Ci sarebbe un emendamento alle legge di stabilità di 900 milioni di euro per la Sicilia, manca mezzo miliardo. Di soldi nostri come ricorda il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone che rilancia i suoi complimenti a Roma e a Faraone…
Mentre Rosario Crocetta resta a Roma con il cappello in mano e al guinzaglio di Alessandro Baccei (l’assessore all’Economia meglio conosciuto come il proconsole di Renzi in Sicilia), dalle agenzie di stampa cominciano a trapelare le prime notizie riguardo al famigerato ‘contributo’ che il Governo nazionale dovrebbe versare nelle casse regionali. Si parla di 900 milioni di euro, non più di 1, 4 miliardi. Si tratta di un emendamento alla legge di stabilità che, per inciso, ancora non è stato approvato.
Fa ‘sorridere’ che ancora si definisca ‘contributo’ quello che nella realtà sarà un trasferimento di somme dovute, anzi: una minima parte dei soldi che spetterebbero alla Sicilia. Il bluff, ormai, è talmente evidente che pure la Cgil Sicilia se ne è accorta.
C’è da dire che, in tema di bluff, il Governo siciliano al momento è sfortunato: non gliene riesce uno. E’ di ieri la notizia della retromarcia sui 10 miliardi di crediti che Baccei aveva dichiarato inesigibili (quindi cancellati dal Bilancio). Dopo una richiesta di accessi agli atti del Movimento 5 Stelle, l’inviato del Governo nazionale si è ‘accorto’ che nei conti c’era un errore di circa 3 miliardi. Morale: i siciliani risparmieranno 105 milioni di Euro all’anno per trent’anni.
Tornando alla legge di stabilità e alla notizia che circola in queste ore, Giovanni Ardizzone, Presidente dell’Ars, la commenta così:
“Ho letto che ci sarebbe un emendamento per la Sicilia di 900 milioni di euro e non per un miliardo e 400 milioni alla legge di stabilita’ nazionale, ma di cosa stiamo parlando? Sono soldi nostri, nessuno ci fa delle cortesie – ha detto Ardizzone – confermo che cosi’ lo Stato e’ vampiro, e se qualcuno vuole fare il maestrino in politica in Sicilia pontificando dall’alto di un posto al Parlamento nazionale se lo può togliere dalla testa, qui non ci sono fessi”.
Il maestrino della politica a cui si riferisce è Davide Faraone che si era risentito non poco della definizione “Stato-vampiro” formulata da Ardizzone. E c’è da capirlo: la sua missione, così come quella di Baccei, è di tenere buoni i siciliani mentre Roma svuota le casse regionali. Se pure Ardizzone, che di certo non è né un estremista né un indipendentista, si mette ad urlare ai quattro venti che ci stanno fregando, beh sono guai.
Dell’idea che Faraone e compagni hanno della nostra Isola, vi abbiamo parlato in questo articolo di Franco Busalacchi che evidenzia il tradimento della Sicilia e delle sue prerogative da parte di questi personaggi.
Ardizzone torna anche strigliare il Governo siciliano che a dicembre non ha ancora portato in Aula il Bilancio (il cosiddetto ‘bozzone’ doveva essere presentato entro il 31 Ottobre: “E’ un fatto gravissimo che il Governo regionale non abbia ancora depositato il bilancio. Mi sono stancato di fare richiami, il Governo deve venire in aula”.
Intanto, martedì dovrebbe arrivare in Aula la mozione di sfiducia del M5S a Rosario Crocetta. Ma non ci sono speranze: servirebbero 46 voti che non ci saranno perché se Crocetta va a casa ci andranno pure i deputati. Che preferiranno continuare ad inveire contro questo governo attraverso i comunicati stampa piuttosto che dare prova di coerenza.