I giovani e la politica: la falsa illusione del non voto

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In Sicilia i giovani tra i 18 e i 29 anni sono circa 750.000. Ce n’è più di quanto occorre per eleggere tra i tanti che si candideranno alle prossime elezioni il Presidente della regione che vi sta bene. Un vero Presidente della Regione

Parlare di politica ai giovani è un esercizio difficilissimo.
Intendo riferirmi alla politica fattuale,quella che si può esercitare attraverso l’uso corretto e continuo delle istituzioni repubblicane. Vorrei riuscire a spiegare ai giovani che le loro risposte: “tanto è inutile”,”fanno tutti schifo”, “sono delle merde”, “io non mi sporco”, fanno parte di un armamentario fornito loro dalla cattiva politica, quella dei “grandi” che, “educandoli” con il loro cattivo esempio, li portano al disgusto e alla sfiducia e ne fanno così delle prede, delle vittime predestinate, degli esseri inutili a sé e alla società, dei soggetti addirittura superflui, dei falliti in partenza, anche nel senso che se devono partire dal paese e lasciare gestire la cosa pubblica a loro che senza contrasti e opposizioni, ne fanno esattamente quello che vogliono, un luogo infrequentabile per le giovani generazioni.
Seguire i giovani e incoraggiarli nelle loro fantasticherie para politiche, del tipo “siamo realisti, vogliamo l’impossibile” è un atto di grave disonestà intellettuale, assai comune tra piccoli ignobili profeti che li attirano nel loro nulla.
Chi ha veramente a cuore le loro sorti, il loro futuro, non può restare indifferente di fronte a questo spreco di vita, e deve fare qualcosa. Lasciarli a baloccarsi tra loro, a dare fondo ai risparmi dei loro genitori togliendo loro quel po’ di vita sociale che potrebbero avere e che invece cedono ai loro figli non si può, non si deve. E’ inaccettabile. Assistere alle movide dei senza futuro nella malinconia delle inutili notti passate a bivaccare davanti ai bar fa piangere il cuore. E’ terribile sapere che tra qualche anno anche per loro questa stagione finirà e i giovani di oggi andranno a fare compagnia a quelli degli anni ormai passati, tutti vittime di un equivoco tragico e di una tenebrosa mistificazione .
Ma come si fa a parlare loro di impegno politico, di ricerca della verità in mezzo a un turbinio di menzogne e sperare di essere quantomeno ascoltato?
Chi dispone di strumenti capaci di penetrare corazze adamantine, forgiate da anni di illusioni e delusioni, e sa usarli con grande delicatezza?
E’ un lavoro da archeologo delle coscienze e delle anime,che deve scavare un duro calcare ma senza compromettere il tesoro che c’è sotto.
La prima grande mistificazione da svelare, è identificare le istituzioni con chi le occupa nel dato momento storico Non è che le istituzioni in sé siano buone o cattive. Sono strumenti di democrazia e di libertà che,non dimentichiamolo mai, costarono carissimi a chi le ha conquistati e che i giovani hanno la fortuna di goderne gratis.
Torniamo al dunque. Non dovrebbe essere difficile saper distinguere. I giovani devono aprire gli occhi, mettere da parte anche quel po’ o quel tanto di snobismo che li acceca e capire, capire, capire che quando affermano che il Parlamento nazionale o l’Assemblea regionale fanno schifo, in realtà stanno dicendo che chi li occupa, tanti di quelli che li occupano, fanno schifo. E’ una questione di persone non di cose.
Che dunque, per parlare di cose nostre, l’istituzione “Presidente della Regione”, come istituzione non coinciderà per sempre con chi in questo momento è il Presidente della Regione, una persona fisica; che questo soggetto, questa persona può essere mandata casa e che un altro soggetto può occupare quell’istituzione. Ma i giovani devono capire, capire, capire che questo può accadere solo esercitando il proprio diritto-dovere di voto, solo attraverso libere elezioni, perché questo è il sistema democratico nel nostro paese.
Ma è proprio così difficile? E’ così difficile capire che se in questi luoghi istituzionali, operassero i migliori, le istituzioni rifletterebbero le loro qualità, che quei luoghi cesserebbero di essere degradati, resi indesiderabili e invivibili a chi non sa e non può vivere nel degrado?
I giovani non hanno il diritto di rimanere vittime dell’inganno e delle mistificazione, di rimanere nell’impotenza, nel sogno, nella confusione.
Non è un’offesa fare politica, siamo animali politici. Ricordiamo che la parola “politica” viene dalla parola greca “polis” (città, stato,quindi società).
Chi vive nella società non può non fare politica; la sua condanna di cittadino è questa: di fare sempre e comunque politica, anche restandone lontano. Perché così facendo ha dato il suo spazio politico ad altri. E’ difficile capirlo? E credono i giovani che questi altri si occuperanno di loro o non piuttosto di chi li avrà votati?
Ma lo volete capire che quando dite che non fate politica vi siete condannati alla vita che vivete? Che il disagio che vivete è colpa vostra?
In Sicilia i giovani tra i 18 e i 29 anni sono circa 750.000. Ce n’è più di quanto occorre per eleggere tra i tanti che si candideranno alle prossime elezioni il Presidente della regione che vi sta bene. Un vero Presidente della Regione.

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