Ieri sul Giornale di Sicilia, Giuseppe Collura, presidente dell’Ordine regionale dei geologi, ha analizzato, con lucidità e competenza, le ragioni del dissesto idrogeologico in Sicilia. In questa missiva, oltre a complimentarmi con lui, ricordo anche alcuni dettagli. Ad esempio, il duello tra Orlando e Cuffaro per la la Presidenza della Regione. Vinse il secondo e non a caso…
Caro Dottore Collura,
ho letto con attenzione la sua intervista di ieri sul Giornale di Sicilia e mi sono deciso a risponderle, sperando che qualche lettore del mio blog la conosca e le faccia sapere di questo mio commento.
Debbo dirle innanzitutto che raramente ho potuto apprezzare tanta competenza e lucidità nell’analisi delle cause e delle conseguenze del dissesto idrogeologico.
Purtroppo devo dirle che la maggior parte dei sindaci e dei consiglieri comunali vengono eletti o trombati proprio in ragione della loro maggiore o minore sensibilità(!) all’abusivismo edilizio e all’attività di prevenzione.
Le dirò di più. Al tempo delle prime elezioni dirette per la presidenza della Regione, il duello tra Orlando e Cuffaro fu vinto da quest’ultimo proprio per le dichiarazioni nette e chiare di entrambi sul tema. Il primo prese posizione contro l’abusivismo, il secondo si schierò a favore delle sanatorie.
La differenza dei voti tra i due fu esattamente uguale al numero delle case abusive in attesa di una ennesima sanatoria.
Purtroppo quando i disastri si verificano i sindaci che non hanno visto, che non hanno voluto vedere, sono lontani e difficilmente si può risalire alla loro responsabilità.
Inoltre in caso di alcuni disastri viene fatto di chiedersi se le morti annunciate non si appartengano alla giustizia divina.
O non siano dei veri e propri suicidi.
Pochi spiegano agli interessati che sanare una costruzione sul letto di un torrente non significa un bel nulla per il torrente; che non si può opporre un decreto di sanatoria a un fiume in piena.
La nostra Sicilia è fatta così, speriamo non per sempre.
A sua consolazione le trasmetto una mia esperienza personale.
Per ragioni del mio ufficio lavorai a Catania per molti anni,il primo fu l’ormai lontano 1985.
Mi capitò quell’anno di assistere alla trasformazione della via Etnea in un torrente impazzito.
Da allora sono passati 30 anni e ogni anno è la stessa cosa, puntuale come il miracolo di S. Gennaro.Quando vedo la sorridente faccia di ‘mpigna del sindaco di quella città che parla di una Catania che non c’è mi chiedo:
“Ma i catanesi non ne hanno sangue nelle vene?
Un’ultima cosa. La sua analisi sulla gestione dell’emergenza è corretta e puntuale.
Basta pensare alle risate tra quei farabutti alla notizia del terremoto dell’Aquila.
Definisco senza esitazione criminogena la politica del non intervento in via preventiva nella salvaguardia del territorio.
Definisco doloso lo smantellamento degli uffici del genio civile e la creazione della Protezione civile, di per sé un’occasione irresistibile per delinquere.
Definisco dolosa l’omissione dei governi di qualunque livello nell’esercizio dell’attività di prevenzione.
Definisco un disegno criminoso la creazione dei presupposti per gli interventi emergenziali da gestire da delinquenti in combutta con una imprenditoria criminale e collusa con la mafia.
Con stima
Franco Busalacchi