Lo sappiamo: la manovra economica e finanziaria – che oggi si chiama legge di stabilità – è di competenza del Governo. Ma davanti a un mese e mezzo di ritardo il presidente dell’Assemblea regionale siciliana dovrebbe intervenire. A meno che, invece di tutelare il Parlamento, abbia deciso di tutelare i giochi di potere…
Una domanda facile facile per il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone: che giorno è oggi? Se non lo sa, e a quanto pare non lo sa, glielo diciamo noi: oggi è il 16 novembre 2015. Si è fatto qualche conto, Presidente? Lo sa che alla fine dall’anno mancano 45 giorni, esattamente i giorni che, per legge, l’Assemblea regionale – nelle sue varie articolazioni: uffici, commissioni parlamentari e Aula – deve dedicare alla cosiddetta sessione di Bilancio e cioè al lavoro parlamentare che culmina con approvazione del Bilancio per il 2016 della Regione?
Altra semplice domanda allo stesso Presidente Ardizzone: dov’è la ‘bozza’ di Bilancio e Finanziaria – che oggi si chiama legge di stabilità – su cui lavorare? Il Governo di Rosario Crocetta ha inviato all’Assemblea il disegno di legge di Bilancio con relativo stampone e con la legge Finanziaria? Il Governo avrebbe dovuto presentarla l’1 Ottobre. Siamo, come già ricordato, al 16 Novembre e non si sa nulla. E’ normale?
Presidente Ardizzone, di grazia: può fare sapere ai siciliani – quale garante del Parlamento siciliani che li rappresenta tutti e delle sue funzioni – se e come intende procedere nei confronti di un Governo regionale inadempiente? Ovvero: quali interventi ha fatto o intende svolgere nei confronti di questa palese mancanza di rispetto per l’istituzione parlamentare? Forse che invece di esercitare il suo dovere di Presidente super partes si è anche lei intignato nel risibile giochino del rabbocco equilibristico delle commissioni che spendono inutilmente il loro tempo e i soldi del contribuente in mancanza di altro da fare?
Ultima domanda, Presidente Ardizzone. Perché, visto che non riesce a garantire la correttezza dei lavori parlamentari, preso atto della sua assoluta inadeguatezza al ruolo che ricopre, non si dimette e, come un antico romano, non si ritira in campagna a coltivare cavoli?
Nessuno, seguendo il tristo esempio di Rosario Crocetta, abbia la spudoratezza e la disonestà intellettuale di attribuire il ritardo alla burocrazia regionale. Il ritardo nella presentazione della manovra economica e finanziaria 2016 è politico e deve avere una sanzione politica. Potrebbe, questo ritardo, essere strategico e quindi profondamente immorale. Potrebbe essere anche frutto della seguente considerazione: se si apre la sessione di Bilancio non è consentito occuparsi d’altro. E chi ci dovrebbe pensare alle tante bocche clientelari da sfamare?
Intanto tutto tace. Tace la maggioranza (caso di maggioranza silenziosa!). Tace opposizione. Tacciono persino i coraggiosi. Non essendo in Campidoglio, dove le oche la fanno da padrone, le oche grilline tacciono. Ma all’Assemblea regionale siciliana, nella quale i moralisti d’accatto hanno trovato un’ottima sistemazione, non si starnazza, si tace.
Tutto tace. In queste condizioni quale Bilancio potrà essere approvato entro il 31 dicembre? Un simulacro cartaceo? Un ologramma contabile? Un brogliaccio da mercatino? Uno scartafaccio senza capo né coda? Niente affatto. Sarà un documento frutto di una logica perversa e conterrà le giuste allocazioni dei soldi ‘mansi’ che potranno essere sperperati in quattro mesi di esercizio provvisorio. Poi, se ci sarà il diluvio, Roma provvederà. E così la Sicilia aggancerà la ripresa. E il governo nazionale, così occhiuto e rigoroso nei confronti delle leggi regionali, che farà? Farà finta di niente e si ciuccerà tutto le follie di quei numeri o impugnerà il Bilancio e manderà tutti a casa?
Sarebbe il primo atto di giustizia e io per una volta tiferei per il pinocchio di Ponte Vecchio