Non contento di aver scippato alla Regione circa 10 miliardi di Euro (e tra questi ci sono anche i fondi per i forestali), il governo Renzi vuole risparmiare anche sull’INPS, non pagando più le indennità a questi 24 mila lavoratori. Che appunto per questo vanno licenziati. Le responsabilità di PD, CGIL CILS e UIL
La storia che non si possono spendere i soldi per i forestali siciliani perché ci sono problemi di Patto di stabilità è una fesseria col botto. Ed è incredibile che i sindacalisti – o presunti tali – di CGIL, CISL e UIL che, a parole, dicono di difendere questi lavoratori, non l’abbiano ancora denunciato a chiare lettere. L’ennesima dimostrazione che queste organizzazioni sindacali non fanno gli interessi dei circa 24 mila operai della Forestale, ma fanno gli interessi del governo Renzi.
E’ bene che queste 24 mila persone conoscano come stanno i fatti. Il problema del forestali siciliani non è legato solo ai fondi regionali del settore (che il governo Renzi – detto per inciso – ha trafugato dalle ‘casse’ regionali), ma anche all’INPS. Stando a un accordo che risale agli anni ’80 del secolo passato, la Regione paga ai forestali le 151 giornate lavorative ai cosiddetti ‘centocinquantunisti’; paga le giornate lavorative ai cosiddetti ‘centunisti’ (operai che lavorano per 101 giorni); e paga le giornate lavorative ai cosiddetti ‘settantottisti’ (operai che lavorano 78 giorni). Nei restanti mesi dell’anno interviene lo Stato attraverso l’INPS.
Questo è il punto: il governo Renzi ha tolto alla Sicilia, con atto unilaterale e abusivo, i fondi per pagare gli operai forestali; ora vuole licenziare queste 24 mila persone per non pagare più le indennità INPS.
Il possibile licenziamento dei 24 mila forestali siciliani è prodromico ai licenziamenti dei circa 24 mila precari dei Comuni, dei precari delle nove ex Province e, in generale, dei precari di enti e società regionali. Nel complesso, in Sicilia, il governo nazionale a guida PD vuole mandare a casa oltre 100 mila persone.
I responsabili politici di questa situazione sono, nell’ordine: il capo del governo del nostro Paese, Matteo Renzi; il presidente della Regione, Rosario Crocetta (se quest’ultimo, nel giugno del 2014, non avesse ‘regalato’ al governo Renzi oltre 5 miliardi di Euro frutto di ricorsi vinti davanti la Corte Costituzionale la Regione non si troverebbe nelle attuali, critiche condizioni finanziarie); il plenipotenziario del governo Renzi in Sicilia, assessore all’Economia, Alessandro Baccei; e, soprattutto, i parlamentari nazionali e regionali del PD e, in generale, del centrosinistra.
Le maggiori responsabilità del probabile licenziamento di 24 mila operai della Forestale della Sicilia (e degli ulteriori licenziamenti che arriverebbero se il governo Renzi riuscirà a licenziare i 24 mila operai della Forestale) sono dei parlamentari dell’Ars di centrosinistra e, in particolare, del PD e i parlamentari nazionali del centrosinistra – e in particolare del PD – eletti in Sicilia. Sono loro che hanno alle spalle un mandato popolare per tutelare la Sicilia e i siciliani. E sono loro non stanno tutelando, o stanno tutelando male – nel caso dei forestali, ma anche in altri scenari – gli interessi della Sicilia.
Che cosa vogliamo dire con questo? Primo: pensare di conservare il posto di lavoro senza lottare è un grave errore. Per questo è necessario che i 24 mila forestali analizzino attentamente la strategia seguita finora, in questa vertenza, da CGIL, CISL e UIL – perché tale strategia, fino ad oggi, non è sembrata vincente. Anzi.
Secondo: protestare occupando strade e autostrade dell’Isola non serve a nulla. Anzi, così facendo i cittadini siciliani pagherebbero il conto che, invece, i 24 mila forestali debbono far pagare al governo Renzi, al presidente Crocetta, all’assessore Baccei e ai parlamentari regionali e nazionali di centrosinistra e, segnatamente, del PD.
Ci permettiamo di dare un consiglio ai 24 mila forestali. E’ inutile organizzare manifestazioni nelle nove province dell’Isola. Non servirebbero a niente. Meglio una sola manifestazione a Palermo. 24 mila operai della Forestale nel capoluogo dell’Isola non passerebbero inosservati. Ma non dovrebbe trattarsi, ovviamente, di un solo giorno: la manifestazione si dovrebbe protrarre per i giorni che servirebbero per sbloccare la vertenza.
Inutile arrecare problemi a tutta la città di Palermo. I luoghi dove recarsi sono tre: la presidenza della Regione siciliana; il Parlamento dell’Isola; e la sede dell’assessorato all’Economia. E’ con queste persone – con Crocetta, con Baccei e con i parlamentari dell’Ars – che i 24 mila operai della forestale dovranno dialogare. Avendo cura di mollare la presa solo dopo aver ottenuto risultati concreti. Tenendo conto che una sola manifestazione, con molta probabilità, non servirà. Perché le prime tre o quattro volte Renzi, Crocetta, Baccei e i parlamentari prometteranno e firmeranno accordi che non manterranno. La lotta sarà lunga. Ma sarà l’unica cosa da fare per salare i posti di lavoro.
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Non posso credere che la difesa dei valori autonomisti passi dalla difesa dell'aberrazione dei ventiquattromila forestali.
la difesa dell'autonomia passa per la difesa del posto di lavoro, sia esso dei forestali, dei precari o di chiunuqe altro. Critica a parte su un numero di persone non ben definito (dipende da come si sente una persona quando si alza la mattina, nel mio paese 15 anni fa erano 600, adesso sono 150, ma si continuano a dare gli stessi numeri di 15 anni fa, quindi queste persone dovrebbero intervenire anche in tal senso), avete presente cosa significherebbe per i consumi dell'isola, che sono già magri, la mancanza del reddito di queste persone? Ci sono paesi che vivono di questo, dove non esiste nient'altro, a causa delle condizioni del territorio. Pensate a questi paesi, che potrebbero anche chiudere battenti e provocare un esodo di massa di tutti gli abitanti. Ma davvero i siciliani sono diventati così ciechi da non vedere che questo è un danno enorme?