Per l’ennesima volta i sindaci proveranno a chiedere i fondi 2015 che la Regione non ha ancora erogato (oltre 500 milioni di Euro). Non è da escludere che l’assessore Baccei accampi qualche scusa per sfuggire all’appuntamento con il presidente dell’ANCI, Leoluca Orlando, con il vice, Paolo Amenta e con gli altri sindaci
L’ultima volta non si è fatto trovare. Ma i suoi collaboratori giurano che oggi il vero ‘governatore’ della Sicilia, al secolo Alessandro Baccei, uomo forte di Matteo Renzi in Sicilia, imposto di suvicchiaria (in lingua italiana soverchieria, cioè con prepotenza o con sopruso) alla guida dell’assessorato regionale all’Economia, si farà trovare. Dovrà o dovrebbe incontrare i vertici dell’ANCI Sicilia, l’associazione nazionale dei Comuni Italiani): il presidente, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, il vice presidente, Paolo Amenta e altri sindaci. Tema: lo scenario quasi fallimento dei Comuni siciliani determinato, in buona parte, dai tagli operati dallo Stato (leggere governo Renzi) e dai mancati trasferimenti della Regione.
In un comunicato il già citato vice presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, che si occupa proprio di questioni finanziarie, definisce “drammatica” la situazione finanziaria dei Comuni siciliani. Il sindaco di Canicattini Bagni (è il Comune del Siracusano del quale Amenta è, per l’appunto, primo cittadino) spiega che i Comuni siciliani “hanno appena ricevuto il 20% dei trasferimenti 2015 della Regione”.
“Per l’anno in corso – aggiunge Amenta – dei 360 milioni di Euro relativi alla Quota corrente, dei 115 milioni delle Quota capitale e dei 200 milioni del Fondo di riequilibrio per il personale (i contrattisti per intenderci), la Regione ha trasferito ai Comuni appena 55 milioni della Quota Corrente e 80 del Fondo di riequilibrio”.
Insomma, a dicembre, all’appello, nelle ‘casse’ dei Comuni siciliani, mancano 305 milioni di Euro di fondi per le spese correnti e 120 milioni di Euro per pagare i circa 24 mila precari. A cui si aggiungono 115 milioni di Quota capitale, come la chiama Amenta: in pratica, i fondi per gli investimenti in infrastrutture. Tirando le somme, a fine anno, la Regione non ha ancora trasferito ai Comuni siciliani oltre 500 milioni di fondi a valere sul 2015, cioè fondi di quest’anno. E’ per questo che l’assessore Baccei, mentre in Sicilia scoppia quella che Amenta definisce, “una guerra tra poveri”, fugge: ovvero rinvia. E’ per questo che domani, ancora una volta, l’assessore potrebbe trovare qualche altra scusa…
Oggi i Comuni siciliani scontano enormi difficoltà nel continuare a garantire stipendi e servizi ai cittadini. “Un’agonia – precisa sempre Amenta – aggravata dalla mancata riscossione della Fiscalità locale (che sostituisce i trasferimenti dello Stato), considerato che in Sicilia si registra il 50% di evasione, a seguito della crescita della disoccupazione e della povertà nelle famiglie”.
Qui emerge la grande beffa mediatica messa in campo dal capo del governo del nostro Paese, il già citato Renzi. Una sorta di Pinocchio che continua a raccontare bugie. Nelle scorse settimane, assecondato da chi gli tiene bordone, ha annunciato un abbassamento delle tasse. Una presa in giro, come dimostrano le parole di Amenta, perché le tasse che Renzi vorrebbe abbassare si stanno traducendo in un impoverimento dei Comuni che non possono pagare il personale e che saranno costretti ad aumentare tasse e imposte locali. Cosa che è avvenuta anche in Sicilia. Solo che l’evasione fiscale, come racconta Amenta, nei Comuni siciliani, si attesta sul 50 per cento. Perché la gente in parte non ne può più di pagare le tasse, in parte perché è così povera che non le può pagare.
“Con Baccei – si legge ancora nel comunicato – i sindaci siciliani affronteranno anche lo spinoso tema dei fondi europei, soprattutto come salvarli chiedendo all’Europa uno slittamento di qualche mese della rendicontazione che andava fatta entro il 31 dicembre di quest’anno, ma purtroppo non ultimata, e che significherebbe dover restituire all’Europa qualcosa come un miliardo e 200 milioni” (la panoramica sul flop dei fondi europei in Sicilia la potete leggere qui).
“Infine, l’incontro con l’assessore regionale Baccei – dice sempre Amenta -servirà anche a chiarire quanto ci sia di vero, e quindi realizzabile, nella proposta avanzata dal PD, per bocca del Sottosegretario Davide Faraone, di una stabilizzazione generale dei precari”. Alle bugie di Renzi si aggiungono le sparate di Faraone, che parla di stabilizzare circa 24 mila precari dei Comuni siciliani, ma non dice chi dovrebbe tirare fuori i soldi. Come avete letto, Amenta ha detto che quest’anno, su 200 milioni di Euro del Fondo di riequilibrio (cioè i soldi che servono per pagare i precari), la Regione ha erogato solo 80 milioni di Euro. Il prossimo anno la situazione peggiorerà.
Domanda all’onorevole Faraone: chi dovrebbe pagare il costo di questi 24 mila precari, che si aggira intorno ai 250 milioni di Euro all’anno (e forse pochi sono)?
La nostra domanda non è campata in aria, perché anche il coordinatore dell’UDC siciliano, il parlamentare nazionale Giampiero D’Alia ha manifestato perplessità sulla proposta di faraone.
“Sul tavolo di confronto – prosegue il comunicato – l’ANCI Sicilia metterà ancora una volta le richieste avanzate al Governo regionale da attuare entro la fine dell’anno, per salvare i Comuni e con essi il sistema del Terzo settore, le imprese ed i fornitori, che operano con la Pubblica Amministrazione”.
E cioè:
“1) Saldo dei trasferimenti della Quota in conto capitale;
2) totale completamento dei trasferimenti del Fondo di Riequilibrio per il personale per garantire gli stipendi dei contrattisti;
3) proroga di qualche mese della rendicontazione dei Fondi europei, per evitare di perderli e doverli restituire”.