Siamo in pericolo. Ed è ufficiale. Ed è innegabile che, in questa situazione, come fa notare Nello Musumeci, presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, la Sicilia rischia di più. Al di là di inutili buonisimi, al di là della propaganda radical chic dell’accoglienza a tutti i costi, è innegabile che il flusso migratorio, porta con sé dei rischi e che le forze dell’ordine sono allo stremo
L’Europa è sotto shock. E’ un attacco senza precedenti quello che, ieri sera, ha colpito Parigi: 127 morti, 196 feriti di cui almeno 80 in condizioni disperate. Nel mirino alcune tra le aree più affollate nei weekend parigini: il X e l’XI arrondissments. Raffiche di mitra sulle terrazze di svariati bar e ristoranti e sul boulevard Voltaire. E, poi, l’assalto ad un locale, il Bataclan, dove un migliaio di persone si erano riunite per un concerto di un gruppo rock. Contemporaneamente, tre forti esplosioni (kamikaze, si presume) anche all’esterno dello stadio più importante di Francia, mentre si teneva l’amichevole tra la nazionale transalpina e quella tedesca.
Un venerdì nero per la Francia, ma non solo. L’allerta è altissima in tutta Europa, così come negli Usa. Quello di ieri, infatti, come riportano tutti i giornali francesi, è stato un atto di guerra “premeditato e organizzato”. Il salto di qualità è evidente, nella sua brutalità. E nulla fa pensare che un fatto del genere non si possa ripetere. Anche domani. Ovunque. Il messaggio lanciato è chiaro: nessuno può stare tranquillo. E, nessuno, in tutto l’Occidente, lo è.
C’è da dire che, ancora, non c’è una rivendicazione ufficiale. Che, probabilmente, arriverà nelle prossime ore. Ma ci sono pochi dubbi sulla matrice islamica: “Sebbene non ci siano rivendicazioni da parte di alcun gruppo sulle sparatorie di Parigi, gli account Twitter vicini allo Stato islamico e i media si comportano come se il responsabile fosse l’Isis”. Lo ha scritto su Twitter la direttrice del gruppo Site Intelligence, Rita Katz.
Ed, infatti, i messaggi di gruppi vicini all’Isis si sono susseguiti poche ore dopo l’attentato: “La a Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa”: è quanto afferma il canale Dabiq France (la rivista francese dello Stato islamico). “E’ l’11 settembre della Francia” hanno scritto gruppi vicini all’Isis in rete, rilanciando la sfida: “Ora tocca a Roma, Londra e Washington”.
Nelle prossime ore, ne sapremo di più. Quello che è certo è che, come ha spiegato Gian Joseph Morici, che da anni segue i fatti di terrorismo, a nientedipersonale.com, “i segnali c’erano tutti”.
Intanto, in Italia, sta per riunirsi il Comitato Nazionale per la Sicurezza. Ma, già da ieri, l’allerta è stata innalzata :“La situazione – ha detto il Ministro degli Interni, Angelino Alfano – non è mai stata così grave, abbiamo innalzato il dispositivo di sicurezza al secondo livello, quello appena inferiore all’attacco in corso”.
Quindi, siamo in pericolo. Ed è ufficiale. Ed è innegabile che, in questa situazione, come fa notare Nello Musumeci, presidente della commissione Antimafia dell’Ars, la Sicilia sia particolarmente esposta. Al di là di inutili buonisimi, al di là della propaganda radical chic dell’accoglienza a tutti i costi, è innegabile che il flusso migratorio, porta con sé dei rischi.Lo ammette lo stesso Ministro degli Interni, Angelino Alfano: “Sul tema dell’ immigrazione – ha dichiarato Alfano – sarebbe controintuitivo escludere che ci possano essere delle infiltrazioni”.
Rischi sostenibili qualora le nostre forze dell’ordine fossero dotate degli strumenti necessari per affrontarli. Ma non è così, al di là delle dichiarazioni dei governanti. Le nostre forze dell’ordine sono allo stremo. E i sindacati di polizia lo denunciano ogni giorno.
Da qui l’allarme lanciato da Musumeci, che non è certo un esagitato: “Sono ancora sgomento. Il numero dei morti è pauroso e le minacce all’Italia appaiono concrete. Stamane si riunirà il Comitato Nazionale per la Sicurezza. Chiedo al governo – dice Musumeci- di monitorare con attenzione la situazione siciliana, inviando forze aggiuntive e monitorando le presenze nei centri immigrati. Vanno velocizzate tutte le operazioni di richiesta d’asilo: chi non ha titolo deve lasciare il nostro Paese”.
. “Guai a fare l’equivalenza immigrato=terrorista o islamico=terrorista. Ma dobbiamo controllare tutti. Senza cadere- aggiunge Musumeci- nella propaganda buonista. Siamo in guerra. Lo eravamo già ma da ieri se ne sono accorti tutti”.
Vedremo se, almeno in questa situazione, i politici siciliani che stanno a Palermo e che stanno a Roma, faranno squadra per fare sì che vengano messe in campo tutte le misure necessarie per garantire sicurezza ai Siciliani. Vedremo se ‘oseranno disturbare’ il Governo nazionale affinché si preoccupi della Sicilia. O se si confermeranno ascari fino in fondo.