Mentre a livello nazionale si discute di eliminare la TASI, a Palermo il Consiglio comunale ha riproposto la stessa aliquota, cara ed amara, dell’anno scorso. Uno dei tanti esempi di come i cittadini vengono vessati a fronte di servizi sempre più scadenti
Il capo del governo del nostro Paese, Matteo Renzi, non fa altro che dire che ridurrà le tasse. Dice che eliminerà l’IMU. E aggiunge che troverà anche i soldi da erogare ai Comuni, perché eliminando l’IMU, si sa, si tolgono risorse finanziarie ai Comuni. Questo messaggio, però, non sembra sia arrivato a Palermo, dove il Consiglio comunale ha riproposto la Tassa sui Servizi Indivisibili, meglio conosciuta come TASI, con un’aliquota tale e quale a quella dello scorso anno. Tutto questo mentre, a livello nazionale, si discute di eliminare la TASI!
Insomma, l’assemblea cittadina ha confermato l’aliquota dell’anno scorso: 21,30 per cento. L’amministrazione comunale ha adottato questa decisione – approvata, come già accennato, dal Consiglio comunale – nonostante i costi dei servizi abbiano fatto registrare una riduzione di circa 9 milioni di euro.
Per la cronaca, sono considerati servizi indivisibili l’illuminazione stradale pubblica (che a Palermo ha un costo di 10,5 milioni di Euro circa all’anno), la pubblica sicurezza e vigilanza (37 milioni di Euro circa), i servizi cimiteriali (2 milioni di Euro circa), la manutenzione delle strade e del verde (13,3 milioni di Euro circa), i servizi socio-assistenziali (31 milioni di Euro circa), la protezione civile (1 milione di Euro circa), la tutela degli edifici (6,5 milioni di Euro circa), la tutela del patrimonio artistico (100 mila Euro circa).
Questi dati sono stati forniti dalla vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta. La spesa complessiva per questi servizi ammonta a circa 101,5 milioni di euro che vengono coperti in parte con la TASI e in parte con altre entrate. Gli stessi servizi, nel 2014, erano costati 110 milioni.
A questo punto la vice presidente del Consiglio comunale di Palermo precisa: “Non è ben chiaro – scrive Nadia Spallitta – se il contenimento sia determinato da una virtuosa riduzione della spesa o degli stessi servizi, anche perché il provvedimento proposto all’aula è totalmente sprovvisto di ogni allegato che consenta di riscontrare le voci di spesa delle varie tipologie di servizi indivisibili e i loro dettagli”.
In pratica, a Sala delle Lapidi – la damascata sede del Consiglio comunale di Palermo – l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato, ha detto che il risparmio di 9 milioni di Euro sarebbe il frutto di una gestione “virtuosa” dei citati servizi. Ma si è guardato bene dal portare nell’aula del Consiglio comunale i dati per suffragare la sua tesi. E poi, per dirla tutta, se, come dice l’assessore Abbonato, c’è stata questa gestione “virtuosa”, come mai l’aliquota della TASI rimane tale e quale a quella dello scorso anno?
La stessa presidente del Consiglio comunale – eletta in una lista di sostengo a Orlando e poi passata nel PD, partito che non ha propri rappresentati nell’attuale Giunta comunale – sempre a proposito della TASI, parla di “proposta anomala, in primo luogo perché arriva a fine anno e dovrebbe riguardare l’esercizio 2015, collegato a un bilancio di previsione che non è stato ancora proposto all’aula”.Il Comune di Palermo – come quasi tutti i Comuni dell’Isola – a metà ottobre non ha ancora approvato il Bilancio 2015. Ma è già pronto per mettere le mani in tasca ai cittadini palermitani per arraffare le entrate della TASI.
Per i palermitani si profila una beffa: pagheranno la TASI (che, in proporzione, è una delle più alte d’Italia) con gli stessi importi dello scorso anno in presenza di una probabile riduzione dei servizi. Del resto, Palermo, da due anni a questa parte, complici i lavori per il Tram, vive nel caos: strade-gruviera, alberi abbattuti, polvere se splende il sole, fango quando piove. Traffico automobilistico in tilt.
In questo contesto è del tutto normale che i servizi relativi alla manutenzione delle strade, dei marciapiedi e del verde lascino molto a desiderare. Alcune strade cittadine, in verità, sono state asfaltate. Ma ci sono sempre i lavori per il già citato Tram e altri strani e improvvisi lavori stradali che spuntano di qua e di là senza preavviso. La confusione è ormai la cifra di una città che, in materia di gestione delle strade e del trasporto pubblico, vive alla giornata.
Si sa che le strade vengono gestite dalla RAP, la società del Comune che già svolge, male, il servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il tutto con costi aggiuntivi al contratto di servizio. Il tutto senza che il Consiglio comunale conosca o abbia votato il bilancio della società. Insomma, della RAP i consiglieri comunali (e quindi i cittadini di Palermo) non sanno nulla, a parte di 124 milioni di Euro più IVA che ogni anno pagano con la TARI (la tassa dell’immondizia, anche in questo caso, in proporzione, una delle più salate d’Italia). Se il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, avesse fatto una cosa del genere in Lombardia, sarebbe successo chissà quale casino. A Palermo le società comunali operano senza fare conoscere ai cittadini i propri bilanci. E tutto questo è normale.
“Non è ben chiaro – dice ancora Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato – se la TASI possa essere utilizzata per coprire, sia pure in parte, i servizi aggiuntivi di una partecipata. Inoltre, considerato che negli ultimi tre anni la pressione tributaria pro capite è aumentata da 390 a 720 euro, alla luce della riduzione dei costi, questo atto avrebbe potuto essere un’occasione per ridurre le tasse, anche in relazione all’oggettiva carenza dei servizi (si pensi ad esempio al dissesto delle nostre strade o ai problemi di illuminazione per interi quartieri), per cui si continua a chiedere al cittadino un impegno economico notevole cui non corrisponde adeguata qualità ed efficienza dei servizi”.
Ci sono, poi, alcuni dati che i palermitani, forse, farebbero bene a non conoscere (per evitare di “fare la bile”,come si dice dalle nostre parti). Perché tali ‘numeri’ sono indicativi di una pressione fiscale che fa a pugni che gli annunci che Renzi ogni sera propina in Tv. A Palermo l’incidenza delle entrate tributarie sulle entrate comunali pari all’88,38%; la pressione delle entrate pro capite, pari a quasi 600 Euro nel 2012, è passata a 813 Euro nel 2014. Aumenta la pressione tributaria pro capite che, dai 514 Euro del 2012, è passata ai 718 euro del 2014. Insomma, i palermitani pagano più tasse comunali: nel 2012 hanno pagato 337 milioni di Euro, nel 2012 hanno pagato 487 milioni di Euro: circa 150 milioni di Euro in più per avere servizi peggiori: le strade cittadine in buona parte piene di buche, traffico in tilt, oltre mille alberi abbattuti nell’ultimo anno per fare posto alle linea di Tram (a cui si accompagna una gestione del verde pubblico scadente), immondizia non raccolta per le strade, illuminazione scadente (a quanto pare il Comune risparmierebbe sulla bolletta, soprattutto nei quartieri popolari), servizi cimiteriali discutibili e via continuando.
Infine, qualche considerazione politica. Governo nazionale di centrosinistra che non trasferisce più risorse ai Comuni. Mancata applicazione della legge nazionale sul federalismo fiscale sempre da parte di Roma (cosa, questa, che riguarda tutta la Sicilia, se è vero che i Comuni dell’Isola, per motivi non chiari, debbono fare a meno della perequazione fiscale e infrastrutturale). Regione siciliana, amministrata dal centrosinistra, che non ha ancora trasferito le risorse del Fondo per le Autonomia locali. In tutto questo, come già ricordato, la TASI e la TARI sono ai massimi livelli. Scelta operata dalla Giunta comunale di Leoluca Orlando, sempre di centrosinistra.
Ai massimi livelli, grazie ai continui indebitamenti della Regione (mutui) disposti dal governo di Rosario Crocetta e dal Parlamento siciliano che li approva, sono le aliquote IRPEF e IRAP. In più il Comune di Palermo – ed è dibattito di questi giorni – deve trovare anche i soldi per far partire la prima linea di Tram. Qualche anno fa, quando ancora la strada ferrata non c’era, sono state acquistate le locomotive. C’era ‘fretta’ per acquistarle e non si poteva aspettare il completamento delle opere tramviarie. Oggi queste locomotive debbono funzionare. Anche per non suscitare l’attenzione della Corte dei Conti.
Chi dovrebbe gestire il Tram mettendo in moto le locomotive acquistate in frett’e furia? L’AMAT, la società del Comune che si occupa del trasporto pubblico dei cittadini. Questa società è in grado di gestire il Tram cittadino?
A giudicare da un comunicato stampa diramato, qualche mese addietro, sempre da Nadia Spallitta potrebbero non mancare i problemi: “Stando ai dati pubblicati sul sito istituzionale dell’Amat – leggiamo nel comunicato della vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – si registrano perdite strutturali annuali pari a 7,2 milioni di euro e un indebitamento di circa 50 milioni per debiti contratti per lo più con i fornitori e con il Fisco. In relazione all’esposizione debitoria – prosegue la Spallitta – l’azienda, senza alcuna autorizzazione da parte del Consiglio che ad oggi non ha ricevuto nessuna proposta relativa al piano industriale, al budget e al bilancio, ha attivato un’operazione di finanziamento, chiamata factoring, cedendo 8,5 milioni di euro di crediti in cambio di una liquidità immediata, ma dietro pagamento di onerosi interessi”.
“Nonostante l’indebitamento e le perdite – continua la vicepresidente vicaria del Consiglio – l’Amat, che annualmente paga stipendi al personale per circa 67 milioni di euro su una produzione media di 95 milioni (dati al 31/12/2014) e disattendendo un preciso atto di indirizzo del Consiglio comunale che vieta l’affidamento di incarichi professionali esterni, tra il 2014 e il 2015 ha affidato un centinaio di incarichi, a mio avviso in modo irregolare, in quanto sembrerebbero sprovvisti di copertura finanziaria. In particolare, si legge nel sito (che tra l’altro pubblica solo alcuni estratti) che l’onorario sarà successivamente determinato, con ciò – prosegue – violando le norme di contabilità pubblica che impongono la preventiva copertura e quindi la conoscenza del costo dell’incarico. Nel bilancio 2014 si parla di circa 200 mila euro annui”. Su questo punto Nadia Spallitta ha annunciato la presentazione di un’interrogazione, “alla luce del fatto che l’AMAT ha uffici interni ai quali rivolgersi (che comprendono 9 direttori con un costo medio di circa un milione di Euro l’anno, 31 quadri e 166 amministrativi)”.
“Singolare – si legge sempre nel comunicato di Nadia Spallitta – appare poi la vicenda dei rapporti tra il Comune e l’azienda partecipata, che hanno instaurato un reciproco contenzioso su TARSU (2004 e 2009) e TOSAP (2006 e 2009) per importi annuali per la TARSU di 1,4 milioni e per la TOSAP di 30 milioni di Euro. Su entrambe le tasse sembrerebbe, secondo quanto statuito da giudici tributari, che nulla sarebbe dovuto al Comune, per cui ne risulta viziata anche la programmazione del bilancio comunale”.
“Un’ultima annotazione negativa – dice sempre la vice presidente del Consiglio comunale – riguarda il decremento dei ricavi, pari a circa 1 milione di euro (circa il 5,4%), derivanti dalle vendite dei biglietti e dagli abbonamenti. Fattore che mal si concilia con una sana politica di incentivazione dell’uso del mezzo pubblico che, evidentemente, sotto questo profilo è stata inadeguata. Del resto – conclude Nadia Spallitta – che ci sia un’inadeguatezza si desume dal fatto che gli investimenti rappresentano una percentuale davvero irrisoria rispetto all’intero budget societario. Infine appare inaccettabile il pagamento di fitti e noleggi per circa 350 mila euro annuali”.
Questa sarebbe la società che dovrebbe gestire il Tram a Palermo. Con quali soldi? Con le ZTL che il Consiglio comunale si accinge a introdurre. Un’altra tassa per continuare a spremere i cittadini palermitani. Insomma, l’amministrazione di Leoluca Orlando si accinge a dare il buon Natale ai cittadini. Come se non bastassero tutte le altre tasse. Sul groppone della tredicesima dei palermitani sta per arrivare la ZTL. Altro che acquisti natalizi!
Sorge legittima una domanda: gli introiti delle ZTL serviranno solo per il Tram, o anche per pagare i consulenti dell’AMAT? Vattelappesca…
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