Non si possono non riconoscere le qualità di Nello Musumeci. Anche se non si condivide il suo pensiero politico, parlare male di lui è difficile. Ma non lo sarà più se assocerà il suo nome a quella banda che ha distrutto la Sicilia. E che, comunque, punterà su Roberto La Galla, uomo dei poteri vecchi, tradendolo un’altra volta…
Non si possono non riconoscere le qualità di Nello Musumeci. Anche se non si condivide il suo pensiero politico (dalla Destra con furore), è difficile trovare qualcuno che possa parlare male di lui. All’Ars sembra un pesce fuor d’acqua, nel senso che è uno dei pochissimi deputati che non merita epiteti quali ignorante, presuntuoso, vastaso e opportunista. I suoi interventi a Sala d’Ercole (sempre a braccio) rivelano una capacità oratoria non comune e una cultura profonda e consapevole, niente a che fare col nozionismo superficiale di tanti altri. Insomma, per chi crede nei valori che porta avanti con sincerità, non c’è persona migliore.
Ma, proprio per questo, risulta del tutto incomprensibile il suo (ri) avvicinamento a personaggi come Gianfranco Micciché e compagni. Gli stessi personaggi che lo hanno tradito alle ultime elezioni regionali. Gli stessi personaggi che, nonostante tentino di rifarsi una verginità morale e politica,hanno già governato, hanno già devastato la Sicilia. Errare humanum est, ma perseverare no.
Non solo, dunque, hanno pugnalato alle spalle lui, ma anche tutti i Siciliani che sono usciti devastati dai loro governi.
E allora, che ci sta a fare uno come lui con questa banda di banditi?
Vero è che, in prospettiva delle elezioni, servono coalizioni e che il centrodestra – per i motivi esposti sopra- parte malissimo e non avrà alcuna speranza se non si presenta unito. Ma non si può dare forza a certi soggetti solo per vincere le elezioni. Come potrebbe mai diventare bellissima (#diventerà bellissima è lo slogan di Musumeci) questa Sicilia con un Roberto La Galla – uomo da sempre vicino ai poteri vecchi- Presidente della Regione appoggiato da quei partiti che sono responsabili delle condizioni in cui versa la Sicilia e magari con un make up in stile nazareno?
Non ci crederebbe nessuno.
Con l’onestà intellettuale che gli è propria, Musumeci, infatti, non può negare che sono stati i governi di centro destra, con gli stessi esponenti con cui lui oggi ha deciso di accompagnarsi, a massacrare la Sicilia. Crocetta, l’ultima piaga, sta solo portando a termine l’opera.
Con l’intelligenza che gli è propria non può credere che sosterranno lui come Presidente della Regione, e pure se così fosse, una volta eletto, lo accerchierebbero. Più probabile che per lui pensino ad un ruolo più neutrale, tipo la Presidenza dell’Ars. Che, per quanto prestigioso, poco inciderebbe sull’azione politica del governo.
Ci ripensi, Nello Musumeci. Custodisca gelosamente la sua storia, non la dia in pasto ai lupi. I Siciliani, anche se non di destra, potrebbero pensare di sostenerlo per la stima che si è meritato. Ma mai se unirà il suo nome a quello dei responsabili del massacro della Sicila, a quello di carrieristi opportunisti che mai hanno difeso la Sicilia dinnanzi alle fauci romane e che hanno lasciato solo ferite.
Ci ripensi. Per evitare che un giorno qualcuno, incontrandolo per la strada, possa dire: tu quoque, Nello?
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