi se la prende con il segretario del PD di Palermo, Carmelo Miceli, che all’apparenza sembra somigliare al pastore sperduto del Presepe. Insomma, a Gervasi l’idea che Ferrandelli si accinga a presentare “liste alternative al PD”, come si legge sempre nel comunicato, non va proprio giù. Sarebbe interessante capire a quali elezioni farebbero riferimento queste “liste alternative al PD”: si tratta di liste per le elezioni comunali di Roma, o ci sono di mezzo anche elezioni in Sicilia?
Il mistero s’infittisce. Un dato, comunque, è certo: nei giorni in cui Ferrandelli presentava le dimissioni da deputato regionale è stato visto dalle parti di Palazzo Chigi. Insomma, avrebbe incontrato Renzi. Che, così si racconta, avrebbe detto al parlamentare dimissionario di essere pronto ad appoggiare il sogno di Fabrizio: e il sogno di Ferrandelli, questo lo sanno tutti, è quello di andare a fare il sindaco di Palermo. In cambio, però, Ferrandelli – così si racconta – dovrebbe aiutare Renzi in Sicilia, dove il PD è più sputtanato del Partito Democratico romano.
Vero? Falso? Un altro fatto è certo: Renzi ha trattato e continua a trattare la Sicilia come ‘l’ultima delle colonie’. Al presidente della Regione, Rosario Crocetta, in cambio del ‘Patto scellerato’ (cioè del ‘regalo’ fatto da Crocetta al governo Renzi sulla pelle di 5 milioni di siciliani, ovvero la rinuncia ai contenziosi vinti in Corte Costituzionale: rinuncia firmata da Crocetta: una firma che ha fatto perdere alla Sicilia oltre 5 miliardi di Euro!), il capo del governo e leader del PD avrebbe promesso un posto sicuro nel futuro Parlamento nazionale (leggere un posto nella lista bloccata prevista dall’Italicum, la nuova legge elettorale truffaldina approvata dal Parlamento nazionale). Renzi avrebbe fatto questa promessa – così almeno si racconta – perché avrebbe realizzato che, dopo tutte le penalizzazioni inflitte alla Sicilia, il PD dell’Isola è ormai un partito quasi ‘invotabile’, se è vero che i sondaggi riservati lo danno all’8-10 per cento.
Ferrandelli, insomma, sempre per conto di Renzi, potrebbe dare vita a una formazione politica elettorale con un duplice scopo: offrire una sponda ai moderati e, contemporaneamente, provare a recuperare i voti in uscita dal PD siciliano. In pratica, la stessa operazione politica che Marchini tenterebbe a Roma. Se le cose dovessero stare così, beh, il segretario del PD di Palermo, Miceli, magari informato da Renzi, potrebbe essere meno sprovveduto di quanto appaia (certo è che Cuffaro ha espresso simpatia per Ferrandelli e ha aggiunto che voterebbe per Renzi: proprio quello che nelle scorse settimane ha affermato l’ex Ministro, Calogero Mannino, anche lui fan di Renzi…).
Ribadiamo: si tratta di indiscrezioni tutte da verificare. Se le cose dovessero stare così – ovvero se quella di Ferrandelli con i suoi ‘Coraggiosi’ dovesse essere una recita in salsa siciliana del renzismo – ci troveremmo davanti a un’operazione di trasformismo politico: insomma, Fabrizio Ferrandelli come ai tempi di Fabrizio Salina: cambiare tutto per non cambiare nulla, con Renzi dietro le quinte…
Intanto nel PD di Palermo infuria la polemica. Gervasi è scatenato: “Ho letto le dichiarazioni del segretario provinciale in merito alla Direzione provinciale del PD che si è tenuta ieri. Mi viene un dubbio: Carmelo Miceli ha partecipato ad un’altra riunione?”.
“Durante la riunione – aggiunge Gervasi – non abbiamo sentito alcuna proposta politica da parte di Miceli. Le uniche proposte sono arrivate dagli interventi dei componendi della Direzione. Spero che la nostra serietà e la nostra partecipazione non sia stata scambiata per un’accondiscendenza alla sua voglia inspiegabile di spaccare il partito: Miceli si è presentato in Direzione per fare prove muscolari, ed ha dovuto prendere atto che il partito non lo segue”.
Intanto Ferrandelli e la sua ‘band’ vanno avanti non come il tram di Palermo, che è fermo in attesa dello scippo di 30 milioni di Euro ai cittadini di Palermo con l’inghippo delle ZTL, ma come un rullo compressore: “Una delegazione di Italia Moderata – si legge in un comunicato assimilabile a un pugno di sale gettato nelle ‘ferite’ del PD panormita – è intervenuta all’incontro con Alfio Marchini a Palermo. Il segretario regionale, Davide Romeo, a margine dell’incontro ha precisato: Italia Moderata ha supportato la presenza diAlfio Marchini a Palermo e lo sta appoggiando già a Roma, dove è candidato a sindaco, con propri candidati nelle liste che lo sostengono, ma non si accomuna alle segreterie di nessun partito… Condividiamo proprio le posizioni di Marchini, che afferma di non essere né di destra, né di sinistra, ma a servizio dei cittadini”.
Il comunicato traccia un breve profilo di Romeo: “49 anni, nato a Torino, imprenditore agro-alimentare impegnato anche nel settore dei servizi, è il primo candidato di Italia Moderata in Sicilia, a Favara, in provincia di Agrigento, Comune in cui è cresciuto e dove ha fatto esperienza come consigliere comunale all’età di 26 anni”.
Della serie: i ‘Coraggiosi’ di Ferrandelli non stanno affatto ‘babbiando’: mentre alla Regione il PD si barcamena nelle sabbie mobili di un governo regionale sputtanato, inviso al 99,9 periodico per cento dei siciliani, Fabrizio – adesso agganciato a Italia Moderata di Marchini – viaggia in lungo e in largo per la Sicilia e prepara candidati nei Comuni dell’Isola. Con la ‘benedizione’ di Renzi? Senza Renzi? Va piscalu, come si usa dire in Sicilia…
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