Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, arriva la conferma. Firmata da lui in persona: il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta in una nota, afferma che si accinge a regalare una montagna di soldi allo Stato in cambio di 1, 4 miliardi di euro l’anno
Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, arriva la conferma. Firmata da lui in persona: il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Che, in una nota, nel tentativo maldestro di tranquillizzare enti locali e precari, rimasti praticamente in mutande, conferma che si accinge a regalare una montagna di soldi allo Stato in cambio di 1, 4 miliardi di euro l’anno:
“Il percorso – dice il presidente parlando della trattativa a Roma – è chiaro e fino ad oggi gli impegni del governo nazionale nei confronti della Sicilia, sono stati tutti mantenuti. Se ci fosse stato un atteggiamento negativo da parte del governo Renzi, sicuramente non ci sarebbe stato all’interno della finanziaria l’emendamento sui 900 milioni, l’emendamento sui precari che sarà inserito nel decreto mille proroghe, lo sblocco FSC con la delibera Cipe dello scorso novembre nonché l’avvio della trattativa sui 500 milioni ulteriori mancanti”.
Superfluo aggiungere che parla di cose del tutto virtuali. Non si è vista una lira e con ogni probabilità, non si vedrà. Ma non si ferma lì, ecco la confessione: “Stiamo lavorando con forza per rimettere in ordine il bilancio, attraverso un accordo strutturale. Il problema infatti non è costituito dai 500 milioni aggiuntivi, ma dalla rinegoziazione dell’accordo con lo Stato sulle entrate della Regione per rendere certa l’entrata di un miliardo e quattrocento milioni per i prossimi bilanci. Rassicuro dunque tutti sulla stabilità dei conti e sul fatto che – conclude il governatore – non ci sarà alcuna scopertura sulle spese di forestali, comuni etc, poiché l’accordo con lo Stato c’è, si deve solo formalizzare e stiamo lavorando per questo”.
Quindi la rinegoziazione dell’accordo, per sua stessa ammissione, prevede di fissare la quota fissa di 1, 4 miliardi di euro annui per la Sicilia.
Questo equivale, come ha spiegato Franco Busalacchi qui raccontandoci della ‘delibera truffa’ approvata lo scorso 20 Novembre dalla Giunta, ad una rinuncia totale alle prerogative finanziarie fissate nello Statuto.
Che equivarrebbero a molto più di 1,4 miliardi di euro l’anno e che, come ci ha spiegato qui stamattina l’economista e studioso di diritto tributario regionale, Benedetto La Punta, non andrebbero affatto discussi con lo Stato: sono diritti fissati nello Statuto e quindi nella Costituzione italiana di cui è parte.
Ricordiamo inoltre che nella famigerata delibera di Giunta con cui Crocetta svende la Sicilia (e scritta sicuramente nella capitale o dal proconsole di Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei, mandato qui per svuotare le casse e le speranze dei siciliani) c’è anche la conferma, ve lo abbiamo detto in questo articolo, della rinuncia ai contenziosi con lo Stato, ovvero agli effetti derivanti dai pronunciamenti della Corte Costituzionale favorevoli alla Sicilia per i prossimi 3 anni. Tradotto, secondo le stime di alcuni analisti, ha rinunciato a fare arrivare in Sicilia circa 4 miliardi di euro.
Quattro miliardi di contenziosi, più altri 5 derivanti dall’articolo 36 e 37 dello Statuto, in cambio di 1,4 miliardi di euro di mancia fissa.
Ma, tant’è. Crocetta non solo è un ascaro doc, ma anche un reo confesso che, evidentemente, pensa ai Siciliani come a dei fessi.
Insomma, parafrasando Alberto Sordi nel film I Vitelloni (da cui è tratta la foto di copertina), è come se Crocetta stesse dicendo: Siciliani: prrrrrrrrrrrrrrrrrrrr !!!!
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Crocetta è una croce grande per la Sicilia