Commissariato il centro schititcchi-Cartabellotta all’Expo di Milano. Problemi di colesterolo o altro?

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 Voci di corridoio raccontano che ogni sera, al Cluster Mediterraneo dell’Expo, si schiticchiava alla grande con cibi e vini siciliani. Un controllo ha verificato che Cartabellotta e i suoi collaboratori erano troppo in carne. Così la dottoressa Barresi li ha messi tutti a ‘dieta’. Con un commissariamento ‘politico’…

Dopo che si sono mangiati tutto quello che si potevano mangiare, gli uffici della Regione siciliana – rappresentati per l’occasione dalla dottoressa Rosaria ‘Rosa’ Barresi, oggi assessore all’Agricoltura – chiudono il centro schiticchi aperto in occasione dell’Expo di Milano. Parliamo del Cluster Biomediterraneo, creatura e delizia di Dario Cartabellotta. Sì, fine degli schiticchi milanesi in salse (e cibi) siciliani. Commissariamento per il dirigente regionale responsabile di cucine e pentole isolane all’Expo. Un’iniziativa clamorosa che la dottoressa Barresi ha adottato non si capisce se per questioni di colesterolo troppo alto e relative dispense svuotate, o se per motivi ‘altri’. L’unico dato certo, in questa storia, è che la questione non è amministrativa, ma ‘politica’. Detto questo, andiamo per ordine.
L’Expo, è noto, ha aperto i battenti per “Nutrire il pianeta” (e, in verità, anche per ‘pilotare’ una bella scorpacciata di appalti: ma questa è un’altra storia). E se c’è una cosa che Cartabellotta e i suoi collaboratori hanno fatto con successo – sarebbe ingiusto non riconoscerlo e non riconoscierglielo – è quello di nutrire i visitatori che si sono presentati numerosi nel Cluster siculo-mediterraneo. Un’occasione, anche – via, che male c’è? – per schiticchiare alla grande. I bene informati raccontano che Cartabellotta e i suoi collaboratori starebbero uscendo molto in carne dall’esperienza enogastronomico-meneghina. Dicono che ogni sera, a chiusura di putia, s’apparecchiavano le tavole e, oplà!, nutriamoci pure noi… Tutto buono e benedetto, per carità. Assaggiare i cibi che finiranno nelle pance di milioni di persone è giustissimo. Ai tempi del Papa Borgia gli assaggiatori erano istituzionali, anche se per motivi un po’ diversi… Tutta salute.

Solo che all’assessora Barresi la gestione di Cartabellotta non deve essere piaciuta. Non si spiega altrimenti il commissariamento ‘politico’ operato dalla stessa assessora. Che ha nominato, addirittura, un commissario ad acta per “verificare e rimuovere” le anomalie nella gestione del Cluster da parte del tre volte collega Cartabellotta. Eh già, perché Cartabellotta è tre volte collega della Barresi: sono entrambi agronomi, sono entrambi dirigenti generali presso l’assessorato all’Agricoltura e hanno ricoperto entrambi il ruolo di assessore: Cartabellotta prima, la dottoressa Barresi dopo.
Tutt’e due sono stati ‘valorizzati’ dall’ex governo di Raffaele Lombardo. E tutt’e due sono passati, armi e bagagli, con il governo regionale di Rosario Crocetta (sembra con la ‘benedizione’ del senatore Giuseppe Lumia). Va anche detto che, quando Cartabellotta ha ricoperto il ruolo di assessore, ha iniziato a preparare la partecipazione della Regione siciliana all’Expo. Quando ha lasciato l’assessorato, in uno dei tanti rimpasti varati dal governatore-fornaio Crocetta, ed è tornato al suo ruolo di dirigente generale del dipartimento Pesca, il presidente della Regione, bontà sua, ha lasciato a Cartabellotta (o al politico-protettore di Cartabellotta?) la gestione dell’Expo, togliendola al nuovo assessore all’Agricoltura. Un’assurdità, perché, a rigor di logica, a gestire la partecipazione della Sicilia una manifestazione internazionale di enogastronomia che deve valorizzare i prodotti agricoli dovrebbe essere l’assessore all’Agricoltura.
Ma di quest’esperienza di Crocetta al governo della Sicilia di logico c’è ben poco. L’aver tolto – perché di fatto questo è successo – la gestione della partecipazione all’Expo a un assessore all’Agricoltura (per essere precisi, all’ex assessore Nino Caleca) e, oggi, il commissariamento ‘politico’ di Cartabellotta danno l’esatta misura di che cos’è stato e cos’è ancora oggi il governo Crocetta: ovvero una sommatoria informe di affaristi & comitati di affari che si insediano negli assessorati non per amministrare la Sicilia (che infatti non è amministrata, ma ‘spremuta’ come un limone), ma per farsi i cavoli propri (la dizione dovrebbe essere un’altra…), utilizzando strumenti e risorse per finalità che poco o punto hanno a che spartire con l’interesse pubblico.
Non siamo noi a dirlo: sono le motivazioni addotte dalla dottoressa Barresi, nel suo commissariamento ‘politico’ di Cartabellotta e del ‘suo’ Cluster, ad autorizzare certi retro-pensieri. Giulio Guagliano – capo di gabinetto del presidente della Regione – sarebbe stato chiamato a verificare, come si legge in un servizio del quotidiano la Repubblica, edizione di Palermo, “irregolarità nelle procedure amministrativo-contabili, nell’acquisizione di beni e servizi, nell’affidamento di incarichi e consulenze, nella gestione dello spazio comune del padiglione”. A Cartabellotta si contestano affidamenti diretti e procedure per le gare sopra i 40 mila Euro aggirate. Così la dottoressa Barresi ha deciso di verificare l’operato del collega inviando Roberto Barberi, capo di gabinetto dell’assessore alla Formazione Mariella Lo Bello.
Se ci facciamo caso, politico è il ruolo di Guagliano (come già ricordato, capo di gabinetto di Crocetta) e politico è il ruolo del commissario Roberto Barberi (capo di gabinetto dell’assessore Mariella Lo Bello). Insomma, atti che ricordano l’Unione Sovietica comunista…
Che dire? Barberi (e la dottoressa Barberi) andranno a verificare tutti i pagamenti (e tutti gli schiticchi?) targati Cartabellotta. Il quale, a quanto pare, non ci sta a fare la parte dell’indagato-controllato. E dal suo punto di vista ha anche ragione: gli schiticchi, si sa, non si organizzano mai da soli: per definizione, si è sempre in tanti: che senso ha prendersela con una sola persona? Stizzita la replica di Cartabellotta: “Non ci sto a sopportare tentativi di delegittimazione, denigrazione e forse diffamazione. Non ho parlato prima perché la partita era troppo importante. Ma tutti i miei atti da maggio sono stati assunti sotto la vigilanza di una commissione ispettiva nominata dal governatore. La Sicilia ha anche sottoscritto il protocollo di legalità dell’Autorità nazionale anticorruzione”.
Il messaggio di Cartabellotta è chiaro: tutto quello che ho fatto – schiticchi e atti amministrativi – dice il responsabile del Cluster (che per difendere la sua ‘opera’, nei primi giorni dell’Expo, quando l’ex assessore Caleca avrebbe voluto sbaraccare tutto per manifesta disorganizzazione, non aveva esitato a farsi immortalare con la scopa tra le mani, intento a fare pulizia), l’ho fatto d’accordo con Crocetta. Anche se per l’ex assessore Caleca, già in quei giorni, i costi della partecipazione dell’assessorato all’Agricoltura della Sicilia all’Expo gli sembravano esagerati, soprattutto a fronte dello spazio che era stato riservato alla stessa Regione.
Poi, si sa, la storia è andata com’è andata. Caleca, che era stato – così si sussurrava – voluto assessore regionale con il via libera del senatore Giuseppe Lumia, si è dimesso. Sembra in polemica con la dottoressa Barresi, poi chiamata a sostituirlo, quasi a chiudere il cerchio, dallo stesso Crocetta (supponiamo con il placet di Lumia). Oggi la stessa Barresi attacca Cartabellotta (voluto da Crocetta e da Lumia) che era stato attaccato da Caleca (nominato da Crocetta e Lumia). Quello stesso Caleca che aveva manifestato dubbi sulla dottoressa Barresi (voluta da Crocetta e Lumia).
Un po’ di confusione, no? Brutta cosa quando il potere logora chi ce l’ha. Con assessore in carica che contesta l’operato di un suo predecessore. Pur essendo, entrambi, figli della stessa covata lumian-crocettiana. Liti in famiglia? Chissà.

 

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