Ecco di cosa si discute a Roma: di una delibera di Giunta che dovrebbe essere firmata dall’assessore Baccei e invece reca la firma ‘abusiva’ di Crocetta. Se fosse vero non ci troveremmo davanti a un falso ideologico di Crocetta, della Giunta e del Segretario della Giunta. Il presidente dell’Ars è stato informato?
Nel sito on line della Regione siciliana si legge che la Giunta regionale, nella seduta del 20 novembre scorso, ha adottato la deliberazione n. 286 “Rapporti finanziari Stato-Regione. Iniziative”. Alla delibera è allegata una relazione “predisposta dall’assessorato regionale dell’Economia dal titolo: “Rapporti finanziari Stato-Regioni”. Così almeno di si legge. In realtà, non si capisce come si possa affermare che la relazione provenga dall’assessorato dell’Economia: la carta intestata su cui è scritta reca soltanto le diciture: “Repubblica italiana” e “Regione siciliana”. Non c’è alcun riferimento ad uffici dell’assessorato, né è riportato l’essenziale numero di protocollo che consenta di attribuire lo scritto ad un ufficio della Regione piuttosto che ad un altro.
In alto a destra del primo foglio si legge la annotazione: “20/11/15-acquisito in Giunta”, verisimilmente a firma del Segretario della Giunta. La cosa che fa pensare è che il documento è sottoscritto non dall’assessore dell’Economia, ma dal Presidente della Regione. Orbene, il Presidente della Regione può sottoscrivere un atto di un qualsiasi ramo dell’amministrazione soltanto se ha proceduto all’avocazione a sé del relativo affare. Siccome dal contesto della delibera non si evince nulla di tutto questo è normale chiedersi che cosa sia successo.
Prima domanda: chi ha redatto il documento? Non certo gli uffici dell’assessorato dell’Economia, perché in tal caso il documento sarebbe completo di tutte le indicazione di cui ho detto sopra. Perché il Segretario della Giunta possa acquisire un documento seduta stante, il documento deve provenire esclusivamente da un assessore o direttamente dal Presidente. Quindi il documento è stato verosimilmente consegnato al Segretario della Giunta dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, o dal Presidente Rosario Crocetta nel corso della seduta.
Una curiosità: perché, pur trattandosi di materia di sua competenza, Baccei non l’ha firmato? Perché l’ha firmato Crocetta, senza averne la competenza? E ancora: perché il Segretario della Giunta ha consentito la trattazione dell’argomento in palese violazione del regolamento interno della Giunta che impone un tempo per svolgere il dovuto riscontro della compiutezza dell’istruttoria della pratica?
Certamente in esecuzione di un ordine. Perché gli assessori hanno consentito che si deliberasse su un argomento tanto importante, così, sul tamburo? Erano informati? C’è stato dibattito? Potrebbe visionarsi il verbale della seduta?
E veniamo alla madre di tutte le domande: che cosa contiene di tanto scottante il documento? Perché nessuno se n’è voluto attribuire la paternità? Un dubbio mi sfiora: forse perché, con quest’atto, il Governo della Regione svende allo Stato la sua autonomia finanziaria in cambio di un ‘regalo’ di un miliardo e 400 milioni di Euro? Forse perché quest’atto integra gli estremi del tradimento allo Statuto? Sembrerebbe proprio di sì! Un tradimento perpetrato da chi non è in grado di capire quello che ha fatto, lasciandosi imbonire/ricattare/lusingare da Baccei, il quale ha portato in Giunta un documento predisposto ovunque, ma non in Sicilia.
Basta dargli un’occhiata per capire che non è farina del sacco degli uffici della Regione, che magari saranno succubi, ma non fino a quel punto. Nessun ufficio della Regione, riferendosi al proprio Governo scriverebbe “l’attuale Governo della Regione”, oppure citerebbe “l’era risanatrice del Governo Crocetta”. Così scrive un soggetto terzo, non un ufficio interno.
Tra l’altro, non si tratta di un ‘regalo’ di un miliardo e 400 milioni di Euro, ma della restituzione di un miliardo e 400 milioni di Euro che il governo Renzi ha già trattenuto a valere sul Bilancio regionale del 2016. Insomma, nel documento stanno gabellando per ‘salvataggio’ della Regione siciliana una semplice restituzione – peraltro di un solo anno – dei soldi che ogni anno lo Stato ha scippato alla Regione. In pratica, ci stanno restituendo i nostri soldi soldi che hanno trattenuto dal Bilancio regionale e ci dicono che ci stanno ‘salvando’ e in cambio trasformano la finanza autonoma della nostra Regione in finanza derivata. Incredibile!
Tutto quello che è stato detto e non detto in questi giorni sulle condizioni cui la Regione doveva sottostare perché lo Stato ci aiutasse a risanare i conti che lo stesso Stato ha disastrato potrebbe essere consacrato in quella delibera. Uso il condizionale perché la complessità della relazione va ben al di là delle mie modestissime competenze in materia di finanza pubblica. Ma sicuramente ci sarà chi è in grado di capire.
La nostra finanza, come già accennato, da autonoma diventerebbe derivata, esattamente come quella delle Regioni a Statuto ordinario. Se così fosse, sarebbe la fine dell’Autonomia regionale, e sarebbe assai triste se per arrivarci fosse bastato un decerebrato e un pugno di collaborazionisti. Complimenti!
La Giunta dei conigli però si è limitata farisaicamente ad “apprezzare” la proposta. Termine, quest’ultimo, innovativo, para-giuridico, che non si rinviene in nessuno libro di Diritto Amministrativo e che, seppure non produce alcun effetto giuridico immediato, e non compromette chi “apprezza”, consentirebbe, però, al governo regionale di andare avanti nella sua eventuale svendita.
E di tutto questo che ne sa l’Assemblea regionale siciliana? Nulla, a quanto pare. Forse che l’argomento per la sua gravità non meriterebbe una relazione del Presidente della Regione in Aula e una discussione?
Ma qui c’è un problema. E’ in grado Crocetta di ripetere, anche a pappagallo, il contenuto di quella relazione che è ben al di là anche della sua portata, oltre che della mia?
Bene. Se fosse tutto vero, spetterebbe a noi, nella nostra qualità di cittadini e di siciliani, accusare Crocetta di falso ideologico e documentale. Accusare il Segretario della Giunta regionale di negligenza e di complicità nel falso di Crocetta. Accusare gli assessori presenti nella seduta di Giunta del 20 dicembre scorso di complicità nella formazione del falso ideologico.
Questo per tutto ciò che attiene alle questioni di forma. Nel merito, poi, della decisione assunta con la detta deliberazione spetterebbe a noi accusare il Presidente della Regione e la Giunta di avere tradito lo Statuto regionale. E quindi chiedere al Presidente dell’Assembla regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, nella sua veste di garante dello Statuto della Regione, di convocare Crocetta in Parlamento perché si spieghi ed eventualmente perché ne venga censurato il comportamento e gli venga comunicato che è stata avviata nei suoi confronti la procedure per la destituzione.
Ai deputati regionali tutti chiedere che sottoscrivano senza eccezione la mozione di sfiducia nei confronti di Crocetta.