Baccei chiude la porta in faccia ai Comuni siciliani: potete pure fallire

1 dicembre 2015

Riproponiamo questo articolo poiché si sta verificando quello che avevamo previsto, mentre i precari minacciano di occupare i Comuni non solo perché non saranno stabilizzati, ma anche perché da qualche mese non sono neanche pagati: la Regione, che si è fatta derubare i soldi dal governo Renzi, deve erogare ai Comuni dell’Isola oltre 500 milioni. Ma Baccei nell’incontro con i vertici di ANCI Sicilia ha detto che non ha soldi (non ha detto, però, che sono stati lui e Renzi, con la connivenza di Crocetta e del PD siciliano, a far fallire la Regione)

La Regione siciliana chiude la porta in faccia ai Comuni. Il governo di Rosario Crocetta non ha ancora erogato ai Comuni oltre 500 milioni di Euro previsti dalla legge. Ma non ha i soldi. E così, ieri, l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ha detto ai rappresentanti dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazione dei Comuni Italiani) che, da qui a fine anno, non erogherà quanto previsto dalle leggi.

Insomma, per l’assessore Baccei i Comuni dell’Isola possono pure fallire. E i sindaci che dicono? Aspetteranno due tre giorni, poi scenderanno in piazza a protestare.

Duro il comunicato di Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia con delega alle questioni finanziarie: “Nessuna certezza per il futuro dei Comuni siciliani che ad oggi hanno ricevuto appena il 20% dei fondi spettanti da parte della Regione per il 2015. L’assessore Baccei oggi (ieri per chi legge ndr) ci ha fornito solo un’analisi della drammaticità dei conti della Regione, ma nessuna garanzia di avere quanto ci spetta. È chiaro che a rischio sarà la tenuta sociale”.

Al vertice erano presenti il presidente di ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, e il neo assessore alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri.

A Baccei i sindaci hanno rappresentato il quadro ormai drammatico nella quale versano i Comuni senza liquidità e con circa 540 milioni di Euro ancora da ricevere per il 2015 sui 675 spettanti. “Una situazione desolante – spiega Amenta – che manderà in dissesto la quasi totalità dei Comuni, e con essi quanti hanno rapporti con la pubblica amministrazione, quindi imprese sociali, ditte, fornitori di materiali e di servizi”. Insomma, dice il vice presidente dell’ANCI Sicilia, a fallire non saranno solo i Comuni, ma centinaia di aziende che vantano crediti nei confronti degli stessi Comuni.  

Pagheranno anche i cittadini siciliani, che resteranno privi di servizi. “E proprio i servizi – dice Amenta – saranno i primi a saltare. Poi i precari per cui la Regione, su 200 milioni di Euro del Fondo di riequilibrio per il personale, quest’anno è riuscita a trasferirne solo 80, insufficienti a pagare gli stipendi e i debiti per scopertura di cassa che i Comuni stanno affrontando con le Tesorerie per pagare i precari, così come sono insufficienti i 55 milioni di Quota corrente ricevuti sui 360 milioni di Euro di diritto. Mentre neanche un centesimo è arrivato nelle ‘casse’ dei Comuni dei 115 milioni di Euro relativi alla Quota in conto capitale di cui invece, sino a questa mattina, i Sindaci e l’ANCI hanno chiesto la liquidazione”.

Dal canto suo l’assessore Baccei ha reso noto che è in corso la trattativa con lo Stato per i conti 2016 che, attraverso una modifica statutaria, il prossimo anno dovranno garantire i trasferimenti ai Comuni.

“Ma per l’anno in corso, che si sta chiudendo nel modo più nero – aggiunge il vice presidente dell’ANCi Sicilia – l’unica cosa che siamo riusciti ad ottenere è la promessa di una ricognizione dei conti dei vari dipartimenti, per verificare l’esistenza di spazi finanziari che verrebbero trasferiti ai Comuni. Quindi, ad oggi, siamo al punto di partenza”.

Brutte notizie anche sul fronte dei fondi europei: è molto probabile che Regione e Comuni debbano restituire all’Unione Europea i finanziamenti dei Fondi strutturali, per le difficoltà più volte denunciate nella rendicontazione entro il 31 Dicembre di quest’anno. “Parliamo di un miliardo e 200 milioni di Euro – precisa Amenta -. Baccei ha confermato che ad oggi non c’è in programma alcuna proroga, anche se domani a Roma, nell’incontro Stato-Regione per le garanzie dei conti 2016, si tratterà anche di questo”. “Infine – continua il vice presidente di ANCI Sicilia – per quanto riguarda il futuro dei precari dei Comuni, e della proposta del PD e del sottosegretario Davide Faraone di creare un’Agenzia unica, si è concordato che potrà essere motivo di confronto serio tra ANCI e Regione. Ma la situazione drammatica – afferma ancora Amenta –  come personalmente ho rappresentato a Baccei, resta quella della liquidità che non c’è nelle ‘casse’ dei Comuni, considerato che non abbiamo più accesso a scoperture di Tesoreria, né il tentativo di  raschiare il fondo del barile di una Regione ormai al collasso potrà dare garanzie in tal senso”.

“La nostra preoccupazione di sindaci e amministratori – conclude Amenta – è che a rischio è la tenuta sociale dei territori, in un momento in cui tutti gli indicatori ci danno in fondo alla classifica per crescita della disoccupazione e della povertà. E allora aspetteremo 2-3 giorni, il tempo che si concludano le trattative tra Stato e Regione. Se neanche da quel momento arriveranno notizie positive, vuol dire che i Comuni scenderemo in piazza e protesteremo così come tutti gli altri settori”.

AGGIORNAMENTO

Amenta: “Baccei? Vuole distruggere lo Statuto. E punta a far fallire i Comuni e tutto quello che sta attorno ai Comuni”

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