Dopo tre anni di governo il presidente, Rosario Crocetta, non ha ancora sentito il dovere di far conoscere a quanto ammontano e come ha speso i fondi riservati e i fondi di rappresentanza. Sarebbe bello che qualche deputato presentasse una bella interrogazione per capire come sono stati spesi questi soldi (e magari in quali tasche sono finiti)
Quando i Nuovi Vespri sono andati in rete abbiamo posto due questioni sulle quali fare chiarezza: i fondi riservati e i fondi di rappresentanza della presidenza della Regione siciliana. Non ci sembrano argomenti secondari: non lo sono come argomenti in sé e non lo sono, soprattutto, alla luce di quanto sta succedendo in questi giorni in Sicilia. Ci riferiamo alla scandalo – perché di uno scandalo si tratta – legato alla gestione della Sezione di misure di prevenzione presso il Tribunale di Palermo. E all’arresto di Francesco Domenico Costanzo, titolare della Technis spa, società siciliana che opera in tutta l’Italia nel settore delle opere pubbliche (peraltro anche a Palermo).
Perché citiamo questi due casi? Perché si tratta di vicende legate all’appannamento dell’idea di legalità. Da garantisti – sia nel caso delle polemiche che stanno travolgendo l’ex presidente della Sezione per le misure di prevenzione, dottoressa Silvana Saguto, sia nel caso dell’imprenditore Francesco Domenico Costanzo – prendiamo atto che non ci sono sentenze che certificano eventuali responsabilità penali. Ma ci sono fatti che, oggettivamente, appannano l’immagine di questi due personaggi.
Si tratta di figure individuate, nel passato, come esempi di legalità. Così come esempio di legalità veniva indicato l’attuale presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, indagato per mafia. Per carità: anche nel suo case vale la presunzione di innocenza fino a sentenza contraria. Ma qualche dubbio, quando la magistratura muove accuse così pesanti, è legittimo.
Anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, fa parte di quel mondo politico e sociale identificato come esempio di legalità e di lotta alla mafia. Ed è per questo che, dopo tre anni di governo, siamo rimasti stupiti dal fatto che, fino ad oggi, il governatore dell’Isola non abbia avvertito l’esigenza di far conoscere all’opinione pubblica come sono stati spesi i fondi riservati a propria disposizione e come sono stati spesi i fondi di rappresentanza della presidenza della Regione.
Abbiamo provato a cercare a quanto ammontano questi fondi nei Bilanci della Regione 2013, 2014 e 2015. Ma i ‘numeri’ che abbiamo letto non ci convincono. La prima cosa che ci piacerebbe conoscere – per comunicarlo ai nostri lettori – è a quanto ammontano queste risorse finanziarie. E poi ci piacerebbe conoscere come sono state spese. Ribadiamo quello che abbiamo scritto nel nostro primo articolo su tale argomento: la nostra richiesta non ci sembra campata in aria. Anche perché, sui fondi riservati della presidenza della Regione, negli anni passati due presidenti sono stati condannati. Per il semplice fatto che i fondi sono sì riservati, ma restano pubblici e vanno rendicontati.
Anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha a disposizione fondi riservati. E fino ad ora li ha sempre rendicontati, rendendo noto ai cittadini siciliani come ha utilizzato questi soldi pubblici. La stessa cosa, a nostro avviso, dovrebbe fare il presidente Crocetta.
Quanto abbiamo scritto per i fondi riservati vale anche per i fondi di rappresentanza. Non è pensabile che un uomo pubblico che si presenta come il difensore della legalità e come alfiere della lotta alla mafia si ‘dimentichi’ di far conoscere ai cittadini come utilizza i fondi riservati e i fondi di rappresentanza. E siamo stupiti che il PD siciliano e gli altri partiti che sostengono il governo non abbiano ancora fatto chiarezza su questo aspetto.
Ci rendiamo conto che, in queste ore, Crocetta e i leader dei partiti politici che lo sostengono sono impegnati a spartirsi le poltrone del quarto governo in tre anni. Ma ci permettiamo di ricordare che, se questi dati non verranno resi noti da Crocetta, le ombre e i dubbi non risparmieranno i partiti che sostengono l’attuale governo. Non ci sembra ammissibile che un presidente della Regione di centrodestra finisca sotto processo, venga condannato e perda il posto di parlamentare nazionale (è successo all’ex presidente della Regione, Giuseppe Drago) ‘scivolando’ sui fondi riservati.
Mentre un presidente della Regione di centrosinistra può fare quello che vuole, non facendo chiarezza sul come sono stati spesi questi soldi pubblici. Se dovesse succedere un fatto del genere i siciliani sarebbero autorizzati a pensare che la politica (e la Giustizia?), sul medesimo argomento, utilizza due pesi e due misure.
In attesa che Crocetta tiri fuori i dati su fondi riservati e fondi di rappresentanza, non sarebbe male che deputati dell’Ars di buona volontà presentino una bella interrogazione chiedendo ‘lumi’ su questa vicenda. A questo punto il problema diventerebbe politico.
E noi? Finora qualche dubbio lo nutriamo. Ma aspettiamo fiduciosi. Perché riteniamo che Crocetta, alla fine, renderà noti questi dati.
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