Crocetta Atto IV: “Si faccia un governo purchessia e perisca pure la Sicilia”

Condividi

Nella Sicilia di Rosario da Gela e del PD al peggio non c’è fine. Le riunioni di Giunta sono ormai affidate alle comunicazioni telefoniche tra Roma e Palermo. L’ascarismo di questi signori è ormai alle stelle

Giornale di Sicilia del 6 novembre. Pag 4: “Il PD esce unito da questa fase”. Pag 5: “E’ guerra tra le correnti del PD”. Le correnti! I nipotini di Togliatti divisi in correnti!

Quanta strada nei miei sandali, vecchio Bartali! Dal centralismo democratico al Partito democratico di Ponte vecchio. A quale notizia credere? Purtroppo a entrambe.

Ma la verità vera sta nel mezzo, sintetizzata dalla parola d’ordine: missione compiuta. Questa quarta Giunta regionale è stata costruita come i frigoriferi d’altri tempi: per durare. Magari fino alle elezioni del 2017. E’ stata dura resistere alle male figure, alla sagra delle buffonerie, ai tradimenti, alle pugnalate reciproche, agli inganni e ai tradimenti; al peggio della politica in nome di uno scopo alto e nobile: sopravvivere. Così? Ma de che? Fuori dal governo e dentro la  maggioranza, fuori dal governo e fuori dalla maggioranza premono piccole orde barbariche escluse dallo sgraniggio finale. E la rabbia è tanta, perche i giri di prova sembrano siano finiti e la griglia di partenza per la gara è ormai definita.

Chi è dentro è dentro che è fuori è fuori. Tutti lo sanno e gli umori sono di segno opposto. Rancori, delusioni di cuori amanti, tanta passione che si scaricherà sul governo che, come da contratto, potrà fare solo quello che Roma gli consentirà di fare.

Ma è la linea del Piave, l’ultima barriera contro la marea di fango che, contro i loro meriti, rischiava di travolgere queste anime belle. Si faccia un governo purchessia e perisca pure la Sicilia. Il collante che ha tenuto, tiene e terrà unito questa politica scroccona è la comune, desolante, viscerale mancanza  di dignità, l’impossibilità fisica di generare un sussulto che li porti ad   allontanare da sé le tette d’oro cui sono attaccati.

Ve li immaginate questi  nuovi e vecchi amorini alle prese con il riordino degli uffici dopo l’ennesimo ribaltone? Una nuova giostra sta per cominciare. Chi scende e chi sale, le cose pronte non vanno più bene, si deve ricominciare, non foss’altro che per fare un po’ di rumore di scopa nuova. E il tempo che passa inutilmente assottiglia le nostre speranze.

Chi risponde a chi? La Giunta è ormai affidata alle comunicazioni telefoniche tra Roma e Palermo e occhio (anzi,orecchio)! Se si scaricano  le batterie si ferma il governo.

Vi immaginate Raciti che, in questo momento cruciale di trattative tra lo Stato e le Regioni, va da Renzi a battere i pugni reclamando il  maltolto? Scene da fantascienza. Questi  ascari e ascaretti si ciucceranno tutto quello che sarà loro imposto. Tanto più ora che Baccei per i servigi resi a Renzi è stato promosso da Raciti ufficiale  di collegamento e portaordini dall’Arno all’Oreto…

.

Pubblicato da