Una lotta furibonda, senza quartiere. Casa per casa. Uomo contro uomo. All’ultimo sangue, all’arma bianca, col coltello tra i denti. All’ultimo respiro. Si abbandonano al loro destino mogli e figli. Il pianto delle madri viene soffocato da mani pietose. Per non parlare degli amici. Calpestati nella calca. Non si fanno prigionieri.
E’ l’ultima scialuppa a disposizione, poi si spalancherà l’abisso.
La consapevolezza che questa è l’ultima occasione per cambiare per sempre il volto della Sicilia, il momento catartico della resurrezione politica dei giusti ha scatenato una bagarre nobile e generosa, un serra serra biblico.
Chi mai del resto potrebbe, oggi, farsi da parte, vivere nell’ombra, non gettare il cuore oltre l’ostacolo? Chi lo facesse sarebbe tacciato di viltà e codardia di fronte alla Storia. E nessuno vuole rimanere fuori dalla Storia.
E’ in corso una gara di generosità mai veduta prima. Un sacro zelo anima e rafforza il desiderio di questi uomini di salvare la nostra povera terra dalla miseria e dalla abiezione morale in cui è caduta per colpa di un destino cinico e baro.
Ma il destino si può vincere. E noi siamo sicuri che uomini come questi qui vinceranno e che le forze del male non prevarranno.
Nobili Paladini, nostra Falange sacra, a voi vada il nostro più fervido augurio e i voti di buona sorte.
Che possiate raggiungere tutti i vostri obbiettivi che saranno la nostra salvezza, e poi come eroi lieti tornare alla vostra vita di ogni giorno, a quella vita serena, domestica a cui avete nobilmente rinunciato per fare esclusivamente gli interessi di un popolo infelice.
Voi siete consapevoli, ve lo si legge sopra la fronte, che Voi farete olocausto del vostro preziosissimo tempo, l‘unico che avete a disposizione, finito il quale vi auguriamo non ci sia più nulla da fare perché tutto sarà stato fatto.
Andate. Vi affidiamo il vessillo che fu dei nostri padri.
O con questo o avvolti con questo.
Noi ci speriamo.