La notizia ha dell’incredibile: l’Unione europea, dopo essersene fregata altamente dell’ondata migratoria che si è abbattuta sull’Italia, ora ci punisce per non avere preso le impronte digitali. Il che è vero. Per un disegno preciso o per mancanza di mezzi?. Igor Gelarda, dirigente del sindacato di Polizia Consap, ricorda che le forze dell’ordine non hanno il necessario nemmeno per il lavoro ordinario
La notizia ha dell’incredibile: l’Unione europea, dopo essersene fregata altamente dell’ondata migratoria che si è abbattuta sull’Italia soprattutto e poi anche sulla Grecia, adesso ha deciso di aprire una procedura di infrazione nei confronti di questi Paesi. Colpevoli, secondo Bruxelles, di non avere applicato il regolamento sulla registrazione dei migranti con la presa di impronte digitali (Eurodac).
Siamo alla follia. L’ultimo capitolo di una vicenda che è stata gestita malissimo a livello italiano e a livello europeo.
Diciamo subito che, per quello che ci risulta, è’ vero che, nella maggioranza dei casi, non sono state prese le impronte digitali. E a questo fatto sono state date, essenzialmente, due spiegazioni. La prima ci racconta di un atto premeditato del Governo nazionale. Che evitando di prendere le impronte digitali si è liberata di molti migranti che se ne sono andati dall’Italia. Se, infatti, le loro impronte fossero state trasmesse ai centri europei, i migranti irregolari sarebbero stati rispediti nel Paese che li ha accolti. Una furbata, insomma, di un Governo che sui migranti ha fatto tanta retorica (e tanto business) ma che non era pronto ad accogliere.
L’altra spiegazione ci parla di una mancanza di mezzi che avrebbe impedito alle forze dell’ordine, su cui è ricaduto tutto il peso della gestione di questa emergenza, di affrontare anche queste misure straordinarie.
E anche questo è vero. In questo caso la furbata è stata dell’Unione europea che ha scaricato tutto sull’Italia. Salvo poi un’apertura (famosa quella della Germania). ma solo ai rifugiati politici e possibilmente istruiti e, infine, l’ennesima retromarcia dopo gli attentati di Parigi.
Insomma, da qualsiasi prospettiva la si guardi, la vicenda è surreale. Ne conviene anche Igor Gelarda, dirigente del sindacato di Polizia Consap che dice:
“Dopo che siamo stati lasciati soli ad affrontare questo tremendo esodo adesso l’Unione Europea vuole anche bacchettarci. Anzi, per essere precisi, sono state proprio le forze dell’ordine, insieme ai sanitari impegnati nell’accoglienza, che si sono fatti carico di quasi tutto. Siamo- dice Gelarda- di fronte ad una triste realtà: il sistema della sicurezza italiano fa fatica ad affrontare l’ordinario, per mancanza di uomini e mezzi. Come credete che possa essere affrontato l’extra –ordinario?”
“Ebbene- aggiunge il dirigente Consap- se qualcuno in Italia credeva nei miracoli, oggi l’Unione Europea, ci ha spiegato che la realtà italiana è un’altra. O per lo meno l’Unione Europea, la percepisce in maniera diversa rispetto a come la vede il nostro Governo. E tra le responsabilità del Governo Italiano e la rigidità intermittente dell’Unione Europea, ci sono sempre i cittadini, a pagare le conseguenze della deregolamentazione di un intero sistema”.
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal