Tutto deve essere lottizzato. Roba da fare impallidire la vecchia Dc e il suo manuale Cencelli. Il Partito democratico siciliano sta davvero superando ogni limite di decenza tenendo bloccata l’Assemblea regionale siciliana per liti intorno alla nomina del nuovo capogruppo
Tutto deve essere lottizzato. Roba da fare impallidire la vecchia Dc e il suo manuale Cencelli. Il Partito democratico siciliano sta davvero superando ogni limite di decenza. Non solo tiene in vita un governo che passerà alla storia come il più farlocco e disastroso della storia siciliana, ma blocca anche l’Assemblea regionale siciliana nel nome della spartizione delle poltrone.
Premessa: la Regione Siciliana sta vivendo una sessione di Bilancio anomala: siamo a fine Novembre e ancora non c’è traccia del cosiddetto ‘bozzone‘ ovvero il disegno di legge sul Bilancio e sulla Finanziaria 2016 che oggi viene chiamata – non sappiamo se involontariamente o se per il gusto dell’ironia –“legge di stabilità”.
Il Parlamento siciliano, dunque, nell’attesa che il proconsole di Renzi in Sicilia, alias l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei e il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, si mettano d’accordo sui conti, potrebbe aprire qualche finestra legislativa per approvare qualche legge urgente. Ci sarebbe l’imbarazzo della scelta,
Invece no. Tutto è fermo perché il Pd litiga per la nomina del nuovo capogruppo che dovrà sostituire Antonello Cracolici, nominato assessore all’Agricoltura. E c’è da capirli: ancora non si sa se arriveranno le dimissioni dell’assessore Luisa Lantieri (la signora precaria che, nel ruolo di assessore alla Funzione pubblica, si dovrebbe occupare della stabilizzazione sua e dei suoi colleghi), quindi non si sa se c’è pure un’altra poltrona, e di quelle comode assai, su cui potere mettere le mani. Così la partita rimane sospesa. La Sicilia può attendere.
Anche la discussione intorno al futuro capogruppo la dice lunga sullo stato in cui si è ridotto il PD: lo scontro, sempre in attesa di capire se c’è pure una poltrona libera in giunta, sarebbe tra Luca Sammartino, rampante giovanotto dedito al cambio di casacca (eletto nell’Udc, ora dice che è renziano) e Alice Anselmo, anche lei incline al cambio frequente di abbigliamento: dopo avere lasciato i ‘Democratici e riformisti per la Sicilia’ è passata al gruppo Udc , poi Articolo 4 e ora è diventata renziana pure lei.
Insomma, non c’è che dire: è uno scontro tra titani. Statisti in divenire.
A questi due nomi si è arrivati dopo quella che le agenzie di stampa hanno definito ‘la notte dei lunghi coltelli’. Una riunione fiume in cui le votazioni non hanno portato a nulla di fatto per un scontro frontale tra proseliti di Davide Faraone che hanno sostenuto Sammartino e un’altra corrente che ha sostenuto Anselmo.
E, ancora oggi, continuano le attività diplomatiche nel tentativo di trovare un accordo. Tradotto: ancora oggi, invece di pensare alle emergenze della Sicilia, i deputati del PD pensano ai fatti loro. Pagano i Siciliani, in tutti i sensi.
La situazione è talmente assurda da avere sollecitato un intervento del Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che da buon esponente dell’Udc, conosce bene il gioco delle poltrone, ma quando è troppo è troppo: “Ulteriori ritardi nella piena operatività delle Commissioni non saranno giustificabili di fronte ai siciliani, – dice Ardizzone- anche in considerazione dell’imminente avvio della sessione di bilancio. Già da tempo ho cercato di venire incontro alle legittime richieste dei vari gruppi parlamentari, anche di minoranza, soprattutto con riferimento alla rappresentanza nel Consiglio di presidenza dell’Ars. Adesso è arrivata l’ora delle scelte, mettendo di lato polemiche e rivendicazioni”.
Quel che è certo è che mentre la Sicilia brucia, il PD discute… di poltrone.
Visualizza commenti