Gli insulti ai figli di Borsellino vengono da lontano. Vengono da luoghi desolati, da coscienze perdute, gli stessi luoghi da dove veniva la astiosa definizione di falconidi, data da un mio conoscente, magistrato pavido e invidioso, ai compagni di lavoro di Falcone.
Sono i regni abitati da persone incapaci di non essere altro che se stessi e tormentati dalla consapevolezza di non potersi accettare..
E di non potere accettare che altri, non loro, hanno inciso profondamente nelle coscienze con la forza della verità.
Di non essere stati loro, ma Falcone e Borsellino, quelli senza i quali la mafia sarebbe rimasta un fenomeno oscuro e misterioso,fatto di ombre inafferrabili e di misteri sanguinosi.
Di non avere loro il merito storico di averci fatto capire e di avere dimostrato al mondo che la mafia è un fenomeno umano e che come tale non può vincere e prosperare senza una fisicità che la sorregga.
Perché nel vuoto non si danno reazioni né fisiche,né chimiche
Ma quello che più tormenta queste persone è la consapevolezza di essere una parte di quella fisicità, una cucchiaiata di quel brodo fetido preparato da cuochi insospettabili,che hanno messo nello stesso calderone,viltà, complicità, connivenza,omertà.
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